Anestesia totale: procedura, tipi, farmaci, effetti e conseguenze

Anestesia totale: procedura, tipi, farmaci, effetti e conseguenze

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Dottoressa Karen Angelucci (Farmacia) Consulente Scientifico:
Dottoressa Karen Angelucci
(Specialista in farmacia)

L'anestesia totale consiste in una perdita di coscienza indotta nei pazienti che devono sottoporsi ad un intervento particolarmente impegnativo preservandoli dal dolore e dal ricordo degli attimi passati sotto i ferri; in questo articolo approfondiremo questo tema parlando, in particolare: delle fasi, dei farmaci usati, delle eventuali conseguenze e dei possibili effetti collaterali.

Cos'è l’anestesia totale?

L’anestesia totale, anche detta generale, è una procedura che induce, attraverso la somministrazione di farmaci, uno stato di incoscienza nel paziente e la completa insensibilità al dolore. Essa viene utilizzata in chirurgia per evitare per lo più per interventi di lunga durata:

  • a livello di torace e addome;
  • a livello di bocca, naso e gola, per evitare che si verifichino ostruzioni del canale respiratorio.
  • di chirurgia maxillo facciale;
  • di chirurgia plastica;
  • in cui l’anestesia locale non fa effetto, quindi il paziente può ancora sentire dolore per questo si ricorre ad un’anestesia totale d’ emergenza;
  • per pazienti molto ansiosi o nelle situazioni in cui i medici ritengano che, per condurre al meglio l’operazione, il paziente debba essere completamente sedato.

A che serve?

Da questa premessa si comprende che non si tratta di un semplice sonno ma è piuttosto un coma indotto farmacologicamente, temporaneo e reversibile, che serve per:

  • preservare la salute psico fisica del paziente interrompendo il dolore ed i ricordi,
  • creare un ambiente di lavoro ottimale per l’equipe medica che, con un paziente completamente rilassato, riesce ad intervenire in modo più sicuro,
  • controllare le funzioni vitali più facilmente perchè alcune, come la respirazione, sono indotte dall’esterno.

Chi la fa?

L’anestesista rianimatore, è un medico laureato in medicina che ha fatto, dopo la laurea, un corso di specializzazioni di altri 4 anni.

Si occupa di:

  • somministrare l'anestesia totale e locale;
  • vigilare il paziente durante tutta l'operazione e se è il caso attuare tecniche di rianimazione;
  • nel post-operatorio somministra farmaci antidolorifici per calmare il dolore cronico od occasionale.

Farmaci utilizzati.

I farmaci usati nell’anestesia totale agiscono su tre fronti, dando:

  • ipnosi, una perdita di coscienza, sensibilità e memoria;
  • analgesia, cioè l’eliminazione del dolore;
  • rilassamento muscolare, in quanto spasmi potrebbero essere pericolosi durante l’operazione.

L'anestetico può essere somministrato per:

  • via inalatoria, tramite una mascherina che avvolge naso e bocca, utilizzando farmaci sotto forma di gas o liquidi molto volatili, di cui si parlerà in seguito.
  • via endovenosa, in questo caso si parla di TIVA (Total IntraVenous Anesthesia), usando medicinali liquidi che fluiscono attraverso l'ago cannula della flebo.

In particolare sono due le classi di farmaci usati per indurre anestesia:

  • ipnotici: sono i primi ad essere somministrati per indurre rilassatezza ed incoscienza, la loro azione permane per tutto l'intervento inducendo anche un oblio ed una perdita di memoria nei momenti dell'intervento;
  • oppioidi e derivati morfinici, hanno un'azione prevalentemente antidolorifica molto potente, anch’essi sono somministrati nelle fasi iniziali dell'anestesia ma permangono anche nel mantenimento e durante il risveglio, diminuendone il dosaggio progressivamente.

I medicinali specifici utilizzati in caso di anestesia gassosa hanno un effetto breve, entrano nell'organismo attraverso l'ossigeno che viene trasportato dal sangue, al cervello ed in seguito ai muscoli.

