GLI ANNI DEL Centrismo E Della Guerra Fredda - GLI ANNI DEL CENTRISMO E DELLA GUERRA FREDDA Nella - Studocu
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GLI ANNI DEL Centrismo E Della Guerra Fredda

Centrismo
Corso

Storia contemporanea (06715)

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Anno accademico: 2019/2020
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GLI ANNI DEL CENTRISMO E DELLA GUERRA FREDDA

Nella prima metà del 1947 ci fu una svolta politica decisiva per la vita della repubblica italiana. Dopo una visita di Stato negli Usa e la firma del trattato di pace, De Gasperi attuò una svolta in senso moderato e in una prospettiva filoccidentale e anticomunista. Nel quadro della guerra fredda, la concessione degli aiuti americani, veniva subordinata a una chiara adesione italiana al blocco occidentale. In questo contesto Pci e Psi uscirono dal governo e passarono all'opposizione. Il nuovo ministero( 1947-1948) fu formato da Democrazia cristiana e liberali, con l'appoggio esterno dell'Uomo qualunque. In questa fase, De Gasperi avviò una decisa azione di risanamento economico e di lotta all'inflazione, anche attraverso la politica economica di Luigi Einaudi, vicepresidente del Consiglio e ministro del Tesoro e del Bilancio. Fra il 1948 e il 1953 si avviò così la prima rilevante fase di crescita del paese.

Il 18 aprile 1948 si tennero le prime elezioni politiche repubblicane. La Dc sfiorò la maggioranza assoluta, mentre socialisti e comunisti, presentatisi uniti nel Fronte democratico popolare, registrarono una dura sconfitta. Furono le vicende della politica internazionale a imprimere una forte pressione in senso anticomunista sul corpo elettorale: la minaccia del governo americano di sospendere il piano Marshall in caso di vittoria delle sinistre; le drammatiche notizie del colpo di Stato comunista a Praga nel 1948. Tutto ciò aveva contribuito a far apparire il voto per la Democrazia cristiana come una scelta a favore degli Stati Uniti, in chiave anticomunista.

Il 18 aprile 1948 ebbe così inizio il predominio democristiano come elemento centrale nell'assetto politico dello Stato. Malgrado il successo conseguito, De Gasperi, rendendosi contro dell'importanza di avere un'ampia base parlamentare, strinse con socialdemocratici, liberali e repubblicani un'alleanza quadripartitica. Cominciava così la fase della vita politica italiana detta del 'centralismo. Il centralismo era una formula politica caratterizzata da coalizioni di governo di 'centro', guidate dalla Dc.

La campagna elettorale si era svolta in un clima di violento scontro ideologico. Il 14 luglio 1948, un esaltato studente di destra ferì Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista, nei pressi del Parlamento. Ma quando la notizia dell'attentato si diffuse, venne proclamato uno sciopero generale al quale parteciparono in massa contadini e operai.

Immediata conseguenza dello sciopero generale fu la rottura dell'unità sindacale tra i tre partiti di massa. Infatti cattolici, repubblicani e socialisti dopo lo sciopero accusarono i dirigenti della Cgil di dipendere troppo strettamente dal Partito comunista, e fondarono negli anni seguenti due nuove organizzazioni. Vennero così a crearsi tre distinti sindacati: una nuova Cgil (Confederazione generale italiana del lavoro); la Cisl (Confederazione italiana sindacati lavoratori) di orientamento democristiano; la Uil (Unione italiana lavoratori) di orientamento repubblicano e socialdemocratico.

La coalizione centrista quadripartitica riuscì a dare all'Italia una maggioranza governativa per l'intera prima legislatura. L'adesione al piano Marshall comportò fin dal 1948 l'ingresso del paese nei previsti organismi internazionali di coordinamento. Nell'aprile 1949, l'Italia entrò a far parte del Patto atlantico e della Nato; nel maggio 1949 fu tra i membri fondatori del Consiglio d'Europa, e nel 1951 diede vita alla Ceca, la Comunità europea del carbone e dell'acciaio.

Sul piano economico interno, in un'Italia ancora prevalentemente agricola, una delle maggiori emergenze era quella della riforma agraria. Il governo inaugurato nel 1948 manifestò l'intenzione di eliminare il latifondo improduttivo, cioè i terreni incolti dai grandi proprietari. Furono così proposti massicci espropri, ma tale iniziativa incontrò in Parlamento una decisa resistenza da parte delle forze conservatrici. Ecco perchè tra la fine del 1949 e la primavera del 1950 i braccianti e i contadini senza terra occuparono ampie aree di terreno incolto o solo in parte coltivato. Il governo a quel punto fu costretto a formulare nel 1950 tre disegni di legge di riforma agraria.

Gli anni Cinquanta furono caratterizzati da un deciso impegno del governo nei confronti della questione meridionale, soprattutto con l'istituzione della Cassa per il Mezzogiorno, volta a sostenere lo sviluppo economico e produttivo del Sud del paese. La Cassa per il Mezzogiorno contribuì a creare le prime indispensabili infrastrutture nell'Italia meridionale. Al fine di ridurre la disparità di condizioni economiche fra Nord e Sud fu varato nel 1955 il piano decennale di incremento e di sviluppo dal ministro del Bilancio Ezio Vanoni. Il pian, secondo il modello della programmazione economica, prevedeva un intervento più incisivo dello Stato nell'economia e mirava a ottenere un incremento della produttività del pese e la creazione di nuovi posti di lavoro. Nonostante fosse stato approvato dal Parlamento, il piano Vanoni finì per restare inattuato.

