Sandro Penna: croce e delizia | Letteratura | Rai Cultura

Sandro Penna: croce e delizia

Poeti del '900 di Gabriella Sica

I poeti veri non devono avere coscienza, non devono mettersi a tavolino e dire, scrivo una poesia. Le mie poesie sono venute quasi tutte su foglietti del tram, su pagine del giornale: con questa dichiarazione di Sandro Penna si apre il documentario a lui dedicato per la serie Poeti del ‘900 di Gabriella Sica. Alla lettura di poesie fatta dallo stesso poeta con dizione piana si alternano brani di sue interviste. Penna parla del suo amore per la madre; dell’invio a Umberto Saba dei suoi versi; della propria ipocondria; del rapporto con la psicanalisi; dei suoi commerci. Parlano di Penna, della sua persona e della sua poetica, Attilio Bertolucci, Andrea Zanzotto e Mario Luzi.

Ecco il fanciullo acquatico e felice.
Ecco il fanciullo gravido di luce
più limpido del verso che lo dice.
Dolce stagione di silenzio e sole
e questa festa di parole in me.

Sandro Penna nasce a Perugia il 12 giugno 1906 in una famiglia borghese, da Armando e Angela Antonione Satta e ha due fratelli minori. Nell'infanzia soffre spesso di bronchiti e allergie. Quando il padre torna dalla guerra malato di sifilide, la madre decide di lasciarlo e si trasferisce a Pesaro con la figlia, lasciando i due maschi col padre. Nel 1922 la madre si trasferisce a Roma, dove lui raramente riesce a raggiungerla. Nel 1925 si diploma in ragioneria, ma legge molto, soprattutto Leopardi, D'Annunzio, Hölderlin, Wilde, Rimbaud, Baudelaire e Crevel. La scelta di scrivere poesia viene intorno al 1928. Lavora tra Perugia e Roma in modo saltuario, facendo diversi mestieri: il contabile, l'allibratore di corse ippiche, il commesso di libreria, poi il correttore di bozze e il mercante d'arte. Nel 1929 manda a Umberto Saba suoi versi e conosce gli artisti fiorentini che frequentano il Caffè Le Giubbe Rosse di Firenze. A Roma frequenta Carlo Emilio Gadda, Gabriele Baldini, Alfonso Gatto, Enrico Falqui e Alfredo Gargiulo. Dal 1937 vive due anni a Milano lavorando come correttore di bozze presso Valentino Bompiani, e come commesso alla Hoepli. Qui frequenta Sergio Solmi, Leonardo Sinisgalli, Giovanni Titta Rosa e altri. Nel 1939, grazie all'interessamento di Giansiro Ferrata e Sergio Solmi, pubblica la prima raccolta di versi il cui successo lo introduce, come collaboratore, in alcune importanti riviste dell'epoca, come "Corrente", "Letteratura", "Il Frontespizio", "il Mondo" su cui appaiono negli anni '40 alcune prose più tardi raccolte nel volume Un po' di febbre. Nel 1943 muore il padre. Per aiutarlo Roberto Bazlen gli commissiona una traduzione di Paul Claudel, Cesare Pavese e Carlo Muscetta una di quattro novelle di Prosper Mérimée. Nel 1950 venne pubblicato il suo secondo libro di versi uscito nelle edizioni della Meridiana con il titolo Appunti. Nel 1955 pubblica il racconto Arrivo al mare e nei due anni seguenti Una strana gioia di vivere, edito da Scheiwiller nel 1956 e la raccolta completa delle sue Poesie edita da Garzanti che gli fa ottenere, nel 1957 il Premio Viareggio. Nel 1958 pubblica Croce e delizia con la casa editrice Longanesi e  nel 1970 appare presso l'editore Garzanti il suo libro Tutte le poesie che comprende le poesie precedenti e molti inediti. Nel 1964 muore la madre e lui va a vivere a casa di lei.  Accetta che vengano raccolte alcune prose e appunti di viaggio in un nuovo libro presso Garzanti, Un po' di febbre. Vive una vecchiaia precoce. Nel 1976 viene pubblicato sull'Almanacco dello Specchio una scelta di sue poesie e, alla fine di quell'anno, il volume Stranezze per il quale, nel gennaio del 1977, pochi giorni prima della morte, gli viene assegnato il Premio Bagutta, ma le condizioni di salute non gli permettono di ritirare il premio. 

Gabriella Sica è nata a Viterbo e vive a Roma dall'età di dieci anni. Inizia a pubblicare i suoi testi poetici sulla rivista «Prato pagano» nel 1980 e su l'«Almanacco dello specchio» nel 1983. Nel 1986 pubblica il suo primo libro di poesie, dal titolo La famosa vita. Il suo libro Poesie familiari (Fazi Editore, 2001), riceve il Premio Internazionale di Poesia Camaiore. A partire dagli anni '80 inizia a svolgere un'intensa attività nell'ambito della poesia contemporanea, aggregando attorno alla rivista «Prato pagano», che dirigerà dal 1980 al 1987, molti poeti della cosiddetta "generazione dell'80" (detta anche della "parola ritrovata"). Ha curato antologie poetiche (La parola ritrovata. Ultime tendenze della poesia italiana, Marsilio, 1995) e scritto saggi Scrivere in versi. Metrica e poesia (Pratiche 1996; nuova edizione aggiornata e ampliata, il Saggiatore 2003). La sua serie televisiva, Poeti del '900, è dedicata a Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini, Umberto Saba, Sandro Penna e Giorgio Caproni.