Chi erano i partigiani e per cosa lottavano - Nostrofiglio.it

Home Bambino Istruzione

Chi erano i partigiani

di Ines Delio - 22.04.2024 - Scrivici

partigiani
Fonte: shutterstock
Chi erano i partigiani e per cosa lottavano? La storia della Resistenza italiana e del movimento che portò alla liberazione dell'Italia dal nazifascimo

In questo articolo

Partigiani

Il 25 aprile si celebra la Festa della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo, con la fine dell'occupazione nazista e la caduta del regime fascista. È un giorno fondamentale per la storia del nostro Paese, come simbolo della Resistenza, cioè della lotta condotta dai partigiani che, a partire dall'8 settembre 1943, combatterono per la fine di una tragedia nazionale. Scopriamo più da vicino chi erano.

Cos’è stata la Resistenza italiana

In Italia, così come in altri Paesi del mondo, la Resistenza fu innanzitutto un movimento di liberazione dall'invasore nazista. Allo stesso tempo fu anche una lotta contro le forze interne, ossia contro la Repubblica sociale italiana, che collaboravano con l'esercito occupante. Il movimento di Resistenza fu un momento fondamentale della costruzione della nuova Repubblica democratica, che sarebbe nata nel 1946.

Chi erano i partigiani

Alla fine del 1943 l'Italia era divisa in due: nella parte meridionale c'era il "Regno del Sud", con le truppe alleate americane e inglesi, mentre al Centro-Nord era stata istituita la Repubblica di Salò, con i fascisti protetti dai nazisti. Nelle zone di occupazione nazifascista nacquero le formazioni partigiane, decise ad opporsi all'occupazione con ogni mezzo.

Tra i partigiani c'erano:

  • persone antifasciste costrette a vivere in clandestinità
  • ex soldati che avevano abbandonato l'esercito dopo l'armistizio
  • persone comuni disposte a rischiare la propria vita per la libertà, come contadini e contadine, operai, studenti, donne, ragazze e ragazzi

Le motivazioni della lotta partigiana

Le motivazioni che animarono la lotta partigiana furono diverse:

  • per alcuni si trattò di agire finalmente in modo concreto non solo per cacciare i tedeschi e sconfiggere i fascisti, ma anche per costruire un'Italia nuova, da rinnovare dal punto di vista politico e sociale;
  • altri combattevano, prima di tutto, per motivazioni patriottiche, e quindi per cacciare l'occupante straniero
  • per tanti, perlomeno all'inizio, si trattò di trovare una via di scampo al pericolo di essere catturati dai tedeschi o arruolati nelle file della Repubblica di Salò, quando ormai le sorti della guerra erano sempre più favorevoli agli Alleati

L'estate partigiana e la crisi invernale

Nel corso dei primi mesi del movimento, i partigiani dovettero affrontare mille difficoltà e pericoli.

Gli organismi politici e militari che guidavano la lotta dovettero per prima cosa trovare e garantire i finanziamenti necessari a sostenerla, ma anche coordinare le diverse formazioni, diffondere le istruzioni sulle azioni da compiere e sulla condotta da tenere nelle situazioni più disparate, ad esempio durante i combattimenti e i rastrellamenti, nel reclutare nuovi volontari o nel cercare rifornimenti di viveri e armi.

Fondamentale, nella conduzione della lotta partigiana, fu la costituzione del Corpo Volontari della Libertà (CVL) da parte Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) nel giugno 1944, un organismo militare che doveva coordinare le azioni di tutte le formazioni, diretto dal generale Raffaele Cadorna, con i vicecomandanti Luigi Longo e Ferruccio Parri. In questo periodo, il movimento partigiano conobbe la sua massima espansione. Tra giugno e settembre del 1944 vennero liberate Roma e Firenze, ma la guerra continuò a Nord.

L'inverno rappresentò un grande problema, poiché in montagna, dove molti partigiani si erano rifugiati, le risorse già scarse diminuirono e la neve rese molto più difficili gli spostamenti. Nel frattempo, si moltplicarono i bandi da parte dei nazifascisti, il cui intento era quello di disgregare il fronte della Resistenza invitando i partigiani a consegnarsi con le armi e promettendo in cambio la loro incolumità. Le formazioni partigiane dovettero, quindi, riorganizzarsi: alcune divisioni dalle montagne si spostarono in pianura, mentre altre inviarono i partigiani che abitavano in zona alle proprie case, in attesa che riprendessero le operazioni. Nonostante questo periodo di crisi, il movimento partigiano riuscì a rimanere unito e a ripresentarsi ancora più forte al ritorno della primavera.

L'importanza delle donne partigiane

Nella Resistenza, le donne ricoprirono un ruolo di primo piano. Si occupavano di prestare soccorso ai feriti, del rifornimento di viveri, materiali e armi, organizzavano manifestazioni contro la guerra. A quei tempi, una donna destava meno sospetti di un uomo, così alcune di loro, soprattutto giovani, svolgevano la funzione di "staffetta", ossia portavano notizie e informazioni tra i vari gruppi partigiani.

Non solo: molte donne sono state combattenti armate e hanno lottato in prima linea per la liberazione dell'Italia, mettendo in pericolo la loro vita. Tuttavia, alla fine della guerra solo 35.000 donne contro 150.000 uomini sono state riconosciute come partigiane combattenti, benché nei fatti il loro impegno sia stato molto più consistente.

Tra le "donne della libertà", ci sono Carla Capponi, studentessa di Legge, che subito dopo l'8 settembre 1943 partecipò coraggiosamente alla Resistenza romana, diventando presto vice comandante di una formazione operante a Roma e in provincia, e Nilde Iotti, che operò come staffetta, diventando, dopo la guerra, la prima donna in Italia nominata Presidente della Camera dei Deputati.

25 aprile, la liberazione dell'Italia e “Bella ciao”

Il movimento partigiano e gli organi che lo coordinavano e dirigevano cominciarono a preparare l'insurrezione. Questa fase si dispiegò a partire dall'inizio del 1945 e si concluse il 25 aprile, con la liberazione del nostro Paese. In ricordo di questo importante evento storico, ancora oggi in questa data risuona per le strade e piazze di Italia l'inno della Resistenza, "Bella ciao", diventato  il brano popolare italiano più conosciuto nel mondo. Di seguito il testo, da ascoltare e cantare insieme ai bambini.

Una mattina mi son svegliato
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
una mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor.

O partigiano portami via
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
o partigiano portami via
che mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.

Seppellire lassù in montagna
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
seppellire lassù in montagna
sotto l'ombra di un bel fior.

Crea la tua lista nascita

lasciandoti ispirare dalle nostre proposte o compila la tua lista fai da te

crea adesso

TI POTREBBE INTERESSARE

ultimi articoli