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I poteri e i limiti del Presidente della Repubblica

Incontro promosso dalla Fondazione Antonio Segni. Presentato il libro “Antonio Segni e i giuspubblicisti", curato da Salvatore Mura

Sassari. Il Presidente della Repubblica ha il potere di escludere la nomina di un Ministro? Quali i poteri e i limiti della più alta carica dello Stato? E ancora, quale oggi il ruolo dei costituzionalisti all’interno del Parlamento? Sono solo alcuni dei quesiti affrontati durante i lavori dell’incontro promosso dalla Fondazione Antonio Segni in occasione della presentazione del nuovo volume pubblicato da FrancoAngeli editore, dal titolo “Antonio Segni e i giuspubblicisti”. Carteggio sui poteri del Presidente della Repubblica”, a cura e con un saggio introduttivo del professor Salvatore Mura, docente di Storia contemporanea nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Sassari.

Una fonte storica di grande valore, «un punto di riferimento per la storia politica e istituzionale di questo Paese» come sottolineato da Giovanni Tarli Barbieri professore di Diritto costituzionale all’Università di Firenze, tra i relatori del convegno ospitato nei giorni scorsi nell’aula Magna dell’Università di Sassari.

Il libro raccoglie 75 lettere che Antonio Segni e tredici autorevoli studiosi di diritto si scambiarono durante il 1956 quando Segni era presidente del Consiglio e in seguito tra il 1962 e il 1964, durante gli anni del suo mandato presidenziale.

Salvatore Mura

Un approfondito lavoro di ricerca, partito nel 2017 dal carteggio tra Antonio Segni e Leopoldo Elia ritrovato all’interno dell’archivio storico della Camera dei Deputati dall’autore che ha sviluppato sulla figura dell’ex presidente della Repubblica altre precedenti pubblicazioni, fra tutte la biografia edita nello stesso anno da Il Mulino nella quale l’autore ricostruisce per la prima volta la vita completa del giurista, dalla nascita, nella Sassari di fine Ottocento, alle esperienze istituzionali al vertice dello Stato. «Un campo di ricerca quasi inesplorato – ha spiegato Alessandro Giacone, professore di Storia delle Istituzioni politiche all’Università di Bologna, collegato da remoto durante il convegno – relativo in particolare al lavoro del Capo dello Stato non soltanto durante le crisi di Governo, che ci consente di entrare nell’ azione concreta e quotidiana del Presidente della Repubblica. A moderare i lavori il costituzionalista Omar Chessa, che si è soffermato in particolare sui poteri consuetudinari del Quirinale nell’ambito delle nomine ministeriali.

«Dietro a queste corrispondenze – ha spiegato Riccardo Brizzi, professore di Storia contemporanea all’Università di Bologna – si nasconde una partita costituzionale e politica relativa alla definizione del ruolo del Presidente della Repubblica, in particolare rispetto all’interazione con l’attività governativa e alla determinazione dell’indirizzo politico del Paese».

È stato il presidente della Fondazione Segni, Mario Segni, ad anticipare le prossime presentazioni del volume, fra tutte quella prevista a fine settembre agli archivi del Quirinale con il professor Sabino Cassese, già giudice della Corte Costituzionale e ministro per la funzione pubblica con il Governo Ciampi. «Un volume che offre una straordinaria testimonianza storica – ha aggiunto Segni che ha approfondito l’attualità dei temi affrontati allora nel carteggio con i giuspubblicisti, portando ad esempio la nomina di Paolo Savona al ministero dell’Economia durante il primo Governo Conte, respinta dal Presidente Mattarella.

Poteri del Capo dello Stato di fatto immutati, in passato semplicemente “non raccontati” soprattutto dai quotidiani che non davano notizia dell’attività concreta del Presidente della Repubblica come spiegato dallo stesso autore del volume che ha chiuso il lavori del convegno, aperto dai saluti istituzionali del rettore Gavino Mariotti, del sindaco di Sassari Nanni Campus, del direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Michele Comenale Pinto e della coordinatrice del Dottorato in Scienze Giuridiche Giuliana Giuseppina Carboni.

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