City-Inter, l'attesa di Kyle Walker: "Odio giocare di sera, prima mangio, dormo e vago per l'hotel" - la Repubblica

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City-Inter, l'attesa di Kyle Walker: "Odio giocare di sera, prima mangio, dormo e vago per l'hotel"

Kyle Walker, 33 anni, difensore del Manchester City
Kyle Walker, 33 anni, difensore del Manchester City (reuters)
Parla il difensore inglese, in dubbio per la finale di Champions League a Istanbul: “Sono vecchio, ma recupererò. La sconfitta contro il Chelsea due anni fa e in nazionale contro l’Italia ci daranno ancora più forza e fiducia. Rispettiamo i nerazzurri: ma se saremo noi stessi, diventeremo una delle squadre più forti di sempre"
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MANCHESTER - “Perché oggi non mi sono allenato? È perché sono vecchio..”. Non ho l’età, canta Kyle Walker, ma secondo lui giocherà comunque la finale di Champions League contro l’Inter, anche se il terzino della nazionale inglese martedì era l’unico assente alla partitella del Manchester City cui alcuni giornalisti, tra cui Repubblica, hanno potuto assistere. “Sto bene”, ci dice subito dopo la fine dell’allenamento, “credo di farcela”. L’allenatore Guardiola non si fa illusioni su Walker, sabato sostituito nella finale di FA Cup vinta contro lo United dopo un colpo al petto: “Lunedì Kyle aveva mal di schiena, ho preferito tenerlo a riposo oggi”. Insomma, si valuterà giorno per giorno. Ma visto come ha imbrigliato Vinicius Junior in semifinale, Walker sarebbe utilissimo contro i nerazzurri.

Walker, come arrivate a questa finale di Istanbul? Con la pressione di dover vincere per forza?
“No, è un percorso. Si cresce anche attraverso le delusioni, le vittorie sfiorate: questo vale per tutte le grandi squadre. Sinora non abbiamo mai vinto la Champions, ma l’importante è essere sempre lì e provarci, come con la nazionale inglese: prima una semifinale, poi una finale persa contro l'Italia… alla fine speriamo che stavolta le cose vadano per il verso giusto”.

Quindi dopo la finale di Champions persa contro il Chelsea due anni fa, ora siete più fiduciosi?
“Sicuramente ci è stato di esperienza. Alla prima sei sempre un po’ disorientato e puoi pagare lo scotto. Quest’anno abbiamo più consapevolezza. Ma credo che la chiave per noi sia fare ciò che sappiamo fare. Certo, dobbiamo tenere in considerazione la partita, un avversario come l’Inter. Ma se riusciamo a giocare il nostro calcio e a fidarci come sempre di noi stessi, possiamo farcela: perché è più facile che Haaland faccia un gol, che De Bruyne faccia un assist… in ogni caso, dobbiamo vincere a tutti i costi”.

Nella prima parte di questa stagione Guardiola non l’ha utilizzata spesso, ora invece è tornato titolare, come mai?
“Decide l’allenatore e bisogna accettarlo, giusto o sbagliato che sia. L’importante, anche quando non si gioca, è allenarsi con costanza, in palestra e sul campo, e farsi sempre trovare al massimo quando serve. Come è successo a me”.

Giocatori di esperienza come lei ancora sentono una forte pressione prima di una partita del genere?
“No, ho 33 anni e non è mai troppo nervosi. È più eccitazione positiva. Più che altro odio le partite che si giocano alle 8 di sera, perché devi aspettare tutto il giorno prima di scendere in campo. In Premier invece si gioca subito, nel pomeriggio, e via”.

E cosa fa per ingannare l’attesa e la tensione?
“Mangio, dormo, vago per l’hotel, faccio una penichella il pomeriggio. Anche perché dopo le partite non dormo mai”.

Il triplete è riuscito solo a un’altra squadra inglese in passato, il Manchester United di Sir Alex Ferguson.
“Quella squadra era invincibile, una delle migliori della storia del calcio. Anche noi possiamo diventarlo, ne abbiamo i mezzi, ma non sarà automatico. L’Inter è una grande squadra, bisogna rispettarli”.

Guardiola ha detto che se non vincete questa Champions, il vostro lavoro non verrà riconosciuto a pieno. Lei cosa ne pensa?
“Che la vinciamo o meno, non definirà le nostre vittorie di questi ultimi sei anni, nei quali abbiamo vinto cinque Premier League. Sappiamo che siamo una grandissima squadra. Ma ora tocca consacrarci a livello mondiale e perciò questa Champions per noi è un’opportunità unica”.

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