Giancarlo Giannini, magnifici 80 anni - La Stampa

La voce sensuale e ruvida, il fascino sornione del seduttore latino, la mente di un geniale inventore.  Giancarlo Giannini  oggi festeggia i suoi magnifici 80 anni (è nato a La Spezia il 1 agosto del 1942)  dall'alto di una carriera   fitta di soddisfazioni e successi come nel recente "I Fratelli de Filippo" di Sergio Rubini in cui  incarna, come in una seconda pelle, il  commediografo   Eduardo Scarpetta. 

Giannini cresce nel quartiere popolare di Pitelli che però lascia, con la famiglia, a 10 anni per trasferirsi a Napoli dove completerà gli studi come perito elettronico all'Alessandro Volta, per poi sbarcare a Roma dove si iscrive all'Accademia d'arte drammatica. Esordirà in palcoscenico a 18 anni per la regia di Giuseppe Patroni Griffi nel suo " In memoria di una signora amica" a fianco di Lilla Brignone. Comincia qui la sua seconda vita perché Beppe Menegatti ne fa un attore scespiriano ("Sogno di una notte di mezza estate") che poi Franco Zeffirelli gli cuce addosso nell'acclamata versione di "Romeo e Giulietta" per l'Old Vic di Londra. Intanto   diventa  popolare in tv grazie al "David Copperfield" diretto da Anton Giulio Majano per la Rai nel 1966.

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Ed è quello l'anno del fatale incontro: Lina Wertmuller cerca un compagno adatto all'irrefrenabile Rita Pavone e lo trova in Giannini per "Rita la zanzara"  che prepara  un sodalizio che si rivelerà d'acciaio tra regista e attore. Infatti, nonostante altre buone prove tra cinema e tv come "Dramma della gelosia" di Ettore Scola o "E le stelle stanno a guardare" ancora di Majano, sarà proprio Lina Wertmuller a farlo protagonista nel 1972. Il film è "Mimì metallurgico" in cui prende l'aspetto dell'istrionico manovale catanese Carmelo Mardocheo a fianco di Mariangela Melato. Il successo è tanto inatteso quanto clamoroso e fa di Giannini un nuovo protagonista della commedia italiana. L'anno dopo il duo (anzi il trio visto che Melato è ormai alter ego di Giannini e viceversa) si ripete con "Film d'amore e d'anarchia", ma è nel 1974 con una commedia scintillante e a sfondo balneare come "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto" che l'onda lunga di quello che è ormai un "format d'autrice" dilaga nel mondo. Non a caso, tanti anni dopo, Madonna vorrà i diritti di remake e ingaggerà Adriano Giannini per ripetere le gesta del padre. Infine scocca l'ora dello sbarco a Hollywood: accade nel 1975 con "Pasqualino Settebellezze", candidato a ben quattro Oscar e con Wertmuller prima donna a ricevere la nomination nella categoria della regia. Nel ruolo del guappo Pasqualino Frafuso che attraversa le stagioni più difficili dell'Italia dal fascismo degli anni '30 alla Campagna di Russia, fino ai Lager e poi alla rivolta di Napoli, Giannini smonta e rimonta il suo personaggio creando una maschera indimenticabile che tocca vertici di surrealismo e amarezza realista insieme. 

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Separato dalla moglie Livia Giampalmo con cui ha avuto due figli (ne avrà altri due dalla seconda moglie Eurilla del Bono, sposata nel 1983), accetta la sfida di farsi attore internazionale a partire dal drammatico "Lili Marleen" di Fassbinder (1980) e consolida presto la sua statura hollywoodiana con registi quali Coppola, Ridley e Tony Scott, Richard Brooks e Alfonso Arau, fino a diventare personaggio fisso in due film della Bond Story nei panni dell'ambiguo francese René Mathis in "Casino Royale" e "Quantum of Solace". Mette perfino al servizio di Barry Levinson il suo talento da inventore creando il mitico giubbotto elettronico per Robin  Williams in "Toys" del 1992.

Laura Antonelli e Giancarlo Giannini sul set del film "L'Innocente", in una foto del 7 ottobre 1975.

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Ma non dimentica mai l'Europa (specie in Spagna) e l'Italia, dove tutti i maggiori registi lo chiamano. Sarà con Luchino Visconti per "L'innocente", Nanny Loy per un indimenticabile "Mi manda Picone", Mario Monicelli (tre volte), Dino Risi (due volte), Alberto Lattuada e, naturalmente, Lina Wertmuller con cui lavorerà altre tre volte. In due casi vorrà infine dirigersi da solo: "Terno secco" (1987) e "Ti ho cercata in tutti i necrologi" (2013).

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Ha insegnato e guidato   il Centro Sperimentale di Cinematografia; ha vinto premi in tutto il mondo (miglior attore a Cannes e a San Sebastian nel 1973, sei David di Donatello, altrettanti Nastri d'argento, cinque Globi d'oro e una stella sulla Walk of Fame di Toronto), ha inciso dischi, omaggiato il teatro (in scena ancora nel 2018 per "Hadrianus Imperator"), ritrovato il piacere della tv ("Leonardo") e del cinema ("Notti magiche" di Paolo Virzi e il recente "Gianni Schicchi" di Damiano Micheletto). Insomma, festeggiare i suoi 80 anni significa ritrovarlo nel bel mezzo di una vita artistica tutta percorsa al galoppo, proprio come l’ Eduardo Scarpetta che incarna nel film di Rubini .