“Si stanno creando le premesse di una nuova stagione di Tangentopoli su tutto il territorio nazionale. E il governo sta sistematicamente indebolendo gli strumenti di contrasto alla corruzione in generale e ai reati dei colletti bianchi“. Sono le parole pronunciate nell’ultima giornata del 36esimo congresso nazionale dell’Associazione Nazionale Magistrati a Palermo dal presidente del M5s Giuseppe Conte che, nel corso del suo intervento, ha lanciato poderose staffilate al governo Meloni, ma anche bordate ad Azione e a Italia Viva che hanno votato a favore di alcuni provvedimenti della maggioranza.

Il deputato menziona gli arresti in Liguria, passando in rassegna la difesa “corporativa” dei ministri del governo: “Di fronte a diffusi e gravi episodi di corruzione attraverso gli intrecci tra politica e affarismo, aggravati spesso anche da infiltrazioni mafiose, c’è una reazione indecorosa che dobbiamo denunciare con forza e che ha il semplice e chiaro obiettivo di delegittimare l’azione dei magistrati. Ci sono ministri che parlano di ‘giustizia orologeria’ in un paese in cui ci sono elezioni di continuo. Nordio riesce a censurare un’inchiesta in corso senza neppure premurarsi di mandare gli ispettori, come si fa puntualmente in questi casi”.

E sottolinea: “Questa maggioranza sta offrendo uno spettacolo pessimo. E da parte di tutta la classe politica non c’è la volontà di interrogarsi sul tipo di misure da attuare per contrastare questa facile permeabilità che i partiti e gli apparati politici e pubblici stanno mostrando rispetto alle filiere delle corruttele, alle logiche dei sistemi clientelari sempre più diffusi, alle pratiche dei voti di scambio politico-mafioso. Agli inizi di dicembre – aggiunge – scrissi una lettera aperta su Repubblica, una lettera dedicata proprio alla questione morale. È caduta nell’indifferenza generale, non è seguito alcun dibattito. Non c’è nessuna volontà di voler recuperare un ethos pubblico, che sembra ormai completamente esiliato. E questo è un problema della nostra democrazia”.

L’altro punto affrontato dal leader pentastellato è rappresentato dalle riforme costituzionali: “Questo congresso si colloca in un bivio storico per il nostro Paese. Il governo, pur sostenuto da partiti con visioni differenti rispetto a questioni cruciali, ha trovato un punto di equilibrio: il pactum sceleris. Un compromesso destinato a garantire la permanenza al governo nelle proprie funzioni. Ciascun partito – spiega – ha individuato un pilastro della Costituzione da riscrivere, con il risultato complessivo di stravolgere le fondamenta stesse della nostra architettura costituzionale: Fratelli d’Italia riscrive il sistema di governo nazionale, la Lega il sistema di governo regionale, Forza Italia con il ministro Nordio si sta industriando per rivedere il principio di autonomia e di indipendenza della magistratura“.

E aggiunge: “Se questi 3 distinti progetti che si combinano in questo pactum sceleris venissero attuati, avremmo un premier che assomma in sé poteri rafforzati, una sorta di caudillo in versione italiana, privo di contrappesi perché risulta esautorata l’autorità del capo dello Stato, emarginato il Parlamento e in prospettiva assoggettati i magistrati al condizionamento del potere politico. Il disegno è questo. Pensare di realizzare – continua – un nuovo ordinamento costituzionale che è incentrato sul rafforzamento delle prerogative del potere politico, mai sperimentato in nessuna parte del mondo almeno in questi termini è frutto di un compromesso di potere. Ecco questo lo dobbiamo denunciare e lo denunciamo con forza: è avventurismo irresponsabile“.

Conte sottolinea: “Il quadro complessivo di queste riforme ci collocheranno in un’area delle post democrazie con impronta autoritaria e con poteri di vertice distribuiti a livello centrale e a livello regionale. Un sistema privo di equilibrio, con poteri di controllo e di contrappesi che saranno ridotti ai minimi termini. E questo vale anche per la magistratura per poi allargarsi con espedienti vari alle autorità indipendenti e agli organi di stampa“.

Come Roberto Scarpinato ha denunciato nella stessa sede del congresso dell’Anm, anche il leader del M5s denuncia “le assonanze” tra le riforme programmate del governo Meloni e il Piano di rinascita democratica di Licio Gelli: “La riforma della giustizia è un pilastro fondamentale del disegno riformatore del governo, un processo di accentramento e di ridistribuzione dei poteri in senso verticistico. Difficilmente questo disegno potrà completarsi con una magistratura indipendente. Di qui – puntualizza – la prospettiva della separazione delle carriere, la riforma del Csm, la revisione dell’obbligatorietà della legge penale. Sono tutti corollari di un medesimo disegno riformatore. È evidente che la svolta autoritaria presenti assonanze con il progetto di rinascita democratica della P2″.

Conte, infine, si pronuncia sulla separazione delle carriere voluta da Nordio: “Non riteniamo assolutamente che il modello italiano vada rivisto. È un modello che si sta rivelando virtuoso. I passaggi di carriera, tra l’altro, statisticamente sono insignificanti. Qui c’è ben altro evidentemente. La direzione del governo è quella del magistrato requirente assoggettato al potere politico: una sorta super-poliziotto. Ma dove si collocherà? Chi darà le direttive? Avremo una giustizia debole coi forti e spietata coi deboli“.