In particolare sono:

  • Sevoflurano, Desflurano e Isoflurano (chiamati, in maniera generica: gas alogenati, in quanto presentano atomi di alogeni, in particolare fluoro), si tratta di liquidi molto volatili che vengono trasformati in gas grazie all'infusore, si eliminano molto facilmente dopo che si interrompe la somministrazione. Si usano per induzione e mantenimento dell'anestesia, sono nebulizzati insieme ad ossigeno ed aria che servono per dare un’ossigenazione ottimale ai polmoni e quindi al sangue.
  • Protossido d'azoto si tratta di un gas che non viene utilizzato mai puro ma sempre con: aria, ossigeno e gas alogenati; ha potere antidolorifico ed agisce determinando una depressione del sistema nervoso centrale, cioè rallentando gradualmente tutte le funzioni vitali.

I farmaci usati per un’anestesia introdotta con la flebo sono:

  • Tiopentale, è un barbiturico, fa fa parte della famiglia dei sedativo-ipnotici, ha un’azione molto breve, di circa 20 minuti e serve per addormentare il soggetto all'inizio dall'operazione.
  • Profol, ha un' azione breve e si usa per indurre l'addormentamento.
  • Midazolam, induce sedazione, è un miorilassante e dà amnesia, cioè permette al paziente di non ricordare gli attimi in cui è stato operato.
  • Etomidate, ha una azione di breve durata, può indurre l'anestesia ma a differenza degli altri farmaci determina un minor rilascio di istamina e una ridotta depressione a carico del sistema respiratorio quindi, lo rende più sicuro e più adatto per quei pazienti che soffrono di allergie.

Tipi di anestesia

Negli ultimi tempi si tende ad usare dei metodi anestetici che combinano varie tecniche per avere un risultato migliore alcune di queste sono:

  • anestesia bilanciata: in cui si induce il sonno con ipnotici per via inalatoria e antidolorifici per via endovenosa;
  • anestesia ibrida: utilizzando la via endovenosa per l’induzione e la via inalatoria per il mantenimento;
  • anestesia integrata: si tratta di un’anestesia totale a cui si aggiunge un’epidurale, una somministrazione di anestetico a livello spinale, per ridurre la quantità di farmaci che raggiungono il sistema nervoso centrale, evitando la maggior parte degli effetti collaterali

Come si fa? La procedura per l’anestesia generale.

Come abbiamo accennato l’anestesia totale è un vero intervento nell’intervento, ed in quanto tale prevede un preciso percorso che accompagni il paziente prima, durante e dopo la somministrazione del farmaco.

Vediamo quindi quali sono le fasi e le procedure.

La visita preparatoria.

Prima di somministrare l’anestesia totale, l’anestesista sottopone il paziente ad una visita preparatoria, si tratta della fase più importante che permette al medico di pianificare minuziosamente l'intervento, evitando qualsiasi rischio; in questa occasione, infatti, si documenterà sulla salute del paziente:

  • ponendo domande sullo stile di vita e sulle terapie che si stanno seguendo;
  • analizzando i risultati degli esami del sangue di routine che si fanno di solito prima di ogni operazione, per vedere se si è in buona salute;
  • valutando il peso e altezza per constatare se è presente un sovrappeso o un’obesità in quanto in questi casi i rischi, durante l’intervento, sono maggiori a causa delle possibili difficoltà respiratorie.

Le informazioni importanti che, in questo frangente, devono essere fornite sono:

  • presenza di patologie croniche e relativa gravità, per valutare se l’intervento è a rischio o meno;
  • medicine che si assumono per vedere se devono essere sospese o meno;
  • se si è fumatori, in questo caso interrompere il consumo di sigarette almeno cinque settimane prima dell'intervento a causa di rischi correlati alla ventilazione e alla respirazione;
  • se si consuma abitualmente alcol, bisogna evitarne l’uso per alcune settimane prima dell’ operazione perchè potrebbe interferire diminuendo l'effetto degli anestetici;
  • eventuali allergie di qualunque tipo;
  • operazioni subite in precedenza, con relativa risposta all’anestesia ed eventuali problemi riscontrati in questo frangente. Se è la prima volta che si subisce un intervento potrebbe essere utile fornire informazioni circa operazioni subite da familiari ed allergie che si sono presentate con l’anestesia.
  • integratori o sostanze vegetali che si stanno assumendo ed eventualmente sospenderle, perchè anche queste potrebbero interferire con i medicinali usati;
  • se si è in stato di gravidanza; in questo caso, di solito l’intervento viene rimandato perchè gli anestetici potrebbero indurre morte del feto nei primi mesi ed aborto nell’ultimo trimestre. Se l’operazione è indispensabile si valuta un’anestesia locale.
  • se si stanno seguendo terapie ormonali, il medico consiglierà di sospendere i farmaci perchè potrebbe esserci rischio di trombi ed emboli.

