James Redford e 58 anni vissuti al massimo. Si è sposato a 26 anni con Kylie, unico grande (ed eterno) amore della sua vita, hanno avuto due figli splendidi, Dylan e Lena, che da adulti, nel momento del bisogno, hanno saputo essere il suo sostegno. È riuscito a coniugare il suo talento con la macchina da presa, ereditato da papà Robert Redford, e le sue più grandi battaglie legate all'ambiente e alla salute realizzando diversi documentari molto apprezzati da pubblico e critica per la fattura e le tematiche di spessore. James Redford e 58 anni vissuti al massimo, lottando sempre e comunque con una malattia al fegato diagnosticatogli in adolescenza e per cui nel 1993 ha subito due trapianti. Il 17 ottobre James Redford è morto, ma come ricorda la moglie "ha vissuto una vita bellissima e di grande impatto ed è stato amato da molti".
James Redford, terzo figlio di Robert Redford e la ex moglie Lola Van Wagenen (sono stati sposati dal 1958 al 1985 e hanno avuto quattro figli, Scott, morto improvvisamente due mesi dopo per una sindrome letale infantile, Shauna, 60 anni, James, 58 e Amy, 50 ndr), che con i problemi al fegato combatteva da sempre, tanto da aver dedicato un documentario proprio alla vita dei trapiantati, The Kindness of Strangers nel 1999 e aver fondato il James Redford Institute for Transplant Awareness, è volato via a due anni dalla diagnosi di cancro al fegato. A darne la notizia la "sua" Kyle su twitter: "Jamie è morto oggi. Abbiamo il cuore spezzato. Ci mancherà profondamente. Come sua moglie da 32 anni, sono molto grata per i due bambini spettacolari che abbiamo cresciuto insieme. Non so cosa avremmo fatto senza di loro negli ultimi 2 anni".
Classe 1962, James scrive nel 2001 la sua prima sceneggiatura intitolata Cowboy Up con Kiefer Sutherland, mentre il suo debutto alla regia risale al 2003 con Spin. Il suo primo documentario, ispirato dalla storia del figlio Dylan e dai suoi problemi di dislessia, The Big Picture: Rethinking Dyslexia, invece, è del 2012. Tanti i lavori dedicati all'ambiente, impegno condiviso con papà Robert, con cui nel 2005 fonda The Redford Centre, un'organizzazione no profit che "produce film sostiene registi che accelerano la giustizia ambientale e climatica e cercare soluzioni". Il documentario del 2013 Toxic Hot Seat, per esempio, racconta i problemi di salute causati dall'esposizione a sostanze chimiche tossiche utilizzate nella realizzazione di alcuni mobili: e poi, Paper Tigers del 2013, Resilience del 2016, Happening: A Clean Energy Revolution del 2017 e, più recentemente, Playing for Keeps, presentato in anteprima questo mese al Mill Valley Film Festival.
La scorsa primavera, insieme al padre, James si era schierato contro i negazionisti del Covid-19 e contro Trump, tacciato di disinformazione e di aver affrontato in maniera sconclusionata la pandemia globale mettendo in primo piano esclusivamente i suoi interessi. James Redford e 58 anni vissuti al massimo, l'unica consolazione per una vita volata via troppo presto.