I vini della Contea di Gorizia incantano tutti, l'asta dona 62mila euro • Il Goriziano
I vini della Contea di Gorizia incantano tutti, l'asta dona 62mila euro

I vini della Contea di Gorizia incantano tutti, l'asta dona 62mila euro

in castagnevizza

I vini della Contea di Gorizia incantano tutti, l'asta dona 62mila euro

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 29 Ott 2022
Copertina per I vini della Contea di Gorizia incantano tutti, l'asta dona 62mila euro

Grande successo per la vendita delle bottiglie, acquirenti da tutto il mondo.

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Chi avrebbe immaginato che il territorio della storica Contea di Gorizia e Gradisca, a un secolo dalla sua dissoluzione, si sarebbe ritrovato nuovamente unito grazie all'imperatrice Maria Teresa? Eppure questa è la cartolina offerta ai visitatori giunti nel Goriziano transfrontaliero da tutto il mondo per partecipare alla prima asta "Grandi vini della Contea per la pace".

Oggetto dell'asta sono stati 18 lotti, da 300 bottiglie ciascuno, dei più pregiati vini del Goriziano transfrontaliero: ventimila ettari di vigneti situati nella Valle del Vipacco (Vipava), nel Collio italiano e nella sua parte slovena, la Brda, nei Colli orientali e nella Valle dell'Isonzo, fino ad Aquileia. Una selezione effettuata seguendo le indicazioni fornite dalla "Classificazione dei cru della Contea di Gorizia e Gradisca", pubblicata nel 1787 da Maria Teresa e scoperta solo recentemente dallo storico Stefano Cosma.

Una caratteristica di questa classificazione è che i vari "cru" – francesismo usato nel settore per indicare i vigneti legati al territorio – erano classificati sulla base di un criterio soggettivo: la bontà. Così, i vini giudicati più buoni furono inseriti nella prima classe, per poi scendere a seconda del diverso livello di apprezzamento. "In questo modo – ha spiegato Cosma alla conferenza stampa di ieri – si è potuto ottenere una fotografia della produzione vitivinicola di questo territorio risalente a 240 anni fa, antecedente persino rispetto a quella di Bordeaux".

Proprio la scoperta di questo documento ha ispirato la fondazione dell'organizzazione che ha promosso l'asta: l'Associazione dei Cavalieri della classificazione dei cru dell'imperatrice-regina Maria Theresa. Associazione che annovera tra i propri iscritti vignaioli di fama internazionale, come il visconte francese Charles-Louis de Noüe e lo sloveno Alis Marinič, che hanno saputo valorizzare non solo la qualità dei vini goriziani, ma anche la loro storia, mettendo in particolare rilievo anche il forte legame con la Francia.

Proprio a Gorizia, infatti, venne in esilio con la propria famiglia l'ultimo re francese della dinastia dei Borbone, Carlo X, che, in punto di morte chiese espressamente di essere inumato nel monastero francescano di Castagnavizza. Per tre generazioni i Borboni si insediarono nel capoluogo isontino, attirando numerosi francesi che, a loro volta avrebbero importato e diffuso nella regione vitigni come lo Chardonnay, il Sauvignon e il Pinot.

Ai numerosi imprenditori e appassionati del settore enologico giunti a Gorizia per l'occasione è stato anche permesso di visitare alcuni dei tesori della prossima Capitale europea della Cultura. A cominciare dalla Castagnavizza, che non solo ospita l'unico monarca francese inumato fuori dalla madrepatria, ma che può anche vantare una prestigiosa biblioteca con 11.500 volumi, di cui 32 sono incunaboli: i primi libri prodotti a stampa.

Tra questi – ha spiegato durante la visita la direttrice Mirjam Bracelj – si può consultare anche l'unica versione della prima grammatica slovena con dedica manoscritta dell'autore, Adam Bohorič, risalente al 1584. E proprio nella cantina del monastero sono stati battuti da Maître Stéphane Aubert – il direttore associato della casa d'aste Artcurial – 14 lotti per un valore totale di 62.400 euro. Un tesoretto che sarà devoluto in beneficenza proprio alla Castagnavizza, che ospita anche un centro di recupero per ragazzi tossico dipendenti gestito dalla comunità Incontro.

Ad aggiudicarsi i lotti sono stati imprenditori provenienti da tutto il mondo, tra cui Koichi Sakaguchi, originario di Tokyo e che da molti anni si dedica all'esportazione di vini di qualità dalla Francia al Giappone. Ma sono state coinvolte anche diverse aziende locali come Korsic, Casa delle Rose di Bernot, Ritter de Zahony di Aquileia e Rocca Bernarda. L'evento è stato presieduto da fra' Niko Žvokelj, padre superiore del monastero, e l'ex presidente del Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy, in qualità di console onorario di Francia.

Grazie a questa iniziativa non solo è stato possibile assaggiare per la prima volta tutti i vini presenti alla corte di Maria Teresa, ma si è potuto dimostrare il grande interesse che riesce a suscitare quello che de Noüe ha definito "un triangolo tra Austria, Italia e Slovenia che per secoli, oltre a segnare la storia d'Europa, è stato anche teatro di guerre sanguinose". La sua più grande soddisfazione è stata proprio il riconoscimento che il vino, oggi, è diventato simbolo e laboratorio di pace, usando proprio l'associazione dei Cavalieri di Maria Teresa – composta da italiani, austriaci e sloveni – come esempio.

Nella foto: Koichi Sakaguchi, uno dei acquirenti dei lotti. Foto Daniele Tibaldi

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