Alessandro Mendini è padre di oggetti di design e di opere architettoniche d’importanza storica, oltre che stilistica. Classe 1931, scomparso nel 2019, e laureato in architettura al Politecnico di Milano, è conosciuto in tutto il mondo per il suo approccio postmodernista, creativo e a tratti ironico: le opere di Alessandro Mendini come la poltrona di Proust, il cavatappi Alessandro M, il Groninger Museum e la Triennale di Incheon sono alcune di queste espressioni. Il suo impegno nel mondo dell’architettura e del design gli ha fatto ottenere premi internazionali, primo tra tutti il Compasso d'Oro nel 1979. È insignito anche del titolo di Cavaliere per le arti e le lettere in Francia, dell’onorificenza dell’Architectural League di New York e dell'European Prize for Architecture Awards. Fondatore, insieme al fratello, dell’Atelier Mendini, ha ampliato il suo raggio d’azione lavorando come consulente urbanista per la Corea del Sud e l’Italia, oltre che a dedicarsi alla realizzazione di oggetti di design ora conservati nei più grandi musei del settore. Nonostante la fama mondiale, si è definito come un “geppetto”, un padre che possiede il potere poietico della creazione: questa metafora concettuale è la base di molti suoi lavori, in primis quello su Alessandro M. Scopriamo le opere di Alessandro Mendini tra architettura, design d’interni e design del prodotto.

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Courtesy Cappellini
Poltrona Proust di Alessandro Mendini per Cappellini

Le opere di Alessandro Mendini nel mondo e in Italia

Alessandro Mendini ha progettato e realizzato diversi spazi sia pubblici che privati in molti paesi, tra cui Italia, Giappone, Corea del Sud. I più rilevanti sono la Torre dell'Orologio di Gibellina in Sicilia, il Groninger museum, la Torre del Paradiso di Hiroshima, il Museo della Ceramica di Incheon in Corea del Sud in cui si trova anche la sede coreana della Triennale di Milano realizzata, appunto, da Alessandro Mendini. L’architetto ha anche firmato la piscina olimpionica di Trieste e le stazioni Salvator Rosa, Università e Materdei della metropolitana di Napoli. Infine va menzionato il suo lavoro sul Teatro Comunale Pietro Aretino di Arezzo, punto di riferimento per la vita culturale della città toscana.

Alessandro Mendini architetto del Groninger Museum

Tra le opere di Alessandro Mendini figura il Groninger Museum di Groninga, nei Paesi Bassi. Realizzato con le penne-colleghe di Michele de Lucchi, Philippe Starck e la cooperativa Coop Himmelb(l)au, l'edificio colpisce per il suo stile di architettura postmodernista e scomposta. Al suo interno sono ospitate diverse collezioni di porcellane cinesi e giapponesi, a cui si affiancano opere d’arte di tutte le epoche, da quelle antiche fino al design contemporaneo. L’edificio originariamente era un palazzo neogotico, anch’esso museo che è stato oggetto di ammodernamento e riqualificazione a partire dal 1987.

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AFP//Getty Images
Groninger Museum

La Triennale di Incheon dell’Atelier Mendini

L’architetto Alessandro Mendini, per la città coreana di Incheon, ha realizzato la sede della Triennale di Milano in collaborazione con lo studio di Seok Chul Kim, Archiban. L’interno si compone di spazi espositivi che ospitano Triennale Design Museum e per mostre temporanee a cui non mancano luoghi di ritrovo e di incontro come il bookstore, il caffè e il ristorante. Obiettivo del progetto della Triennale è esportare il made in Italy e il savoir faire nostrano anche in estremo oriente, attraverso mostre, convegni ed eventi pensati ad hoc. Questo aspetto viene sottolineato da Alessandro Mendini quando progetta questo edificio, riprendendo gli stilemi e gli elementi architettonici della sede milanese (come gli archi sulla facciata e il traliccio che sostiene il ristorante con vista panoramica).

Quello di Mendini è un design tutto italiano

Alessandro Mendini, dagli anni Settanta, e cioè a partire dal periodo di maggiore fioritura del design contemporaneo italiano, si classifica fra i protagonisti dell’innovazione del settore. Lavora come designer, interior designer e designer di prodotto per le maggiori aziende quali Alessi, Cartier, Swatch, Hermés, Vacheron Constantin, Supreme NYC, Swarovski e molte altre. Le opere di Alessandro Mendini nel campo del design si estendono anche all’arredamento: esempio principe è la poltrona Proust, realizzata nel 1978 ed esposta alla Triennale di Milano e in altri importanti centri culturali e museali. Vanno ricordati anche i celebri cavatappi di design, Anna G ed Alessandro M - entrambi targati Alessi. Segue la lampada Amuleto di Ramun e la versione della poltrona Proust per Magis, chiamata Magis Proust e datata 2011.

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Photo Courtesy Alessi
Cavatappi Alessandro M di Alessandro Mendini per Alessi

Alessandro Mendini e il design della poltrona Proust

La storia della poltrona Proust di Alessandro Mendini è nata da un'idea semplice: realizzare una trama funzionale alle componenti d’arredo, un trama che incorporasse l’universo letterario e pittorico di Proust. Partendo dalle correnti ottocentesche dell’impressionismo, del divisionismo e del puntinismo si sarebbe materializzato un tessuto contenente questi stilemi. La prima e le successive versioni sono state realizzate artigianalmente, e 15 di queste sono state firmate dall’architetto in persona. L’opera di Alessandro Mendini esordisce al Palazzo dei Diamanti nel 1978 nell'ambito di una mostra organizzata da Andrea Branzi ed Ettore Sottsass, ma poi parteciperà anche alla Biennale di Venezia di Portoghesi. Nel corso degli anni le successive versioni della poltrona di Proust hanno trovato casa in tutto il mondo, tra cui il Museo d'Arti Applicate di Gand, il Museo dei mobili del Castello Sforzesco, il Die Neue Sammlung di Norimberga e il Museum Kunstpalast di Düsseldorf.

Alessandro Mendini in forma di cavatappo

Nel 2003 Alessandro Mendini - cosiddetto “geppetto” del design e dell’architettura - disegna un cavatappi per Alessi raffigurante la sua figura in forme stilizzate ed essenziali. Si serve di un disegno che interpreta la semplicità dell’uomo - in questo caso dell’artista stesso - proponendolo al consumatore in forma di prodotto dalle linee antropomorfe, vestito con abiti comuni, senza elementi o dettagli in risalto. L’estetica del cavatappi si ispira dichiaratamente alla persona di Alessandro Mendini, a partire dal riferimento del nome del prodotto fino alla sua forma ultima. Lo stile, però, si combina con la funzionalità del cavatappi: oggetto d’uso quotidiano che ora diventa anche di design senza rinunciare alla sua praticità.