Teatri, musica e cultura: il grande match della destra. Venezi verso il Teatro Massimo ma il sindaco Lagalla resiste su Betta - la Repubblica

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Teatri, musica e cultura: il grande match della destra. Venezi verso il Teatro Massimo ma il sindaco Lagalla resiste su Betta

Beatrice Venezi (foto di Igor Petyx)

Beatrice Venezi (foto di Igor Petyx)

 
Peria lascia la Sinfonica ma Schifani lo vuole a capo del tempio della lirica. Ipotesi Fleres alla Fondazione Federico II. Villoresi, poche chance per un bis al Biondo
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Il primo tempo si chiude con un 1-0 per Fratelli d’Italia. Ma la partita è ancora lunga e, soprattutto, per il finale di gara sarà necessario attendere fin dopo le Europee, quando il risultato elettorale potrà confermare o modificare i rapporti di forza nella coalizione di centrodestra in vista dello spoils system nel mondo della cultura siciliana. Intanto perché le annunciate dimissioni di Andrea Peria alla Fondazione orchestra sinfonica siciliana sono diventate realtà. E insieme al successore dell’ormai ex sovrintendente, fedelissimo di Renato Schifani, adesso occorrerà individuare anche il nuovo direttore artistico della fondazione ospite del Politeama di Palermo, e che succederà all’attuale consulente esterno Dario Oliveri.

Ma sono in scadenza anche le nomine di Marco Betta, compositore e attuale sovrintendente del Teatro Massimo, e del direttore musicale Omer Wellber, oltre a quella della direttrice del Teatro Biondo di Palermo, Pamela Villoresi. Senza contare che il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, non ha ancora nominato il nuovo direttore della Fondazione Federico II dopo il mancato rinnovo del contratto della superburocrate Patrizia Monterosso.

Sei poltrone di potere in tutto, per cambiare il volto della cultura Palermitana. A cominciare dal Teatro Massimo, dove Peria, travolto dalle polemiche e costretto a dimettersi, punta ad approdare per prendersi la sua rivincita, fortemente sponsorizzato dal governatore Renato Schifani. Ma il braccio di ferro è di quelli degni di nota, complice l’ostinazione del sindaco Roberto Lagalla, che al contrario ha apprezzato la qualità e il livello che Betta ha garantito al Massimo e punta a riconfermarlo. A fare muro contro il primo cittadino palermitano è però il ministro meloniano della Cultura Gennaro Sangiuliano, che avrebbe già dato un via libera di massima per l’incarico di direttrice musicale a Beatrice Venezi e chiesto a Lagalla, già un mese fa, di cercare un nome in discontinuità con il passato per il ruolo di sovrintendente.

E se sulla Federico II, dopo l’addio a Monterosso, Galvagno non svela le sue carte, tra i corridoi del Palazzo dei Normanni a circolare con insistenza è il nome dell’ex senatore catanese Salvo Fleres per la guida della Fondazione. Poche chance di riconferma per Pamela Villoresi al Biondo di Palermo, dove circola invece il nome dell’attore e regista Gabriele Lavia per la successione, mentre sono ancora aperte tutte le possibilità sul Politeama. L’unico profilo che circola al momento è quello del regista e commediografo catanese Giuseppe Dipasquale.

Tutti nomi che potrebbero essere bruciati in questa fase in cui, di fatto, non verranno assunte decisioni definitive? Probabile. Perché la resa dei conti è prevista per il post-elezioni, quando tra rimpasto di giunta e spoils system potrebbero cambiare molti equilibri.

Intanto Peria ha ufficializzato il passo indietro al consiglio d’amministrazione, mettendo nero su bianco i risultati portati avanti negli otto mesi alla guida della Foss, con «un incremento del 40 per cento delle presenze e degli incassi al botteghino e un bilancio complessivo di 11 milioni di euro». Rispetto al quale Peria evidenzia «il raddoppio del valore della produzione, che passa dai 569mila euro del 2022 a un milione e 200mila euro nel 2023», mentre gli utili di bilancio sono stati di mezzo milione di euro.

Ma se Peria si congeda sottolineando che l’80 per cento degli utili è stato accantonato in favore dei dipendenti in ragione dell’accordo quadro siglato a Roma con le rappresentanze sindacali, proprio i sindacati proclamano lo stato d’agitazione e indicono un’assemblea per martedì prossimo. «Siamo seriamente preoccupati per la delicata situazione che vede la Fondazione esposta a una vacatio gestionale, che ha ripercussioni sull’immediata attività dell’Orchestra — dicono i segretari territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Fials — visto che non è stata presentata la programmazione della stagione estiva ormai alle porte, e sul conseguente mancato rinnovo delle scritture del personale artistico». Sul delicato quadro che si è venuto a creare interviene anche il dem Antonello Cracolici: «Il silenzio del governo regionale sulla Foss — dice — è agghiacciante».

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