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Il Natale in Grecia. Una panoramica delle tradizioni popolari natalizie

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Il natale visto dall'Acropoli di Atene

Il natale visto dall'Acropoli di Atene

di Pompeo Maritati

Il Natale in Grecia è una delle più grandi feste religiose dell’anno, seconda solo alla Pasqua. La Chiesa greca, di rito ortodosso, condivide con quella cattolica il calendario gregoriano e quindi festeggia il Natale il 25 dicembre, ma i riti si estendono per tutto il periodo natalizio, fino al 6 gennaio, giorno dell’Epifania o Theofania, che ricorda il battesimo di Cristo da parte di San Giovanni Battista sulle rive del fiume Giordano.

Il periodo natalizio in Grecia inizia il 6 dicembre, con la festa di San Nicola, il santo protettore dei marinai, che ha dato origine alla figura pagana di Babbo Natale. Le tradizioni natalizie greche sono molto diverse da quelle di altri paesi europei, sia per l’influenza della religione ortodossa che per le radici antiche e pagane.

Le decorazioni natalizie

Prima che la Grecia adottasse l’albero di Natale, le decorazioni tradizionali erano delle barche a vela in legno, chiamate karavaki, decorate con luci scintillanti o dei rametti di basilico avvolti in una croce di legno. Questa tradizione è ancora viva soprattutto sulle isole, dove le barche simboleggiano la speranza per il ritorno dei marinai. L’albero di Natale è arrivato in Grecia solo nel XIX secolo, per opera del re Ottone I di Baviera e della sua consorte Amalia.

La barca a vela simbolo del natale greco

La vigilia di Natale

La mattina del 24 dicembre i bambini ricevono come regali una sacca e un bastone e con questi vanno in giro di casa in casa, cantando e suonando triangoli e tamburi, recitando poesie dedicate al Natale e intonando inni alla nascita di Gesù. Queste melodie sono chiamate kalanda e sono accompagnate da auguri di buona fortuna. Durante questo giro, i bambini ricevono dei doni, che consistono in biscotti e frutta secca, tra cui i tradizionali kourabiedes (biscotti al burro con mandorle e zucchero a velo) e i melomakarona (biscotti al miele con noci).

La sera della vigilia si riunisce la famiglia per il cenone, che varia da regione a regione. In genere si consumano piatti a base di pesce o verdure, come la bakaliaros skordalia (baccalà fritto con salsa all’aglio) o la spanakopita (torta salata con spinaci e feta). Si evita la carne perché si osserva un periodo di digiuno che dura dal 15 novembre al 24 dicembre.

Il giorno di Natale

Il natale visto dall'Acropoli di Atene
Il natale visto dall’Acropoli di Atene

La mattina del 25 dicembre si va in chiesa per assistere alla messa del Natale. Poi si torna a casa per il pranzo con i parenti, dove si consumano piatti tipici come la galopoula (tacchino farcito con castagne e frutta secca), l’arni psito (agnello arrosto con patate), il kokoretsi (intestini d’agnello avvolti attorno a uno spiedo) e il christopsomo (il pane di Cristo). Quest’ultimo è un pane speciale decorato con simboli augurali come una croce, una stella o una colomba. Al centro del pane si mette una moneta che porta fortuna a chi la trova nella sua fetta.

I dolci tipici del giorno di Natale sono la vasilopita (una torta lievitata con una moneta nascosta all’interno) e il diples (una pasta fritta ricoperta di miele e noci). Si beve anche il rakomelo, un liquore a base di raki (un distillato di vinaccia) e miele, aromatizzato con chiodi di garofano e cannella.

Chi porta i doni a Natale in Grecia?

In Grecia non è Babbo Natale a portare i regali ai bambini, ma Agios Vasilis (San Basilio), il santo patrono della città di Cesarea in Cappadocia, che si festeggia il primo gennaio. Si narra che San Basilio fosse un vescovo molto generoso e caritatevole, che distribuiva i suoi averi ai poveri. Una notte, per sfuggire alla tassa imposta dall’imperatore, i cittadini di Cesarea nascosero i loro gioielli nella chiesa. San Basilio, per restituire i beni ai legittimi proprietari, li mise in dei panetti di pane e li distribuì a caso. Miracolosamente, ogni famiglia ricevette il proprio tesoro.

San Basilio

Il taglio della vasilopita

La notte di Capodanno si taglia la vasilopita, la torta di San Basilio, che contiene una moneta d’oro o d’argento. Il taglio avviene secondo un rituale preciso: la prima fetta è dedicata a Cristo, la seconda alla Madonna, la terza a San Basilio, la quarta alla casa e poi si procede con l’ordine gerarchico dei membri della famiglia, dal più anziano al più giovane. Chi trova la moneta nella sua fetta avrà fortuna per tutto l’anno.

La vasilopita contenente una moneta d’argento o d’oro

La Theofania

Il 6 gennaio si celebra la Theofania o Epifania, che ricorda il battesimo di Cristo da parte di San Giovanni Battista. In questo giorno si benedicono le acque con una cerimonia solenne: il prete getta una croce in un fiume, in un lago o nel mare e i fedeli si tuffano per recuperarla. Chi riesce a prendere la croce avrà salute e prosperità. Si crede anche che in questo giorno si manifestino i kallikantzaroi, degli spiriti maligni che infestano le case durante il periodo natalizio.

Il recupero della croce in acqua

Per scacciarli si usa bruciare un ceppo di legno o un melograno. In alcune zone della Grecia, come ad Atene, la notte di capodanno, scoccate le ore zero, il capofamiglia, fa uscire tutti dalla casa, prende un melograno, lo spacca in due e lo butta per terra dentro casa, dopo di che si entra in casa, avendo l’accortezza che il primo che metterà piede in casa è generalmente il più giovane o il più stimato della famiglia.

Spero che questo succinto riepilogo delle tradizioni popolari legate al Natale, nel mondo ellenico siano state di vostro interesse. Come ben potete immaginare, con il trascorrere degli anni alcune di queste tradizioni stanno scomparendo. Peccato!

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