Elemento portante della modernizzazione economica del paese fu dunque il diretto intervento dello Stato. Il governo si impegnò anche nella costituzione e riorganizzazione di diversi enti, tra i quali l'Istituto per la ricostruzione industriale. In campo petrolifero ed energetico nel 1953 fu fondato l'Ente nazionale idrocarburi. Nel 1949 l'allora ministro del Lavoro Amintore Fanfani istituì l'Ina- Casa, ente statale preposto al rilancio dell'edilizia popolare.

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GLI ANNI DEL CENTRISMO E DELLA GUERRA FREDDA
Nella prima metà del 1947 ci fu una svolta politica decisiva per la vita della repubblica italiana.
Dopo una visita di Stato negli Usa e la firma del trattato di pace, De Gasperi attuò una svolta in
senso moderato e in una prospettiva filoccidentale e anticomunista. Nel quadro della guerra fredda,
la concessione degli aiuti americani, veniva subordinata a una chiara adesione italiana al blocco
occidentale. In questo contesto Pci e Psi uscirono dal governo e passarono all'opposizione. Il nuovo
ministero( 1947-1948) fu formato da Democrazia cristiana e liberali, con l'appoggio esterno
dell'Uomo qualunque. In questa fase, De Gasperi avviò una decisa azione di risanamento
economico e di lotta all'inflazione, anche attraverso la politica economica di Luigi Einaudi,
vicepresidente del Consiglio e ministro del Tesoro e del Bilancio. Fra il 1948 e il 1953 si avviò così
la prima rilevante fase di crescita del paese.
Il 18 aprile 1948 si tennero le prime elezioni politiche repubblicane. La Dc sfiorò la maggioranza
assoluta, mentre socialisti e comunisti, presentatisi uniti nel Fronte democratico popolare,
registrarono una dura sconfitta. Furono le vicende della politica internazionale a imprimere una
forte pressione in senso anticomunista sul corpo elettorale: la minaccia del governo americano di
sospendere il piano Marshall in caso di vittoria delle sinistre; le drammatiche notizie del colpo di
Stato comunista a Praga nel 1948. Tutto ciò aveva contribuito a far apparire il voto per la
Democrazia cristiana come una scelta a favore degli Stati Uniti, in chiave anticomunista.
Il 18 aprile 1948 ebbe così inizio il predominio democristiano come elemento centrale nell'assetto
politico dello Stato. Malgrado il successo conseguito, De Gasperi, rendendosi contro
dell'importanza di avere un'ampia base parlamentare, strinse con socialdemocratici, liberali e
repubblicani un'alleanza quadripartitica. Cominciava così la fase della vita politica italiana detta del
'centralismo. Il centralismo era una formula politica caratterizzata da coalizioni di governo di
'centro', guidate dalla Dc.
La campagna elettorale si era svolta in un clima di violento scontro ideologico. Il 14 luglio 1948, un
esaltato studente di destra ferì Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista, nei pressi del
Parlamento. Ma quando la notizia dell'attentato si diffuse, venne proclamato uno sciopero generale
al quale parteciparono in massa contadini e operai.
Immediata conseguenza dello sciopero generale fu la rottura dell'unità sindacale tra i tre partiti di
massa. Infatti cattolici, repubblicani e socialisti dopo lo sciopero accusarono i dirigenti della Cgil di
dipendere troppo strettamente dal Partito comunista, e fondarono negli anni seguenti due nuove
organizzazioni. Vennero così a crearsi tre distinti sindacati: una nuova Cgil (Confederazione
generale italiana del lavoro); la Cisl (Confederazione italiana sindacati lavoratori) di orientamento
democristiano; la Uil (Unione italiana lavoratori) di orientamento repubblicano e socialdemocratico.
La coalizione centrista quadripartitica riuscì a dare all'Italia una maggioranza governativa per
l'intera prima legislatura. L'adesione al piano Marshall comportò fin dal 1948 l'ingresso del paese
nei previsti organismi internazionali di coordinamento. Nell'aprile 1949, l'Italia entrò a far parte del
Patto atlantico e della Nato; nel maggio 1949 fu tra i membri fondatori del Consiglio d'Europa, e nel
1951 diede vita alla Ceca, la Comunità europea del carbone e dell'acciaio.
Sul piano economico interno, in un'Italia ancora prevalentemente agricola, una delle maggiori
emergenze era quella della riforma agraria. Il governo inaugurato nel 1948 manifestò l'intenzione di
eliminare il latifondo improduttivo, cioè i terreni incolti dai grandi proprietari. Furono così proposti
massicci espropri, ma tale iniziativa incontrò in Parlamento una decisa resistenza da parte delle
forze conservatrici. Ecco perchè tra la fine del 1949 e la primavera del 1950 i braccianti e i
contadini senza terra occuparono ampie aree di terreno incolto o solo in parte coltivato. Il governo a
quel punto fu costretto a formulare nel 1950 tre disegni di legge di riforma agraria.