La Danza è uno dei quadri simbolici non solo del suo autore – Henri Matisse – ma anche dell’intera arte moderna. Considerato universalmente il capolavoro del pittore francese, il quadro si compone in realtà di due versioni: una realizzata nel marzo del 1909 ed oggi custodita al Museum of Modern Art di New York e una seconda risalente all’anno successivo e situata all’Hermitage di San Pietroburgo (nella foto in apertura). Questa è la veste più celebre de La Danza e venne realizzata su commissione di Sergej Ščukin, il grande collezionista russo dietro anche il pannello contiguo della Musica. Vediamo le principali caratteristiche di quest’opera per comprenderne l'importanza.

La Danza di Matisse: storia e origini

Dopo aver realizzato la duplice versione de La Danza, Matisse le vide esposte a Parigi nel 1910. La reazione del pubblico fu immediatamente avversa: le critiche principali riguardavano il colore – ritenuto di una violenza eccessiva – e la sua stesura frettolosa sulla tela. Anche la composizione ottenne un riscontro ben poco favorevole per via della sua semplificazione, allora ritenuta eccessiva e sgradevole, venendo addirittura definita con l’appellativo poco felice di “cacofonia demoniaca” da parte della critica del tempo.

I Fauves, critica al celebre dipinto di Matisse

Durante la realizzazione del dipinto Matisse risente degli strascichi finali del suo legame con il movimento dei Fauves, del quale fu leader sino allo scioglimento. La pittura Fauves – che ha vita essenzialmente tra il 1905 e il 1910 – consta di un piglio avanguardista che in quanto tale cerca di distanziarsi dalle convenzioni in vigore, specialmente l’impressionismo e l’espressionismo. Del primo ne rinnegano la mentalità elogiandone tuttavia la luminosità che origina da determinati accostamenti cromatici, mentre per quanto riguarda il secondo prendono le distanze dalla tipica angoscia esistenziale e dalla critica sociale. I Fauves pongono un nuovo accento su elementi focali come il colore – strumento necessario a manifestare la potenza visiva - e le forme, ora maggiormente semplificate per essere più comprensibili.

Matisse La Danza: descrizione dell'opera

Come spesso accade quando si parla de La Danza, l’opera a cui si fa riferimento è la sua seconda e definitiva versione. Il soggetto sono cinque figure danzanti le cui braccia sono protese nello slancio di afferrarsi l’un l’altra mentre si muovono in cerchio: i corpi sono rappresentati in maniera sbilanciata e in torsione per confluire nell’accentuazione del movimento rotatorio. Il quadro è tripartito presentando degli elementi focali: il cielo, la terra e le figure danzanti. Il mondo appare quasi plastico agli occhi dell’osservatore, con una forte inclinazione alla deformazione come si evince dallo schiacciamento causato in maniera netta dal piede di uno dei danzatori.

La Danza, un tripudio di colore

I colori utilizzati risentono della medesima ripartizione trina ed infatti Matisse utilizza solo il colore rosso-marrone delle figure, il blu per il cielo e il verde per il prato con le ultime due tinte in particolare visibilmente su tono medio. L’utilizzo personalissimo del colore è essenziale nella comprensione de La Danza: l’intera forma del dipinto è infatti frutto del suo impiego. La tridimensionalità viene totalmente sacrificata in favore del colore e della bidimensionalità che esso trasmette, secondo il dettame della mutua esaltazione delle tinte utilizzate. Anche l’abolizione del chiaroscuro è un punto notabile del dipinto, oltre che stile principale dei Fauves. È sempre l’accostamento dei colori complementari - in questo caso quelli riguardanti le figure e il cielo – a garantire l’illuminazione del dipinto grazie a tinte vivaci e dinamiche come lo stile pittorico in questione.

Lo stile de La Danza

La Danza riassume tutta la poetica di Matisse, trasmissibile in primis mediante la tecnica messa in mostra: le pennellate vengono applicate in maniera rapida e confusa per manifestare il dinamismo insito dell’opera. I diversi corpi presenti e l’ambiente circostante prendono vita tramite campiture monocromatiche estremamente semplici e proprio per questo di grande impatto. Le stesse figure centrali, elenco focale del dipinto, sono frutto di questo processo di concretizzazione e vengono realizzate con segni circolari visibilmente ispessiti.

Il significato dell'opera

Che cosa vuole raccontarci Matisse tramite La Danza? Il quadro punta fortemente sul simbolismo sacrificando – come già espresso in precedenza – l’approccio logico e realistico. Una delle sensazioni principali trasmesse da questo quadro è una sorta di suggestione e trasporto su un piano di lettura diverso rispetto a quello abituale dello spettatore. Le figure danzano nude suggerendo un apparente senso d’innocenza, alludendo a una vita infantile priva di sensi di colpa o sentimenti inibitori. Questo accade all’interno di un ambiente che, nella sua semplicità, esula dalla concretezza immediata ispirando qualcosa di più grande.

Cosa simboleggia La Danza?

Proprio per via della semplicità dei tratti si riesce a indagare più a fondo nel soggetto: la terra e il cielo non sono dunque soltanto due elementi di contorno ma vanno a simboleggiare il mondo e l’universo e, per esteso, l’essenza delle cose. Nel mezzo dei due estremi c’è la specie umana – o la vita – che se da un lato danza gioiosamente esorcizzando le proprie paure, dall’altro sembra essere suo malgrado parte di un movimento perpetuo e vorticoso del quale si è obbligatoriamente parte. Non solo: come si può vedere nell’angolo in basso a sinistra, il cerchio sembra essere sul punto di spezzarsi. Questo instilla un senso di pericolo e rimanda alla caducità degli eventi e ai pericoli che la vita sa riservare.