Piscinas, il video del fiume rosso nuovamente alla ribalta nazionale: il Comune vuole procedere legalmente - Casteddu On line

Piscinas, il video del fiume rosso nuovamente alla ribalta nazionale: il Comune vuole procedere legalmente

Michela Dessì, ex assessore e autrice delle immagini, non ci sta. “No all’omertà, vergognatevi”. È andato in onda nella tv nazionale, nuovamente, il fiume che sfocia nel mare di Piscinas, quello colmo dei rifiuti tossici della miniera dismessa


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Piscinas – Il video del fiume rosso nuovamente alla ribalta nazionale: il Comune vuole procedere legalmente contro chi ha girato e diffuso le immagini del corso d’acqua pieno di veleni, Michela Dessì, ex assessore e autrice delle immagini, non ci sta. “No all’omertà, vergognatevi”. È andato in onda nella tv nazionale, nuovamente, il fiume che sfocia nel mare di Piscinas, quello colmo dei rifiuti tossici della miniera dismessa e mai bonificata di Montevecchio. “Danno di immagine” afferma il Comune, “senza la fortunata circostanza che mi ha visto assistere in diretta all’accaduto oggi ancora tutto sarebbe stato messo a tacere senza speranza di trovare soluzione” ribatte Dessì.

“21 marzo, 21 aprile è passato un mese da questo video, sono io la persona sulla quale l’amministrazione comunale punta il dito. Era una giornata di primavera che sapeva d’estate, la mia prima tintarella in pausa pranzo dal lavoro.

Per chi non lo sapesse la mia azienda agricola dista poco più di 10 km da Piscinas. Spesso finite le faccende in azienda la mia pausa pranzo la faccio sdraiata in spiaggia a guardare il mare.

Ore 13,53 è ora del panino ma soprattutto sento le urla di una donna, metto gli occhiali, abbasso il volume del cellulare (perché ascoltavo il consiglio comunale di Arbus che raccontava le fantomatiche 140 mila presenze) e vedo una chiazza rosa in mare.

Non capisco… la mia amica mi dice Miki le velelle? (Di cui la spiaggia era piena)

Notiamo invece che quella chiazza avanza, mi ci dirigo filmando e scattando foto, incredula. La signora riesce a saltare e raggiungere l’uomo che stava con lei, stavano raccogliendo plastica in spiaggia con delle buste.

Documento, la mia amica chiama il 1515, io indignata, schifata e amareggiata comunico con i miei colleghi operatori turistici quanto stesse accadendo.

È proprio vero che non c’è mai fine al peggio, ed il peggio lo hanno dimostrato i consiglieri di maggioranza proprio nella seduta del 18 aprile proponendo e votando di mettere il bavaglio a un cittadino, un operatore economico.

Deve ancora nascere chi può essere in grado di spaventarmi, deve ancora nascere chi crede di potermi mettere il bavaglio. Combatterò sempre con ogni stillo di energia per il mio paese e la mia comunità, anche quando questa non conosce la verità e si affida alle chiacchiere da bar.

Studiate, informatevi, ripassate e siate liberi, ma soprattutto denunciate i disastri causa di malattie.

Chi ha aperto la diga?

Con quale procedura?

Chi ha posizionato i cartelli di pericolo?

Dove è stato emanato l’avviso dello sversamento?

La portata impetuosa dell’acqua della diga ha raso al suolo rovi alti 4 metri, ho documentato anche quello”.

Non solo: “Voglio le scuse pubbliche” ,conclude Dessì.


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