Un’eccellenza tutta napoletana: la Nunziatella

Un’eccellenza tutta napoletana: la Nunziatella

La Nunziatella è fiore all'occhiello di Napoli. La scuola militare vanta una storia vastissima e delle tradizioni molto vigorose.

Arte e Cultura
Articolo di , 08 Feb 2021
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Napoli è la città dalle mille sfaccettature, dalle più disparate storie e dalle più suggestive tradizioni.

In particolar modo, fiore all’occhiello e orgoglio nutrito sia in Italia sia all’estero è la Scuola Militare Nunziatella. Essa vanta un’enormità di fatti storici e tradizioni che ancora oggi la rendono orgoglio e vanto di una generazione che crede fortemente ai valori militari e agli insegnamenti che sono impartiti all’interno della Scuola.

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La struttura è situata in uno dei luoghi più belli della città. Immaginatevi nella ricca e superba Piazza del Plebiscito e iniziate a salire verso via Egiziaca a Pizzofalcone fino a via Monte di Dio. Guardandovi intorno, capirete che, mai come questa volta, siete proprio a Napoli. I vicoli stretti, le strade che portano ad un paradiso senza rivali. Avanzate di poco e vi troverete al largo dove, con non poco sforzo, vedrete la mirabile, imponente e maestosa Nunziatella.

La Storia

La sua storia ha inizio, come accademia vera e propria, il 18 novembre del 1787.

Il passato di Napoli ci insegna che, proprio nel XVIII secolo, vigeva un clima di innovazione e di rinnovamento molto particolare.

Sin dai primi anni la Scuola si prefigge due obiettivi molto importanti, perseguiti con ardore e dedizione ancora oggi: offrire sia un’esemplare formazione militare che una perfetta preparazione civile.

Nel 1799 nacque, subito dopo la Rivoluzione, la Repubblica partenopea. Questi due eventi storici furono di fondamentale importanza per gli allievi della scuola, i quali subito si unirono alla Repubblica che, purtroppo, sin dai primi anni mostrava i segni di declino. Tuttavia, i militari diedero prova della loro formazione ligia e pronta al dovere.

Con l’avvento di Giuseppe Bonaparte, la Nunziatella prese finalmente il nome di scuola militare, acquistando maggior pregio agli occhi di tutti. Inoltre, fu forte la volontà di impartire, oltre ad un attento bagaglio tecnico, un’educazione umanistica.

Con l’ascesa al potere di Ferdinando IV nel 1816, la Nunziatella divenne non solo il “Real collegio militare”, ma avrà anche l’arduo incarico di formare gli ufficiali di stato maggiore dell’esercito napoletano. Diventerà, proprio in questi anni, l’istituto più rilevante e stimato del regno.

Con Ferdinando II nel 1855, successe, però, qualcosa di insolito: il re decise di cambiare totalmente sede della scuola e di trasferire tutto a Maddaloni. Il perché? Beh, in realtà nient’altro fu che un modo per neutralizzare il sentimento di italianità che in quegli anni agitava molto alcuni allievi.

Fortunatamente, nel 1859 la Nunziatella ritornò ad occupare il suo luogo natio sul Monte Echia.

Gli allievi della scuola parteciparono molto calorosamente anche all’Unità di Italia. Molti furono i morti ma altrettanta fu l’importanza che si assegnò all’istituto durante quegli anni, tanto da divenire di prestigio non come accademia, ma esclusivamente come scuola militare, valida e adatta al nuovo esercito.

Tra il 1870 e il 1943 le vicende della Nunziatella andarono di pari passo con quelle legate alla patria. Il conflitto mondiale aveva costretto ad un arresto che, però, non la fermò del tutto. Infatti, la “rosso maniero” ricominciò presto la sua missione, riprendendo tradizioni e prestigio, oltre che vivaio delle forze armate italiane.

Durante gli anni, dunque, moltissimi sono gli allievi “importanti” e “famosi” che l’accademia ha cresciuto con fierezza.

Ricordiamo tra questi: Vittorio Emanuele III, Amedeo di Savoia-Aosta e Guglielmo Pepe. E molti sono stati anche gli insegnanti illustri, come Francesco De Sanctis e Mariano D’Ayala.

La chiesa

La scuola ospita anche una meravigliosa cappella, chiamata la Nunziatella, per distinguerla d quella dell’Annunziata.

Fondata nel 1558 dalla pia dama donn’Anna Mendoza marchesa della Valle e contessa di S. Angelo, nei pressi del proprio palazzo.

Fu donata, negli anni, ai padri Gesuiti e, nel 1736, fu restaurata seguendo i disegni di Ferdinando Sanfelice. Fu finanche impreziosita con marmi molto pregiati, stucchi e dorature bellissime, rispecchiando a pieno il gusto dell’epoca.

La chiesa si presenta con una sola navata, cappelle laterali e un’abside.

Seppur lo stile di riferimento per l’architettura della chiesa  è il barocco napoletano, questa presenta decorazioni che si discostano da questo stile emblematico. Lo si può notare della lievità delle membrature architettoniche, che seguono le norme del cosiddetto “barocchetto”.

Ad oggi, la chiesa è dedicata all’istituto.

Mai sono cambiati i valori della scuola, mai è cambiato l’ardore con il quale si insegna la via della rettitudine civile e militare agli allievi, felici e impavidi nel voler apprendere delle virtù così nobili. Attualmente il futuro strizza l’occhio al passato.

Non è un caso, infine, che il motto che appare sullo stemma araldico dal 1937 è “Preparo alla vita e alle armi”, segno dello spirito insito negli allievi.

 

Fonte: Le strade di Napoli – Marrone Romualdo.

Foto: Wikipedia

 

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