Relazione del romanzo “Il giardino segreto” di Frances Hodgson Burnett
Mary era una bambina che viveva in India, ed era figlia di un ufficiale e di una donna bellissima.Al contrario di sua madre, Mary, era abbastanza brutta e smagrita.
In India, Mary era servita e riverita dai suoi schiavi e, in particolar modo, dalla sua nutrice Ayah, che poteva sgridare e trattare come voleva. Ma i suoi genitori non le volevano bene, per questo faceva quel che le pareva.
E lei non si accontentava, e odiava i suoi genitori dal profondo del suo cuore. Così, quando ci fu un’epidemia di colera e i suoi genitori morirono, lei non provò alcuna pietà o compassione per loro.
Dato che era rimasta orfana, venne mandata da un suo zio che abitava vicino a Londra, in un gigantesco castello con più di cento stanze mai aperte. Il nome di questo castello misterioso era Misselthwaite.
In questo castello Mary aveva a disposizione due stanze e la cameriera della signora Medlock (la governante), che ogni tanto sarebbe venuta a controllare cosa faceva.
A Mary non piaceva l’idea di restare sola tutto il giorno in quella camera, soprattutto perché non aveva alcun gioco con cui svagarsi, allora Martha, così si chiamava la giovane cameriera della signora Medlock, le regalò una corda per saltare.
Lei ne fu felice e ogni giorno usciva nel parco a saltare, così, grazie all’attività all’aria aperta, man mano che passavano i giorni diventava sempre più bella e iniziava a ingrassare. Durante questo periodo di giochi nel parco, fece amicizia con un pettirosso che aveva il suo nido in un giardino misteriosamente inaccessibile e con un anziano giardiniere che si chiamava Ben Weatherstaff.
Un giorno stava percorrendo un viottolo circondato da siepi molto fitte insieme al pettirosso, quando inciampò. Rialzatasi, si guardò intorno e vide della terra smossa. Scavò intorno e trovò una chiave. Il giorno seguente tornò e trovò anche la porta. La aprì e vide un giardino enorme: con i porticati, le colonne, un laghetto. Ma tutto era stato trascurato da 10 anni e i fiori non crescevano più.
Quella sera chiese a Martha se poteva far venire suo fratello Dickon: grazie ai racconti di Martha ella sapeva che era molto esperto con i fiori, le piante e gli animali e che l’avrebbe di certo aiutata.
Quella notte Mary non riusciva a dormire. Ad un tratto sentì un lamento, e, decisa a scoprire cos’era, si alzò dal letto e uscì dalla sua camera. Arrivò in un corridoio, lo percorse e si ritrovò in un’ampia stanza dove troneggiava un enorme letto a baldacchino.
Lì giaceva un bambino pressappoco della sua età che si lamentava. Si avvicinò e iniziò a parlare con lui, così scoprì che era suo cugino Colin e che suo padre, il dottor Craven, lo odiava perché pochi giorni dopo la sua nascita sua moglie era morta. Fu meravigliata di sapere che Colin, come tutti, credeva di essere gobbo e che tra poco avrebbe dovuto morire.
Decise di raccontargli del giardino segreto, di Dickon e gli propose di venire con loro. Lui accettò e il giorno dopo venne Dickon che lo portò fino al giardino segreto spingendo la sua carrozzella. Tutti i giorni ci tornavano e il loro giardino segreto diventava sempre più bello.
Un giorno chiamarono il padre di Colin in giardino, che, vedendolo camminare, scoprì che non era gobbo e capì dello sbaglio che aveva fatto odiandolo, così cercò, da quel giorno, di rimediare colmandolo di affetto. Da quel giorno non si separarono più.
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