Gli azzurri sono fuori dalla Champions, futuro a rischio con l’addio di Osimhen - la Repubblica

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Gli azzurri sono fuori dalla Champions, futuro a rischio con l’addio di Osimhen

Gli azzurri sono fuori dalla Champions, futuro a rischio con l’addio di Osimhen
La matematica condanna i campioni d’Italia, il quinto posto è già irraggiungibile con 3 gare di anticipo sulla fine della Serie A

Ma scatta l’allarme anche per il futuro: il centravanti sarà ceduto in estate per 130 milioni e per sostituirlo servirà un top player

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Lo spavento è passato e Victor Osimhen si è rimesso subito al lavoro con i compagni, smaltendo in poche ore il dolore al ginocchio che lo aveva messo ko lunedì sera in Friuli. Non si trattava di un infortunio grave e sabato (ore 18) il bomber sarà dunque regolarmente in campo al Maradona con il Bologna: nella sua penultima esibizione a Fuorigrotta. L’allarme almeno per il presente è rientrato, quindi. Il numero 9 del Napoli potrà concludere senza problemi il campionato ed è un sollievo per gli azzurri, che a Udine si erano afflosciati nel momento in cui il centravanti nigeriano aveva chiesto il cambio: tant’è che i suoi compagni avevano incassato subito il pari. Il futuro invece fa paura, perché la squadra sta per perdere il suo leader e ci sarà una voragine da riempire.

Cosa ne sarà del Napoli senza Osimhen? La domanda sorge spontanea e Aurelio De Laurentiis dovrà trovare in fretta la risposta giusta, dopo aver già sottovalutato nella scorsa estate il peso specifico degli addii di due pilastri dello scudetto: Spalletti e Giuntoli. Adesso il presidente si prepara a salutare anche il bomber nigeriano e nemmeno i 130 milioni in arrivo per la sua cessione (con il Psg in pole) rischiano di essere sufficienti per colmare il vuoto di una perdita extra large, visto che la squadra dovrà fare a meno del suo leader e di uno dei cannonieri più prolifici in circolazione.

V09 aveva lasciato il segno anche in Friuli e stava trascinando di peso i compagni verso la vittoria, prima di essere costretto a chiedere il cambio, a una manciata di minuti dalla fine della partita di lunedì sera. È bastata la sua uscita dal campo a mandare però in tilt gli azzurri, che si sono immediatamente smarriti e fatti raggiungere nel recupero da Success.

Con o senza Osimhen non può essere la stessa cosa ed è un dato di fatto che il Napoli sia dipendente dal suo bomber, da 4 stagioni sempre in doppia cifra (76 gol in totale) e decisivo pure da trascinatore. Guai dunque se De Laurentiis non prenderà sul serio la cessione del numero 9, che rischia di fare danni come gli addii di Spalletti e Giuntoli.

Se errare è umano, infatti, perseverare sarebbe diabolico ed è un lusso che il presidente non può più permettersi, anche se la partenza del cannoniere permetterà al club azzurro di avere in cassa un tesoro da reinvestire sul mercato. Ma i soldi non fanno la felicità e bisognerà spenderli bene, senza ripetere i disastri appena commessi nelle ultime due sessioni del mercato, in cui sono arrivati 7 giocatori incapaci di fare la differenza e inferiori a quelli andati via. Natan, Cajuste, Lindstrom, Traoré, Ngonge, Mazzocchi e Dendoncker si sono difatti rivelati solo dei comprimari e non sono riusciti a colmare il vuoto lasciato da Kim, Lozano ed Elmas.

Pure per questo l’addio di Osimhen non dovrà essere preso sotto gamba dal Napoli, anche se il bomber non ha brillato per continuità nelle sue quattro stagioni italiane ed è stato fermato più di una volta dagli infortuni. Ma con lui in campo gli azzurri hanno sempre avuto una poderosa arma in più e soprattutto un trascinatore, che non sarà facile sostituire nemmeno con 130 milioni in cassa. Il pallino passa quindi nelle mani di De Laurentiis, costretto a fare tesoro degli errori commessi dopo lo scudetto.

«Sono io l’unico indispensabile», aveva infatti ruggito il presidente. I fatti l’hanno smentito nel modo più duro possibile, con la mancata qualificazione per la Champions. La vera posta in gioco è però il futuro. Non si può sbagliare più.

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