Il dottore durante questa visita parlerà con il paziente spiegandogli le fasi dell’anestesia e dell’intervento, se lo vedrà molto spaventato o ansioso potrebbe decidere di somministrare, qualche giorno prima dell’intervento, farmaci ansiolitici e tranquillanti, per farlo arrivare sereno al giorno stabilito, riducendo lo stress.

Infine verranno fatti firmare vari consensi informati: uno relativo all’operazione, un altro per l’anestesia ed uno opzionale nel caso di trasfusioni sanguigne.

Il consenso informato non è un modo per scaricare la responsabilità dei medici in caso di errore ma deve essere compilato a causa dell'Art 32 della Costituzione Italiana che recita:" La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana." Tale modulo è quindi obbligatorio affinché il personale medico possa eseguire sia l’anestesia che l’intervento.

Prima di entrare in sala operatoria bisogna:

  • praticare il digiuno dalla mezzanotte del giorno prima e non bere almeno da cinque ore prima dell’anestesia. Questo perchè quando il corpo viene indotto a rilassatezza muscolare, anche gli sfinteri non sono più tonici quindi potrebbero rilasciare il contenuto di stomaco, intestino e vescica.
  • Rimuovere protesi dentarie per favorire la respirazione e l’eventuale intubazione.
  • Non applicare rossetto o smalto perchè il colore di unghie e labbra sono un segnale che permette di vedere se il paziente si trova o meno in buona salute.

Le fasi vere e proprie dell'anestesia.

Prima di essere sottoposto all’intervento chirurgico al paziente viene somministrata una pre-anestesia, si somministrano cioè farmaci tranquillanti ed ansiolitici per via orale o endovenosa. Il medico potrebbe consigliare fare una terapia di fermenti lattici o probiotici prima dell’intervento per garantire un'adeguata pulizia dell'intestino, in questo modo l'assorbimento dei farmaci somministrati per via orale sarà ottimale.

Alla pre-anestesia segue la somministrazione dei farmaci anestetici che si articola in tre diverse fasi:

  • Induzione dell'anestesia vera e propria. Nella sala operatoria verrà somministrato l'anestetico che determinerà prima il rilassamento del paziente e poi l'induzione del coma controllato, il tutto avverrà in breve tempo: la perdita di coscienza si verificherà già nel primo minuto. A seconda del tipo e della durata dell'intervento il medico deciderà se ricorrere o meno all’intubazione. Se si tratta di un’operazione lunga occorre stimolare la respirazione dall'esterno in quanto, come detto, si indurrà un situazione di coma dove il paziente non sarà in grado di respirare autonomamente. Prima si somministrerà dell’ossigeno attraverso una mascherina, per permettere la dilatazione dei tessuti polmonari poi, si inserisce un tubo nella la trachea, dal naso o dalla bocca, per assicurare una corretta respirazione ed evitare che le vie respiratorie vengano ostruite da muco o saliva. A volte, succede che nella visita preparatoria si constata che, a causa della conformazione delle vie respiratorie del paziente, l’intubazione classica non è possibile, in questo caso l'alternativa è quella di usare la mascherina laringea: si tratta di un tubo che termina con una struttura gommosa morbida che può essere disposta in sede in modo più facile con meno traumi per i tessuti circostanti. L’anestesista controllerà continuamente il battito cardiaco, l'ossigenazione e la pressione arteriosa con appositi strumenti ed in caso di anomalie agirà in modo da far tornare i parametri a livelli ottimali.
  • Mantenimento dell’anestesia. Può essere fatto con il metodo iniziale di somministrazione: inalatoria o endovenosa, oppure combinando i due metodi. Inoltre si può scegliere tra l'infusione continua, in cui si somministrano continuamente i medicinali o a boli cioè con piccole dosi somministrate ad intervalli di tempo regolari. L’anestesia avrà durata diversa a seconda del tipo di operazione alla quale si viene sottoposti, in nessun caso verrà interrotta prima della fine dell’intervento.
  • Il risveglio avviene gradualmente con una riduzione progressiva dei medicinali, quando si vede che il paziente torna a respirare autonomamente vengono eliminati eventuali tubi nella trachea, poi si somministra ossigeno per aiutare la respirazione a tornare regolare. Per svegliarsi completamente ed essere vigili occorrono dalle due alle tre ore, ciò dipende da come il paziente riesce a metabolizzare il farmaco rimasto in circolo per eliminarlo dall’organismo.

