MÉLIÈS, Georges in "Enciclopedia del Cinema" - Treccani - Treccani

MÉLIÈS, Georges

Enciclopedia del Cinema (2004)

Méliès, Georges

Antonio Costa

Regista, attore e produttore cinematografico francese, nato a Parigi l'8 dicembre 1861 e morto a Orly (Parigi) il 21 gennaio 1938. Con la sua opera M. seppe costruire un universo poetico in cui una straordinaria abilità tecnica (può essere considerato l'inventore dei principali trucchi cinematografici ancora in uso) poté combinarsi con uno spirito autenticamente visionario, ma sempre accompagnato da una notevole ironia. Il più celebre dei suoi film è Le voyage dans la Lune (1902; Il viaggio nella Luna): l'immagine dell'obice che colpisce l'occhio della Luna viene abitualmente associata al suo nome nonché alla nascita della fantascienza cinematografica.

Nato in una ricca famiglia borghese, completati gli studi al Lycée Louis-le-Grand e concluso un periodo di apprendistato a Londra, abbandonò l'attività nell'industria di calzature del padre e, con la quota di eredità liquidatagli dai fratelli, acquistò il Théâtre Robert-Houdin (1888) dedicandosi allo spettacolo illusionista. Dopo aver assistito alla prima proiezione del cinematografo Lumière (1895), decise di usare per i suoi spettacoli il nuovo dispositivo. Costituì quindi la società Star Film (1896) e allestì un laboratorio a Montreuil (1897) dove, tra il 1896 e il 1912, avrebbe realizzato mezzo migliaio di film, dei quali circa duecento sono stati conservati, sperimentando i generi più diversi: film dal vero alla maniera dei Lumière e actualités reconstituées, cioè fatti di cronaca più o meno spettacolari ricostruiti in studio. Di questi ultimi ci sono pervenuti Visite sous-marine du "Maine" (1898), dedicato a un episodio della guerra ispano-americana, L'affaire Dreyfus (1899), illustrazione del celebre caso giudiziario che divise l'opinione pubblica francese, Le sacre d'Édouard VII, noto anche come Le couronnement du roi d'Angleterre Édouard VII (1902), portato a termine, per una fortuita coincidenza (l'incoronazione era stata rinviata), ancora prima che il fatto fosse accaduto. Oltre che nella cronaca, M. cercò ispirazione nella storia, nella religione e nella letteratura, riconducendo comunque personaggi e situazioni allo spirito e alle forme del teatro di féerie ed esaltandone gli aspetti magici e fantastici. Anche Le voyage dans la Lune si ispira a fonti letterarie, ai romanzi di anticipazione di J. Verne e H.G. Wells, fornendo però un'interpretazione comica e surreale della scienza e della tecnica. Con esso M. trovò un perfetto equilibrio tra fantastico e comico e toccò il vertice della sua celebrità, che aveva raggiunto attraverso un periodo di febbrile sperimentazione di tutte le possibilità del nuovo mezzo espressivo. Ma tra le ragioni del grande successo di questo film, primo kolossal della storia del cinema (260 metri di lunghezza, trenta quadri, tre mesi di riprese, costo 10.000 franchi), stanno anche quelle della rapida decadenza della fortuna di M.: negli Stati Uniti esso fu infatti illegalmente duplicato, con grave danno per il regista che ancora non aveva tutelato i suoi diritti con il deposito dei negativi su carta alla Library of Congress di Washington, che garantiva ai film una protezione analoga a quella dei libri (lo fece solo dopo l'apertura della succursale americana della Star Film, diretta dal fratello Gaston). Lo stesso metodo artigianale che determinava la superiore qualità delle sue opere (rigore di esecuzione dei trucchi, qualità delle invenzioni figurative, esattezza dei ritmi) male si conciliava con le esigenze di un mercato che richiedeva prodotti di più rapida esecuzione e a prezzi competitivi. Nonostante la veloce evoluzione dei gusti del pubblico, la produzione di M. continuò a essere incentrata sui trucchi. Dal laboratorio di Montreuil continuarono a uscire brevi film dall'esecuzione perfetta: L'auberge du bon repos, La lanterne magique, Le tonnerre de Jupiter, tutti del 1903, e Le bourreau turc (1904). Ma continuarono anche le produzioni di maggior impegno, destinate in breve a perdere la loro forza di attrazione: le féeries ispirate alla tradizione favolistica (Les 400 farces du diable, 1906; La fée Carabosse, 1906; Au pays de jouets, 1908; Cendrillon, noto anche come La pantoufle mystérieuse, 1912); le fantasie astronomico-fantascientifiche (Voyage à travers l'impossible, 1904, Il viaggio attraverso l'impossibile; L'éclipse de soleil en pleine Lune, 1907); le satire surreali del progresso (Le raid Paris-Montecarlo en deux heures, 1905; Le tunnel sous la Manche ou le cauchemar franco-anglais, 1907; À la conquête du Pôle, 1912).

Abbandonata dopo il 1912 l'attività cinematografica e ormai costretto a disfarsi dei negativi dei suoi film per mancanza dei mezzi necessari a garantire la conservazione, M. si ridusse a gestire un chioco di giocattoli in Gare de Montparnasse. Soltanto alla fine degli anni Venti il cinema francese si ricordò di questo geniale pioniere: venne così organizzato nel dicembre del 1929 un memorabile Gala Méliès e gli fu assicurata la sistemazione in una casa di riposo per artisti a Orly.

Bibliografia

Essai de reconstitution du catalogue français de la Star-Film suivi d'une analyse catalographique des films de Georges Méliès recensés en France, Service des Archives du film du Centre National de la Cinématographie, Bois d'Arcy 1981.

G. Sadoul, Lumière et Méliès, Paris 1985.

A. Costa, La morale del giocattolo. Saggio su Georges Méliès, Bologna 1989².

Méliès, magie et cinéma, éd. J. Malthête, L. Mannoni, Paris 2002 (catalogo della mostra).

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