Atypical: recensione (no spoiler) della serie Netflix che racconta la disabilità

Atypical

La disabilità viene portata nella serialità nella maniera più deliziosa e delicata possibile. È il caso di Atypical, show ideato da Robia Rashid le cui stagioni sono uscite dal 2017 al 2021 sulla piattaforma di Netflix. Quattro stagioni per entrare nella vita e in quella che è la quotidianità di Sam, ragazzo con la Sindrome di Asperger, di cui seguiamo le giornate tra la scuola, a casa e al lavoro. Una maniera di raccontare con ironia un mondo che forse non molti conoscono e a cui spesso, proprio per questa ragione, non si sa bene come approcciarsi.

La trama di Atypical

Sam ha diciotto anni, va al liceo e rientra nello spettro autistico. Ha la Sindrome di Asperger, la quale non gli impedisce di condurre una vita come quella di tutti gli altri, se non fosse per alcuni inevitabili accorgimenti che deve apportare alla sua ordinarietà e, così, a quella di coloro che gli sono attorno. Un racconto che segue il protagonista e mostra come Sam sarà sempre più in grado di approcciarsi da solo anche a ciò che lo spaventa del mondo. Un percorso che farà assieme alla sua famiglia, il cui essere disfunzionale non c’entra assolutamente nulla con la condizione di disabilità del ragazzo.

Perché guardare Atypical

Atypical ha la doppia funzione di mostrare che è possibile vivere un’esistenza piena a coloro che non sanno bene cosa significa rientrare nello spettro e insieme metterlo in scena anche per coloro che hanno dei pregiudizi a riguardo e non sono capaci di comprendere quanto siano minimi gli aspetti che ci differenziano dagli altri.

In primis è proprio il personaggio della madre, interpretato da Jennifer Jason Leigh, a manifestare il suo eccessivo attaccamento a un Sam che, invece, ricerca la propria autonomia. Quella che non tarderà ad arrivare pur con tutte le ansie e le battute d’arresto del caso. Una serie che descrive i tentativi continui del protagonista per poter camminare sulle proprie gambe senza avere costantemente il timore di sentirsi diverso. Un ragazzo che vuole semplicemente raggiungere e seguire tutte le tappe che contraddistinguono il percorso di un adolescente e che riuscirà a mettere a segno. Con le sue pause, le rincorse e i propri tempi.

Così Sam avrà la sua prima fidanzata, scoprirà con lei cosa significa stare in una relazione amorosa e il piacere dei rapporti sessuali. Uscirà dal liceo e proverà a vivere la sua esperienza da solo al college. E imparerà a scoprire se stesso aprendosi sia in famiglia, che durante le sedute fondamentali di terapia, non certo mancando di scivolare ogni tanto, ma imparando a confrontarsi ogni volta col mondo che ha davanti.

Perché non guardare Atypical

Non sono molti i motivi per cui non guardare Atypical, anzi, la sua dolcezza e l’abilità nel saper smorzare argomenti che potrebbero far sentire a disagio le persone sono proprio gli assi nella manica di una serie in grado di conquistare il più largo pubblico. Che potrebbe così venire anche a conoscenza di una realtà che non gli è familiare, e a cui è bene potersi rapportare cominciando anche grazie all’audiovisivo.

In ogni caso è possibile riscontrare nella serie una scrittura che, seppur attenta e mai superficiale, mantiene un’aria bonaria per tutte le stagioni dello show Netflix, essendo certamente profonda, ma rimanendo insieme un prodotto dall’aria generalista (il che potrebbe andare anche bene, così da far passare il messaggio a più spettatori possibili).

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