Marillion – Recensione: FEAR (F*** Everyone And Run)

Marillion – Recensione: FEAR (F*** Everyone And Run)

C’era grande attesa per questo “FEAR” (F*** Everyone And Run) sia per il buon successo di pubblico e critica conseguito dal precedente “Sounds That Can’t Be Made” sia per un titolo curiosamente inusuale per la storica prog rock band inglese.

Durante “l’era Hogarth” i Marillion hanno abituato i propri fan a non dar niente per scontato e pur essendosi trasformati in una band di pop rock ricercato la sorpresa o il passaggio ad effetto è sempre dietro l’angolo; l’album è composto da cinque tracce molto dilatate sia nei contenuti che nella durata per una qualità generale che nonostante i buoni propositi non può essere paragonata a quella di lavori come “Seasons End”, “Afraid Of Sunlight” o “This Strange Engine”.

“El Dorado” parte soffusa, in puro stile pink floydiano, fino al crescendo del chorus di chiara matrice Marillion con la parte finale semplicemente recitata da Steve “H” Hogarth su una base sinistra ideata da Mark Kelly alle tastiere. Il problema di fondo del genere verso cui hanno traghettato i nostri è la mancanza di mordente e verve ritmica che li fa comunque apprezzare ad uno zoccolo duro di fan (peraltro numeroso soprattutto all’estero); le ultime pubblicazioni sono purtroppo lì a dimostrare tutto ciò… oggettivamente buone ma senza il quid che hanno avuto i classici degli inglesi.

Steve Rothery è colui che con la sua classe chitarristica cerca di rivitalizzare i troppi momenti d’atmosfera soprattutto per il lettore abituale di Metallus ma anche per gli amanti del prog rock più canonico; “The Leavers” è certamente il pezzo più a fuoco, con begli arrangiamenti orchestrali a stemperare il lato teatrale di H e con qualche passaggio ritmico fluido e differenziato, quel che si dice un bel pezzo (con qualche punto di contatto con i cugini IQ).

Il diciottesimo album della band vede dei Marillion assolutamente convinti del percorso che stanno compiendo (artisticamente parlando) e forse anche l’ascoltatore assalito da dubbi come il sottoscritto dovrebbe saper contestualizzare questo percorso senza forzare paragoni con lo scomodo passato.

Come si dice: “la verità sta nel mezzo”…

marillion-fear_cover

Voto recensore
7
Etichetta: earMusic

Anno: 2016

Tracklist: 01. El Dorado 02. Living In Fear 03. The Leavers 04. White Paper 05. The New Kings
Sito Web: http://www.marillion.com/

10 Comments Unisciti alla conversazione →


  1. Cristiano

    Più che altro eviterei di scrivere una recensione quando si buttano su video quattro parole in croce che vanno dal superficiale andante alla dietrologia militante. Una recensione deve informare un potenziale ascoltatore, e non mi sembra che queste righe siano informative.

    Reply
  2. Anorak

    Mi permetto una critica, partendo da questo spunto: “…i troppi momenti d’atmosfera soprattutto per il lettore abituale di Metallus ma anche per gli amanti del prog rock più canonico”.

    Se l’obiettivo è giudicare l’album in base al lettore target del sito (ascoltatore di metal e derivati) è un conto, ma in generale se la carriera della band dopo l’addio di Fish andava valutata con parametri ben diversi dal passato (giustamente viene citato Afraid Of Sunlight tra i capolavori), così la svolta dopo Marbles richiede un metro di giudizio basato su altre componenti.
    I Marillion oggi fanno un genere più cinematografico/narrativo, decisamente meno orientato alle ritmiche rispetto al passato (sono pure invecchiati…). Dopo esperimenti più o meno riusciti FEAR sembra l’arrivo a una maturazione completa di questa fase odierna. Giudicarlo cercando le stesse sensazioni dei lavori degli anni 90 a mio parere rischia di svilire un gran lavoro.

    Reply
    • Alberto Capettini

      Capisco il tuo punto di vista ed in parte lo condivido; ma dopo svariati ascolti continuo a ritenere gli ultimi lavori della band (proprio da Marbles in poi) fondamentalmente noiosi; se poi un fan incallito vuole a tutti i costi trovare il lato artistico della cosa sta nel gioco delle parti però non posso omettere i miei pareri nonché “avvisare” che qui stiamo parlando proprio di una band ormai ai confini del rock

      Reply (in reply to Anorak)
  3. Fabrizio

    Assolutamente d’accordo con Anorak. Sottolineo perlopiù l’astruso pregiudizio tale per cui chi frequenta mediaticamente questo sito sia un rincoglionito pestone che fa le cornine solo quando impatta con blastbeat a ripetizione. Ondarock, sito notoriamente antipatico e radical-chic, ha comunque dedicato una recensione completa, onesta e competente a questo disco. Ogni tanto fatevi una domanda sulla qualità del servizio che offrire, voi di Metallus. A ogni critica fondata e reiterata pluralmente, rispondete ogni volta stizziti e con una coda di paglia grossa come una casa!

    Reply
    • Alberto Capettini

      Fabrizio dipende dal tipo di critica! se ci additi di essere solo corna e chiodo allora hai proprio sbagliato a capire visto che ad esempio il sottoscritto tratta prevalentemente gruppi borderline. Le critiche andrebbero comunque accettate salvo non siano attacchi gratuiti. E basta coi paragoni su…

      Reply (in reply to Fabrizio)
  4. alex

    al di la della tua opinione personale , apprezzo profondamente un recensore che si mette in discussione in un mondo di persone che hanno in tasca la verità assoluta !

    “e forse anche l’ascoltatore assalito da dubbi come il sottoscritto dovrebbe saper contestualizzare questo percorso senza forzare paragoni con lo scomodo passato”

    ce ne fossero di più;)

    Reply
  5. Marialaura"lulu

    Su afraid of sunlight non posso dire niente. ..
    Ho la copertina tatuata sulla schiena e tu invece?

    Reply
  6. Silmarillion

    Io invece la penso diversamente, disco bellissimo, ascoltando il brano The New Kings, per mè la canzone più bella di tutto l’album, questa mattina mi sono emozionato, il brano e stupendo, in questo brano si ricordano molto i vecchi Marillion, in particolare le stoccate di chitarra di Stewe Rothery, che come dice giustamente questo brano si va oltre un mondo più nuovo, i Marillion questa volta ci hanno emozionato, e speriamo che continuano sempre cosi, ancora Grazie.

    Reply
  7. Alfio Baioni

    Recensione mediocre e superficiale alla quale non è necessario neppure rispondere o sprecare inchiostro virtuale.

    Reply
  8. MAURO

    TANTE PAROLE PER NULLA, DACCORDISSIMO CON ANORAK, MA PER SEMPLIFICARE E’ BELLO L’ALBUM ? ASSOLUTAMENTE SI DA MARBLES A FEAR 2 CAPOLAVORI DI STRIMPELLARE SON CAPACI TUTTI

    Reply

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Login with Facebook:
Accedi