Caro Merlo, era certamente infelice la battuta di De Luca su Don Patriciello, “un Pippo Baudo con la frangetta”, perché il parroco di Caivano aveva partecipato, con Pupo, Iva Zanicchi e altre star del pop, al convegno di Giorgia Meloni sul premierato. Secondo me De Luca, pur nel suo modo pittoresco, voleva solo invitare don Patriciello a tenersi lontano dalla politica, ma non voleva certamente sbeffeggiare il suo impegno anticamorra che un po’ di ironia rispettosa può solo rafforzare.
Elvira — Napoli
Trovo esageratissima, e dunque sospetta di coda di paglia, la reazione di don Patriciello, “così mi pugnala”, e addirittura lunare quella di Meloni: “segnale spaventoso”. “Eh, la Madonna” dicono a Milano. Penso, con simpatia, che il solo che avrebbe potuto offendersi è Pippo Baudo, che è stato evocato davvero a sproposito, come se non fosse, e per sempre, il Signore della televisione italiana colta e garbata, ma una maschera napoletana comica e frivola. Via, don Patriciello, nessuno può offendersi se viene paragonato a Pippo Baudo.
Caro Merlo, gongolano per le vittorie dell’esercito russo e non stanno sulla pelle, i grillini. Ma come sono contenti!
Salvatore Siddi
Pare che sia stato Lenin il primo a puntare sull’utilità degli idioti che in Occidente lavorano contro l’Occidente. Tra i tanti “utili idioti” della storia d’Italia, questi grillini, che stanno facendo salti di gioia per Putin, sono gli epigoni della politica del rancore e il loro finto “pacifismo” è solo la variante terminale del vaffa.
Caro Merlo, giochi 2 euro al superenalotto e vinci 101 milioni. Non mi chiedo cosa avrà fatto come prima cosa, ma: continuerà a giocare 2 euro?
Luca Cardinalini — Marsciano (Perugia)
No, ma la vittoria con due euro, alimentando le speranze dei disperati, convincerà a giocare tutti quelli che non hanno mai giocato. È il più efficace spot per il superenalotto, che non ti rovina, ma ti alleggerisce degli spiccioli. E se non vinci sei “sfortunato” e devi solo riprovarci, anche se gli studiosi di aritmetica probabilistica dicono che è più facile essere colpiti da un fulmine che fare 6 al Superenalotto.
Caro Merlo, non di massa, ma una distrazione di almeno 2 o 3 persone prima di pubblicare la lettera della Sig.ra Morelli credo ci sia stata. La parola “distruzione” è ripetuta 2 volte, mentre non compare “distrazione”. Nel contempo, leggiamo per altre 2 volte in poche righe il termine “paronomasia” che, se mai diventasse di pubblico utilizzo, proporrei per una ghigliottina preventiva.
Emanuele Aliotta — San Gillio (To)
Caro Aliotta, Elena Morelli, che è una professoressa di Italiano, ci aveva proposto di sospendere la ghigliottina per “armi di distrazione di massa” perché bisticciando con “armi di distruzione di massa” è una paronomasia, “figura retorica — copio dal Battaglia — che consiste nell’accostare parole di suono uguale o molto simile e di significato differente (anche con intenti parodistici o satirici)”. Nella lettera della professoressa la distrazione è rimasta distruzione per uno di quegli errori di stampa che, a volte, sono paronomasie, come la famosa donna elegante che divenne elefante. Non so se dall’errore esco pulito o punito, ma non mi sento in polpa. In conclusione rimane la ghigliottina per “armi di distrazione di massa”, che è molto abusato benché sia una paronomasia, che non è una parola da ghigliottinare ma da imparare.