Caesar: L’immortale – Il conquistatore – Franco Forte



Franco Forte
Caesar: L’immortale
Mondadori
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Dopo aver accuratamente ricostruito quanto accaduto alle Idi di Marzo, Franco Forte ci offre una trama densa di strabilianti colpi di scena e una risposta avventurosa e immaginifica ai tanti interrogativi che da sempre  ruotano attorno alla vittima della  congiura più famosa della storia. E quindi Giulio Cesare non sarebbe morto alle Idi di marzo. Le Idi di Marzo sarebbero state tutta una montatura, sì, una congiura ma organizzata dalla vittima, pronta a lasciarsi alle spalle la monotonia degli affari di governo e lanciarsi in nuove straordinarie avventure fino ai confini del mondo? Insomma, il dittatore romano, stanco di una vita colma di intrighi, di corruzione e di continui conflitti con i senatori della Curia, avvalendosi dell’aiuto di Bruto e della complicità di Marc’Antonio, avrebbe architettato la propria morte.
Dopo il suo falso funerale è scomparso, ha assunto il comando della Legio Cesaris, segreta legione composta da cinquemila cinquecento fanti più centoventi cavalieri addestrati e guidati, veterani a lui fedeli e si è imbarcato verso i ricchi ma gelidi regni degli dei del nord. Per fare ciò che ha sempre amato: combattere per la gloria personale e per quella dell’Urbe. Con un ulteriore obiettivo che solo una mente ambiziosa come la sua poteva concepire: esplorare le terre oltre il limes dell’impero, per scoprire ricchezze e tesori, sottomettere le popolazioni barbare e, soprattutto, continuare impavido sempre con la prua a nord affrontando marosi e tempeste. Sua meta la mitica isola di Thule, dove dovrà  sottomettere le popolazioni barbare e raggiungere i confini del mondo alla ricerca della dimora degli dei per carpire loro il segreto della vita eterna e strapparglielo con la forza.
Ciò nondimeno, l’epico  scontro che lo vedrà  impegnato insieme a Cicerone, Bruto, Spartaco, Cassio Longino, anche loro redivivi, e altri donne e uomini che l’hanno seguito nell’impresa, si risolverà  con  una sconfitta,  per di più con l’amaro  sapore della beffa. Cesare  infatti  sfuggirà solo  per un soffio alle trame di Servio Primicerio, il feroce sicario messo sulle tracce da Marcantonio che ha deciso di tradirlo.
Ma se Giulio Cesare non è uomo da arrendersi, ora sa però di doversi muovere con prudenza e percorrere un’altra strada, molto più problematica. L’unico modo, infatti, per ottenere il segreto della vita eterna è scendere nell’Averno, il regno delle tenebre, e tuffarsi nelle acque del fiume Stige, che rendono gli uomini immortali. Secondo le tradizioni, tramandate dagli antichi testi, lo Stige non sarebbe altro che il primitivo nome di un sacro fiume celato nel grande lago alle sorgenti del Nilo. Ma come raggiungerlo?
Alessandria, 1 agosto anno 30 a.C. Nella fase finale dell’aspra guerra civile romana   (dal 44 a.C. al 30 a.C.), che vede Marco Antonio, il migliore generale di Cesare, contro  Ottaviano, suo legittimo erede,  le truppe di Marco Antonio provate dalle numerose diserzioni, stanno per essere annientate da quelle di Ottaviano…
Con la morte di Marc’Antonio, solo Cleopatra, l’affascinante trentanovenne regina egiziana, non ancora vinta dai nemici  si ergerà fragile baluardo contro lo strapotere di Roma in Egitto. Per lei il futuro pare solo saper parlare di morte  ma Cesare, troverà il modo di salvarla e farsela alleata.
E, con la sua preziosa guida, partendo da Alessandria d’Egitto, con Cicerone, Spartaco e Bruto  (oltre a una folta schiera di legionari e di schiavi nubiani) deciderà  di intraprendere una difficile spedizione avventurandosi  sul Nilo a bordo di fragile navi di papiro per risalire le acque e le cataratte del grande fiume, sfidando le  insidie della navigazione con per meta il sud del regno e il territorio dei Kush. Solo rifacendosi alla leggenda di Menayet, in cui la barca di vita di Ra si trasforma in Mesaket, la barca di morte di Atun, Giulio Cesare forse sarà  in grado  di raggiungere lo Stige e rubare a Plutone il segreto dell’eterna giovinezza. La sua spedizione dovrà confrontarsi con sanguinosi agguati e mortali scontri con guerrieri indigeni, affrontando coccodrilli, leoni e ippopotami che mietono vittime tra i legionari, già decimati dalle punture degli insetti e dalle malattie. Fino a  quando finalmente, dopo avere ritrovato la sacra barca e scoperto l’accesso all’Erebo, superando le mostruose  creature messe a guardia della porta degli inferi, dovrà scontrarsi con demoniache creature quali Caronte e il Cerbero. Un lugubre scenario infernale, degno delle descrizioni delle peggiori bolge dantesche. Nessuna speranza spetta a coloro che mettono piede nell’Averno, perché Plutone è una crudele divinità e coloro che vivono nel suo regno sono dannati per l’eternità. Ma Cesare non teme il castigo celeste, ormai si considera simile  o a un dio e ha uno solo fine, ottenere l’immortalità per conquistare un nuovo regno.  Anzi ogni regno…
Franco Forte ci regala due diversi capitoli di un’epica, spettacolare e mitologica saga di Gaio Giulio Cesare, il grande condottiero romano. Due capitoli ambientati in due diversi scenari. Dal freddo glaciale dell’inverno senza fine di “L’immortale” ci trasporta alla bruciante calura del deserto egizio di “Il conquistatore”, per avventurarci al suo fianco in aspri territori inadatti alla vita umana, oltre i confini del mondo conosciuto, là dove gli uomini s’incontrano con gli dei.                   
Un  leggendario compendio in cui, pur basandosi su  fatti suffragati da un’ impeccabile documentazione storica, si è divertito a costruire una straordinaria “fantastoria”, una plausibile ucronia per una  dei più famosi protagonisti  della antichità. Poi, e servendosi a piene mani di leggendari elementi mitologici romani, nordici, greci ed egiziani, inserita con disinvoltura nella vera storia, si è lasciato coinvolgere e trasportare dalla fantasia e, per sorprendere il lettore e trasportarlo oltre i confini del mondo!
Un romanzo a parte, questo Caesar, ben  diverso dalle biografie storiche romanzate dei grandi personaggi alle quali ci ha abituato Franco Forte con Caligola, Roma in fiamme, Carthago,  Gengis Khan o Karolus.

Patrizia Debicke

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