Arriva The Moment, il film in cui sono le emozioni dello spettatore a deciderne lo svolgimento

Film interattivo

I giocatori di ruolo che leggeranno questo articolo hanno già provato esperienze simili, hanno già mutato il corso di una storia attraverso delle piccole decisioni per poi tornare indietro e vedere le varie ed eventuali altre possibilità attraverso i Libro Game.

I videogiocatori invece ripenseranno alle esperienze avute con quei titoli borderline di Quantic Dreams, agli intrighi di Heavy Rain o alle scelte morali del più recente Detroit Become Human.

È finalmente arrivato il momento per gli appassionati di cinema per vivere un’esperienza simile, dove a comandare sono le emozioni e le sensazioni provate dallo spettatore durante l’esperienza: arriva veramente un film interattivo.

Film interattivo

Cos’è The Moment? Un film interattivo

The Moment è un film diretto da Richard Ramchurn che si pone l’obbiettivo di essere il primo esempio di cortometraggio con narrativa interattiva. L’interazione, vera e propria novità del prodotto, sarà di altissimo livello perché veicolata direttamente dalle onde cerebrali e dalle emozioni; esse permetteranno agli spettatori di costruire un film diverso volta per volta, a seconda di ciò che proveranno in un determinato momento.

Richard Ramchurn, studente dell’università di Notthingham, ha dichiarato che sommando tutte le variazioni possibili esistono cento bilioni di varianti diverse per The Moment; tale numero è dovuto alla grande quantità di parametri che il sistema di analisi cerebrale prende in considerazione. Il film ha impiegato 3 volte lo sforzo video necessario per girare un film normale e ben sei volte i dialoghi di un normale prodotto cinematografico; il tutto nonostante l’esigua durata di soli 27 minuti.

Il dispositivo di analisi cerebrale è racchiuso in set di oggetti assemblati dallo stesso Ramchurn chiamato NeuroSky Mindwave; esso è composto da tecnologia creata da Brian Computer e da degli auricolari denominati EGG.

Questi componenti riescono a rilevare, in tempo reale, il livello di attenzione degli spettatori analizzandone l’attività cerebrale utilizzando una tecnologia derivata dall’ambito medicinale.

Questi dati vengono processati da un computer attraverso un software creato appositamente e fungono da base per le variazioni del film. Questo è composto da diverse colonne sonore e da una grandissima quantità di scene filmate; esse vengono assemblate in tempo reale dal programma che sceglie quali mostrare e quale tipologia di storia mettere su in base a ciò che lo spettatore prova in quel momento.

Così facendo si crea una vera e propria relazione tra il film e lo spettatore, essi si alimentano vicendevolmente per creare ogni volta una tipologia differente di esperienza.

Film interattivo the moment

Il film, in caso di spettatori multipli, si adatterà alle emozioni e ai pensieri di uno solo di essi. Al momento il trailer del film, con tanto di funzioni di interattività, è stato mostrato con succeso ad un gruppo di otto persone a Nottingham. Il film verrà presentato ufficialmente al pubblico allo Sheffield International Documentary Festival.

Di cosa parla The Moment?

The Moment, come facilmente immaginabile, fa della tecnologia il suo cavallo di battaglia anche a livello narrativo; il film è ambientato in un futuro lontano dove le interfacce uomo macchina sono diventate la norma. Tale storia è vissuta attraverso gli occhi di tre diversi personaggi e delle loro tre diverse storie che si intrecciano e distorcono a seconda degli input che il nostro cervello darà loro.

Questa ambientazione, è ovviamente il modo migliore per trasformare il cortometraggio in un’ esperienza psico audio visiva in grado di cambiare un po’ la percezione di come gli spettatori usufruiscono del medium cinematografico.

Un esempio di come funziona l’interazione e la storia all’interno del film viene data dall’articolo dell’MIT Technology Review; qui Rachel Metz ha avuto la possibilità di osservare due volte il film con input provenienti da due persone diverse; i dialoghi erano talvolta differenti e altre volte alcuni frangenti della storia sono stati esplorati con più attenzione ai dettagli, permettendo ad esempio allo spettatore di osservare ciò che uno dei personaggi scriveva all’interno di un taccuino.

