Il Trono di Spade: tutta la storia ufficiale mai raccontata | Libri Mondadori

Il Trono di Spade: la storia ufficiale mai raccontata nel nuovo libro di James Hibberd

13 ottobre 2020
di Redazione Libri Mondadori

Centinaia di uomini urlano. I soldati coperti di armature si lanciano alla carica, ululando di rabbia, in un cozzare di spade e scudi, lottando per far presa con gli stivali nella melma che ricopre il terreno. Lentamente, dolorosamente, alcuni guerrieri sono ricacciati indietro contro una pila torreggiante di cadaveri. Il mucchio di corpi è un ammasso di uomini e cavalli sgozzati, orribilmente aggrovigliati come in una rappresentazione gotica dell’inferno. In lontananza, uomini flagellati bruciano su crocefissi. «State morendo!» urla un aiuto regista. «È la cosa principale che dovete ricordare: state morendo!»

Il fuoco non uccide un drago: James Hibberd racconta tutti i retroscena de Il Trono di Spade, lo show più seguito del mondo



Nel 2008, quando
accettò l'incarico routinario di intervistare due showrunner alla prima esperienza di nome David Benioff e Dan Weiss, James Hibberd (allora giornalista per l'Hollywood Reporter) non immaginava che l'episodio pilota della nuova serie a cui i due stavano lavorando sarebbe diventato il primo passo per la nascita del più grande spettacolo del mondo.
HBO aveva dato il via libera al progetto di una serie fantasy per adulti basata sull'adattamento dei libri di George R.R. Martin che allora era già riconosciuto come autore prolifico e premiato ma che di lì a poco avrebbe conquistato milioni di lettori e spettatori con le sue storie.
Cominciava così l'avventura di Hibberd con Il Trono di spade, di cui si è occupato per oltre tredici anni seguendo gli avanzamenti della serie, il cast, le riprese e che oggi viene raccontata in un libro che ne svela tutti i retroscena: Il fuoco non uccide un drago.


Vale la pena ricordare che prima di diventare il padre degli Stark e dei Lannister, dei Dothraki e dei metalupi, prima della nascita del suo primo drago, Martin era un ragazzino dotato di un’immaginazione sfrenata.
La sua prima storia fantastica, intitolata "Il castello delle tartarughe", era ispirata alla vita delle tartarughine d'acqua che teneva in un castello giocattolo.
Il piccolo George prese a immaginarne i destini, le morti, le avventure esattamente come da grande avrebbe fatto con i suoi personaggi più grandi, gli stessi di cui ci siamo innamorati tra pagine e schermi. 


James Hibberd non aveva mai letto Martin e, incuriosito dal racconto che Benioff e Weiss avevano fatto del progetto dello show, acquistò il primo romanzo delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.
Si trovò davanti un mondo di personaggi che non erano i soliti maghi o elfi e che vivevano, lottavano e morivano (il famoso mantra: "Chiunque potrebbe morire") in un modo completamente diverso da quanto accadeva nei libri e nelle serie fantasy che fino a quel momento avevano avuto maggiore successo, da Tolkien in poi.


Quell'autore aveva la capacità di tenere i lettori incollati alle pagine e di sorprendere con colpi di scena che lasciavano tramortiti dall'emozione. E le sue creature erano così sfaccettate e umane che in ognuna si riusciva a immedesimarsi.
Questi erano gli elementi che rendevano grandi i libri e che, Hibberd lo intuì, avrebbero reso la serie tv qualcosa di nuovo nel panorama delle serie fantastiche.
In pochi ci credettero sulle prime, in molti la definirono una semplice scommessa. Tutti furono costretti a ricredersi. 

Il fuoco non uccide un drago

James Hibberd

Esiste una storia de Il Trono di Spade ancora da raccontare: l'incredibile percorso durato tredici anni che ha visto coinvolti creatori, cast, troupe nel realizzare questo straordinario spettacolo. In Il fuoco non uccide un drago James Hibberd svela ogni segreto, dai primissimi incontri del team creativo alla messa in onda del finale della serie, compresi gli scontri sul set e le difficoltà vis...

Scopri di più

Il fuoco non uccide un drago è il libro che gli appassionati del fenomeno de Il Trono di Spade hanno tanto atteso: l'autore svela ogni segreto delle otto stagioni della serie, dai primissimi incontri del team creativo alla messa in onda del finale della serie, compresi gli scontri sul set, le difficoltà vissute durante le riprese, i retroscena più curiosi e i dettagli più affascinanti.

Il volume, che dialoga anche con la vasta produzione di articoli che Hibberd ha prodotto durante questi anni sul tema, contiene oltre cinquanta interviste esclusive a produttori, produttori esecutivi, cast e troupe condotte dopo il finale dello show e un inserto fotografico con scatti esclusivi.

Ripercorrendo passo dopo passo l'avventura di cui è stato spettatore, racconta così come ha preso forma la serie dei record che ha più influito sulla cultura pop e sull'immaginario collettivo degli ultimi anni.
Quel mondo raffinato di fantasie, personaggi, trame intricate dal quale, una volta entrati, è impossibile uscire.


 

Il fuoco non uccide un drago: cinque curiosità che scoprirete leggendo il libro su Il Trono di Spade



* Nelle prime stagioni della serie George R.R. Martin ebbe un ruolo importante nel casting. Tutti i giorni gli mandavano un link con ventitré persone diverse che leggevano le varie parti del copione.
Lui le guardava e poi scriveva valutazioni particolareggiate per Benioff e Weiss.


* Maisie Williams (Arya Stark) e Sophie Turner (Sansa Stark) si conobbero a una delle audizioni e furono messe insieme per un provino a due nei rispettivi ruoli.
Le due legarono all'istante. Maisie uscì pensando: “Anche se non ottengo la parte di Arya, vorrei che Sophie avesse quella di Sansa”.
Benioff racconta che sul set ridacchiavano sempre insieme ma nell’istante in cui si diceva: 'Azione' si saltavano alla gola in maniera assolutamente credibile. "Essere amici rende più facile agli attori recitare l’ostilità".

* Durante le sue otto stagioni Il Trono di Spade ha infranto molti record. Uno di questi è la più lunga scena di tortura di un personaggio di una fiction televisiva.
Theon Greyjoy viene catturato da Ramsay, il figlio bastardo di Roose Bolton, alla fine della seconda stagione e non riesce a sottrarsi alle sue grinfie fino al finale della quinta stagione.


* Richard Plepler, ex co-presidente e amministratore delegato della HBO, ha raccontato che Barack Obama è un grande fan dello show. Si trovavano insieme a una cena di Stato quando il Presidente gli disse: "Ho bisogno dei miei episodi".
E aggiunge: "Più tardi, mentre ce ne stavamo andando, sentii che mi chiamava. Ero elettrizzato, credevo che volesse la mia opinione su qualcosa. Ma lui disse: 'E non se lo dimentichi: voglio quegli ultimi due episodi'. Risposi: 'Le prometto, signor presidente, che avrà i suoi episodi'".


* Il cast e la troupe della serie adoravano le feste. Al gruppo piaceva divertirsi e ci furono delle occasioni in cui se la spassarono alla grande.
Le feste di fine stagione all’EastWest Beach Club di Dubrovnik furono epiche come quello che si vedono sullo schermo.

Benioff e Weiss buttarono giù una proposta spavalda (e, come si scoprì, profetica) in cui si leggevano affermazioni del tipo: “Il pubblico brama il Trono di Spade. La guarderanno, e continueranno a guardarla, e diranno a tutti quelli che conoscono di guardarla, e non faranno che parlarne a cena, al lavoro, a casa.

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