Peter Stein-Maddalena Crippa “Raccontiamo un Cechov comico. La Sicilia? Ci siamo conosciuti qui” - la Repubblica

Palermo

L’intervista

Peter Stein-Maddalena Crippa “Raccontiamo un Cechov comico. La Sicilia? Ci siamo conosciuti qui”

Maddalena Crippa

Maddalena Crippa

 
Da venerdì al Biondo i tre atti unici “Crisi di nervi” messi in scena dal regista tedesco: “Non mi ritrovo più nel teatro di oggi”
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Dimenticate le atmosfere del “Gabbiano” e di “Tre sorelle” perché il Cechov che Peter Stein porta in scena venerdì al teatro Biondo è venato d’umorismo, di sarcasmo, di comicità. È una Crisi di nervi distribuita in tre atti unici interpretati da una compagnia che vede in testa Maddalena Crippa, mentre il regista tedesco annuncia che questo potrebbe essere il suo ultimo atto: «Non mi ritrovo più nel teatro di oggi così tecnologico», dice amaro.

Scopriremo un altro Cechov, allora?

Stein: «Io ho sempre avuto grande interesse per questi atti unici che sono il risultato di un disastro perché quando era molto giovane Cechov amava il teatro ma non gli attori. Ha scritto due grandi pezzi teatrali a vent’anni ma è rimasto un solo testo: suo fratello Alessandro gli disse di buttare via uno di questi due pezzi e l’altro è stato rifiutato da Mosca. È rimasto deluso, ha detto a suo fratello che avrebbe fatto solo il vaudeville e ha scritto questi atti unici sulla base del grottesco, del comico, dell’inverosimile, dell’assurdo. Io ho fatto Tre sorelle a Mosca, è stato un enorme successo, ma questi atti unici mi interessano molto: è rischioso, sono personaggi in situazioni estreme. Ne “L’orso” c’è un uomo che sfida a duello una donna che gli deve dei soldi, ne “La domanda di matrimonio c’è un uomo che non ha il coraggio di chiedere la mano della donna e litigano in continuazione: è un’immagine veramente disastrosa delle nozze».

Ecco, “L’orso”: che personaggio è questa donna tiene che tiene testa al suo creditore?

Crippa: «È una donna fantastica, adoro questo personaggio: è una lottatrice. Il debito non l’ha contratto lei ma da lì parte una bellissima lotta tra i due perché lui si trova davanti a una donna che non è affatto una gatta morta ma è una che sfida, che sa lottare. Da questa sfida poi scatta l’innamoramento tra i due. È un gioco, uno scherzo, ma Cechov è fantastico come sempre: il pubblico ha la possibilità di scoprire tutti i meccanismi dell’animo umano».

Una scena di "Crisi di nervi" con Maddalena Crippa e Alessandro Sampaoli (foto Tommaso Le Pera)
Una scena di "Crisi di nervi" con Maddalena Crippa e Alessandro Sampaoli (foto Tommaso Le Pera) 

Come si rende sulla scena questa leggerezza?

Stein: «La prima cosa è che bisogna usare una scenografie semplice. Ne “I danni del tabacco” la scenografiaè il palcoscenico ma la cosa importantissima è incitare gli attori a fare cose estreme, a immedesimarsi al massimo livello possibile».

Crippa: «È sempre entusiasmante fare Cechov con Peter che dà questa possibilità di verità e di entrare veramente nelle cose, di dare peso a cose lontane : l’attualità è l’animo umano, la cosa meravigliosa è scoprire che una cosa così lontana ci riguarda profondamente».

Stein, la Sicilia occupa un posto importante nella sua carriera: di recente ha fatto un film sul viaggio di Goethe in Sicilia.Davvero l’Isola è “la chiave di tutto”?

Stein: «Con la Sicilia ho una relazione abbastanza intensa. Ho lavorato a Siracusa, ho amici qui, mi ha sempre affascinato questo mix di culture pazzesco, una popolazione difficilissima da definire, enormi problemi, una grandissima ospitalità che in tutto il resto d’Italia non si trova. Ho ricevuto il premio La Rosa d’oro a Palermo e sono Custode della bellezza a Siracusa: l’ultima volta in Sicilia ero con il presidente tedesco Steinmeier e con Mattarella».

Ha citato Siracusa e allora parliamo di quel carro del sole di “Medea”, eravamo nel 2004, che prendeva il volo.

Stein: «Ho sempre la tendenza a non fare enormi scenografie, ho messo solo una grande gru perché volevo mostrare questa cosa assurda, il carro del sole che porta via Medea alla fine dello spettacolo: mi hanno dato i mezzi per poterlo fare ed è stata una grande soddisfazione anche se alla prima ho detto che per me era una prova generale perché questo effetto non avevamo mai avuto la possibilità di provarlo. Temevo di dovere interrompere lo spettacolo perché magari l’attrice sarebbe stata in pericolo ma alla fine ha funzionato».

La stagione di Siracusa debutta fra due giorni: Crippa, qual è il personaggio, fra i tanti interpretati al teatro greco, che le è rimasto dentro?

Crippa: «Forse Medea perché è stato il primo personaggio che ho interpretato lì. Adoro Ortigia, adoro il teatro greco, lì c’è un feedback col pubblico che ormai non si trova più: incontri la gente ti riconosce, ti ferma per strada, è una cosa bellissima perché in nessun altro posto gli spettacoli hanno una tenitura così lunga. Ma anche Palermo è speciale per me: io e Peter ci siano conosciuti nell’89 davanti alla chiesa della Catena».

Stein, davvero questa potrebbe essere la sua ultima regia?

Stein: «Ho 87 anni, il teatro dal quale vengo non esiste più: tutta questa tecnologia, altoparlanti fortissimi, i ledwall, io non mi sento più parte di questo mondo. E non ho nessun altra offerta al momento. Vedremo. La cosa commovente è la relazione con questi sei attori: sono grato a loro siamo un gruppo molto coeso».

E così signora Crippa? Una compagnia confermata dopo “Compleanno” di Pinter per manifesta unità?

Crippa: «Compleanno è stata esperienza così felice che abbiamo voluto fare un’altra cosa assieme e Peter ha pensato a questi tre atti unici. C’è questo fidarsi, tra noi, questo rispondersi, questo crescere: è una gioia».

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