Questo prodotto non è però il primo esperimento vero e proprio di film interattivo; quattro anni fa sempre lo stesso regista, in un primo vagito di sperimentazione, diede alla luce The Disavantages Of Time Travel: un cortometraggio allucinato dove il battito delle palpebre dello spettatore modificava il piano d’esistenza dove era ambientato il film.

The Disavantages of time travel film interattivo

Ci si ritrovava quindi a vivere un avventura bipolare, in sospeso tra due mondi interscambiabili con un semplice battito di ciglia. Secondo il regista Richard Ramchurn questo film interattiva peccava nella scelta della metodologia di interazione: un battito di ciglie, essendo un movimento sia volontario che involontario, poteva ricordare agli spettatori in ogni momento la loro fisicità e la possibilità conscia di scegliere che indirizzo dare a ciò che si stava vedendo.

Con The Moment Richard prospetta per la sua idea un percorso completamente diverso: l’utilizzo di tecnologie derivanti dall’ambito medico permettono alla macchina di ottenere le emozioni inconsce che uno spettatore nasconde dentro di se, le emozioni che egli non riesce a controllare in alcun modo. In tal senso, The Moment è più simile a una piece d’arte avanguardistica che a un film vero e proprio.

Attraverso il dispositivo creato da Richard e soci saranno le emozioni inconsce dello spettatore a tirare fuori la via che il film dovrà seguire, trasformando ogni volta la strada davanti a se in qualcosa che non può essere previsto dagli altri spettatori.

Potenzialità e dubbi dei film interattivi.

film interattivo the moment sheffield ricerca

The moment, come abbiamo già visto, non è il primo caso in assoluto di film che presenta interazione con il suo pubblico; Jacob Gaobury, professore di Film & Media a Berkley ricorda con un po’ di nostalgia come negli anni novanta dei primi esperimenti permettessero agli spettatori di decidere il destino del film interattivo attraverso l’utilizzo di un Joypad o delle companion app per Smartphone, quindici anni dopo.

“Spesso ci si ritrova impantana in un determinatomodo di raccontare delle storie nel mondo del cinema, questa nuova tipologia di narrazione potrebbe modificare e progredire i gusti del regista per portare innovazione a tutto un sistema di comunicazione” ha ammesso Gaobury al MIT Technology Review.

Richard Ramchurn ha pensato anche a eventuali metodi per permettere a più persone di interagire contemporanemente con lo sviluppo del film: utilizzando tre persone diverse come fonte di input per il programma egli ha osservato che il film era in grado di autoregolarsi con un buon ritmo.

Per farlo però il regista ha dovuto lasciare il completo controllo di uno specifico parametro del film a ognuna di queste persone; esattamente come avviene nel mondo della cinematografia vera e propria dove un compositore, un montatore e un art director ragionano in base ai dettami di un regista. Ancora siamo lontani dalla possibilità di creare un’ opera che sia corale in tal senso.

Analizzando il funzionamento del macchinario però sorge forte un dubbio: cosa vuol dire interazione quando abbiamo a che fare con l’analisi di elementi involontari?

I macchinari messi a punto dal regista funzioneranno grossolanamente come una versione semplificata dell’EEG; esso analizza la somma dei segnali consci e inconsci del cervello umano. Sapendo questo viene naturale pensare che in realtà sarà impossibile controllare completamente il film poiché i pensieri inconsci non sono volontari e finiscono rappresentano metà degli input che arrivano al programma regolatore. Controllando soltanto una metà degli input sarà difficile far andare davvero la narrazione e la componente tecnica del film dove andiamo noi e vivremo il rischio di trovarci davanti a qualcosa di alieno dai nostri pensieri consci.

Con The Moment, molto probabilmente, interagiremo in modo completamente diverso dal come interagiamo con il nostro librogame di Lupo Solitario o con i personaggi di David Cage; una non-interazione che potrebbe portare avanti un certo discorso cinematografico ma che continuerebbe ad essere distante dal senso di controllo a cui i videogiochi o gli altri media ci hanno abituato.