Marcell Jacobs, chi è l'azzurro campione olimpico nei 100 metri a Tokyo 2020 | Sky Sport

Marcell Jacobs, chi è l'azzurro campione olimpico nei 100 metri a Tokyo 2020

tokyo 2020
©Getty

Nato a El Paso, ma italiano al 100% dopo essersi trasferito bambino dal Texas nel nostro Paese dopo il divorzio dei genitori, Marcell Jacobs ha riscritto la storia dello sport, primo azzurro a conquistare l'oro nella finale dei 100 metri. La scoperta dell'atletica, il salto nello sprint, il magico 2021 e l'aiuto della mental coach: ecco tutto sul nuovo fenomeno della velocità

JACOBS ORO NELLA FINALE DEI 100 MTOKYO LIVE: NEWS E RISULTATI

Marcell Jacobs è entrato nella storia dello sport italiano, diventando il primo azzurro a conquistare una finale nei 100 metri all'Olimpiade, chiusa con uno storico oro. Mai nessuno vi era riuscito, nemmeno due leggende della 'regina atletica' come Livio Berruti e Pietro Mennea, nella gara più attesa dei Giochi: l'uomo più veloce del mondo è italiano. Nonostante la giovane erà, Marcell ha tre figli: Anthony e Megan, avuti dalla compagna Nicole, e Jeremy, da una precedente relazione. Scopriamo chi è il velocista classe 1994 nato a El Paso, Texas, ma che fino a qualche tempo fa nemmeno parlava inglese. 

Il Texas, il trasferimento in Italia e la scoperta dell'atletica

Jacobs è nato il 26 settembre 1994 negli Stati Uniti, a El Paso, figlio di un marine trasferitosi in Texas dopo essere stato nella base di Vicenza, dove aveva conosciuto mamma Viviana. Giunto in Italia a soli due anni dopo il divorzio dei genitori, ha praticato prima il basket, seguendo le orme paterne, e il calcio. A 10 anni si è lasciato tentare dallo sprint e ha cominciato a frequentare la pista di Desenzano del Garda con il tecnico Gianni Lombardi. Per mettere a frutto le sue doti di velocità, a partire dal 2011 ha provato il lungo e nel 2013, prima di soffrire per un infortunio al piede, ha migliorato (7.75) un record juniores indoor che resisteva dal 1976. Ha superato gli otto metri con 8.03 in qualificazione agli Assoluti in sala del 2015 a Padova. A settembre di quell’anno è passato sotto la guida dell’ex iridato indoor del triplo Paolo Camossi andando ad allenarsi a Gorizia. Nel 2016 ai tricolori promesse di Bressanone ha realizzato il salto più lungo di sempre per un italiano con 8.48 ventoso (+2.8), mentre nel 2017 si è inserito al terzo posto nelle liste nazionali alltime al coperto con 8.07. 

Il problema al ginocchio e il ritorno con lo sprint

Dopo un problema al ginocchio, è tornato nel 2018 come sprinter con 10.08. Dall’autunno 2018 si è trasferito a Roma. Nel 2019 è rientrato dopo due anni in gara nel lungo (8.05 indoor) ed è sceso a 10.03 sui 100 metri, terzo azzurro di ogni epoca, prima di siglare ai Mondiali di Doha il record italiano con la staffetta 4x100 (38.11).

Il magico 2021: Jacobs scende sotto i 10 secondi

Nel 2021 si è migliorato più volte nei 60 indoor fino al trionfo europeo a Torun con il record italiano di 6.47 e poi si è impadronito del primato italiano dei 100 con 9.95 a Savona, secondo italiano di sempre sotto i 10 secondi dopo Filippo Tortu. 

 

Il cammino di Tokyo 2021 di Jacobs

Jacobs vola nella leggenda dello sport italiano e non solo ai Giochi di Tokyo, vincendo l'oro nella finale con il tempo di 9''80, nuovo record europeo. Già nella semifinale olimpica aveva stabilito il nuovo record italiano ed europeo con lo storico tempo di 9"84. Il giorno prima aveva vinto la sua batteria firmando il nuovo, temporaneo, primato italiano in 9"94. 

La mental coach: "Importante risolvere conflitto con il padre"

La scalata di Marcell Jacobs nell'elite dell'atletica mondiale passa anche e soprattutto dalla testa. Ne ha parlato alla 'Gazzetta dello Sport' la sua mental coach, Nicoletta Romanazzi: "Non esistono segreti, però posso dire che fin da subito ho capito che per lui sarebbe stato importante risolvere il rapporto con il padre, essendo lui stesso padre di tre bambini. Questo lo ha sbloccato, adesso entra in pista più consapevole di quello che può fare con le sue gambe. Ha acquisito sicurezza in se stesso, prima arrivava alle gare con molta più ansia. Lui aveva nel suo potenziale certe prestazioni, doveva solo sbloccarsi".