L'anestesia generale è pericolosa?

L'anestesia generale non deve essere presa alla leggera in quanto si tratta di “un’operazione nell'operazione” infatti c'è un medico, chiamato anestesista rianimatore, che si occupa solamente della somministrazione dell'anestesia e del monitoraggio del paziente. Per questo motivo quando si può, si preferisce ricorrere all’anestesia locale che “addormenta” una sola parte del corpo quindi, risulta meno impattante per la persona che rimane vigile e riuscirà a smaltirla in tempi più veloci con meno effetti collaterali, di cui parleremo in seguito.

Effetti collaterali.

Dopo il risveglio gli effetti collaterali che possono presentarsi sono:

  • nausea e vomito, di solito spariscono nelle prime ore dopo il risveglio, ecco perchè è bene tenere lo stomaco vuoto sia da cibo che da liquidi;
  • brividi e freddo, per le prime 4 o 5 ore;
  • problemi a livello vescicale, con difficoltà ad urinare o perdite che prevedono, nei casi più gravi, temporaneo uso del catetere;
  • lividi ed ematomi nella zona di inserimento dell'ago;
  • vertigini;
  • mal di testa, nelle prime ore, dovute al medicinale o alla disidratazione;
  • prurito, a causa dei farmaci morfino simili o di un’allergia alle medicine;
  • mal di gola, tagli e lesioni a livello della bocca per la presenza del tubo a livello tracheale;
  • sonnolenza, confusione mentale e riflessi rallentati che possono durare per qualche giorno. Per questo motivo è importante avere qualcuno al proprio fianco nei primi giorni dopo l'intervento e non mettersi alla guida di veicoli;
  • caduta di capelli molto consistente, chiamata tecnicamente: telogen effluvium, può durare fino ad un mese dopo l’intervento, è causato dallo stress dell’operazione ed a volte anche alla repentina interruzione degli ormoni anticontraccettivi;
  • interruzione delle mestruazioni a causa dello stress accumulato.

Rischi.

Nonostante negli ultimi anni la medicina abbia fatto enormi progressi l’anestesia generale può comportare alcune complicazioni anche se si tratta di eventi piuttosto rari.Tra i rischi più gravi i ricordiamo:

  • shock anafilattico che è una reazione allergica che può essere anche mortale.
  • Ipertermia maligna che è condizione, potenzialmente mortale, che può insorgere in seguito alla somministrazione di farmaci anestetici in pazienti geneticamente predisposti.
  • Morte, un evento estremamente raro, che si verifica in meno di un caso su 100000.

Il rischio legato all'anestesia dipende molto dallo stato di salute del paziente.

Esiste, infatti, una classificazione a cura dell'American Society of Anesthetology (ASA) che valuta la condizione di salute/malattia del paziente, più il numero è elevato maggiori complicanze (ad esempio: infarto, infezioni e anche morte) potrebbero esserci nella riabilitazione dopo l’intervento:

  • classe 1: paziente in buona salute;
  • classe 2: paziente con patologia sistematica lieve;
  • classe 3: paziente con una patologia di grave entità ma non invalidante;
  • classe 4: paziente con un disturbo severo invalidante che lo pone in pericolo di vita;
  • classe 5: paziente molto grave, sottoponendolo all’intervento non si sa se rimarrà in vita.

Esistono inoltre delle condizioni che favoriscono la comparsa di possibili complicanze in seguito all'anestesia generale.

  • Per quanto riguarda i pazienti anziani che presentano un metabolismo rallentato, l'eliminazione del farmaco potrebbe essere più lunga, quindi gli effetti collaterali potrebbero durare da quattro giorni a diverse settimane, ciò dipende anche dall'indole: si dice che l'anestesia accentua i difetti della persona e dalla presenza di malattie croniche come Parkinson o Alzheimer.
  • I pazienti fumatori, obesi, alcolisti sono condizioni che favoriscono la comparsa di complicanze.

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