Queen & Slim, la recensione
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Queen & Slim, la recensione

Nelle sale il film che racconta la storia di due giovani afroamericani alle prese con l'ennesimo episodio di sopruso e di violenza da parte della polizia bianca, ma da una prospettiva originale

Queen & Slim, la recensione

Nelle sale il film che racconta la storia di due giovani afroamericani alle prese con l'ennesimo episodio di sopruso e di violenza da parte della polizia bianca, ma da una prospettiva originale

Queen & Slim
PANORAMICA
Regia (3)
Interpretazioni (3)
Sceneggiatura (2.5)
Fotografia (3.5)
Montaggio (3)
Colonna sonora (2.5)

Modesto cassiere di un supermercato lui, “eccellente” avvocato lei, Ernest e Angela cenano insieme quasi per caso. Lui vorrebbe rivederla, lei no. Ma il destino decide altrimenti. Fermati dalla polizia lungo una strada deserta di Cleveland, un controllo di routine degenera in tragedia. Il poliziotto abusa della sua autorità e arresta Ernest, Angela esce dalla vettura, l’agente spara e la ferisce. Segue una colluttazione e Ernest lo abbatte involontariamente. Malgrado la legittima difesa, il panico ha il sopravvento. Slim e Queen impareranno ad amarsi, tra l’Ohio e la Florida.

Queen & Slim, il film arrivato nelle sale distribuito da Universal, che ha deciso di anticiparne l’uscita per rispondere attivamente all’emergenza sanitaria in atto, racconta di due giovani in fuga. Dalle storture della violenza consumata con leggerezza per le strade dell’America, dalla cecità feroce del loro fato, forse perfino da se stessi e dall’identità che il tragico evento cui sono stati sottoposti brutalmente ha cucito loro addosso. Come in Gangster Story (in originale Bonnie and Clyde) e in Thelma & Louise, i due personaggi evocati dal titolo fanno della natura errabonda della loro condizione il motore di un nuovo riconoscimento, il solo salvacondotto per le proprie ferite.

Siamo nell’America di Trump e la messa in scena della regista Melina Matsoukas, guidata dalla sceneggiatura di Lena Waithe, si muove nel genere on the road a partire da una morte che per una volta non investe il malcapitato individuo afroamericano di turno, ma il tutore della legge che si è abbandonato ai suoi istinti razzisti più bassi. Scene come quelle che aprono Queen & Slim negli ultimi anni le abbiamo viste trasposte sul grande schermo in decine di occasioni, ma in questo caso le dinamiche sono sovvertite.

Ciò è riconducibile a un fatto di cronaca non privo di scossoni e conseguenze (scandite con qualche macchinosa lungaggine nelle oltre due ore di durata), che porterà i due protagonisti a veleggiare verso qualcosa di molto più grande di loro, a riscoprirsi corpi pulsanti e senzienti. La corporalità nera nel cinema statunitense di oggi è dopotutto in costante evoluzione, come conferma la new wave di cinema black capitanata da Jordan Peele, che coi suoi horror ha contribuito a mettere a fuoco in maniera allucinata il posto dei cittadini di colore nella società a stelle e strisce, e Barry Jenkins, che proprio all’estetica dei corpi neri e alla loro abbagliante lucentezza, sottratta a ogni pietismo autolesionista, ha dedicato i suoi Moonlight e Se la strada potesse parlare (senza dimenticare il classismo allarmante di una gemma bizzarra e imperdibile come Sorry to Bother You).

Con Scappa – Get Out di Peele Queen & Slim condivide il protagonista, Daniel Kaluuya, affiancato dalla co-protagonista Jodie Turner-Smith, altrettanto magnetica. Il lungometraggio della Matsoukas segue la trasformazione di entrambi da vittime a icone mediatiche: un processo che li porta a farsi portavoce di proteste e istanze collettive più ampie e che li vedrà immersi in un’osmosi sempre più profonda, sempre più erotica. A unirli non c’è solo l’amplesso che lega i loro corpi innamorati ma anche marchiati a fuoco da un trauma irreversibile, amplificato dalle distanze siderali dei chilometri percorsi (un coito privo di risoluzione, e dunque anche di vero godimento), ma anche la pervasività nell’immaginario che li porta a diventare, a tutti gli effetti, Queen e Slim: una penetrazione ben più cruciale e senza ritorno, destinata a cambiare le loro vite e a gettare una luce per una volta meno nera sull’America.

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