I Gatti del Louvre e l’immutabilità delle opere d’arte – Lo Spazio Bianco
I Gatti del Louvre e l’immutabilità delle opere d’arte

I Gatti del Louvre e l’immutabilità delle opere d’arte

Attraverso i gatti e le opere d'arte Taiyō Matsumoto racconta l'umano in un ambiente al confine tra realtà e sogno.

Portato in Italia in due volumi cartonati da J-popI gatti del Louvre è un’opera di Taiyō Matsumoto celebrativa del famoso museo parigino, pubblicata in Francia proprio nella collana di fumetti delle Editions Musée du Louvre. L’opera ha consentito al mangaka di vincere nel 2020 il premio Eisner per Best U.S. Edition of International Material — Asia, che si aggiunge alla lunga schiera di premi internazionali che l’autore aveva già ricevuto per Go Go MonsterTekkonkinkreet – Soli contro tuttiTakemitsu zamuraiSunny.

Matsumoto | I Gatti del Louvre

I gatti del Louvre è un manga, ma è un fumetto occidentale – francese, per essere precisi –  allo stesso tempo: la costruzione delle tavole in particolare, ben chiuse e regolari, mostra l’influenza che il fumetto europeo ha avuto per l’autore, il quale non nasconde quanto per la sua opera artistica sia stato importante l’incontro verso la fine degli anni Ottanta con le opere di Jean Giraud (a.k.a. Moebius)Enki Bilal. Questo è particolarmente evidente nel manga Number 5 (J-pop, 2022).

Matsumoto | I Gatti del Louvre

Come in molte narrazioni che avvengono all’interno di musei, anche in questo manga Matsumoto abbraccia il topos ricorrente delle opere che in qualche modo prendono vita e interagiscono con i personaggi che vivono la galleria. La cornice narrativa che contiene il vero racconto è composta da pochi personaggi umani: la guida museale, il vecchio custode notturno e il suo giovane assistente, il restauratore delle opere. Eppure i personaggi principali, che vivono a cavallo tra la dimensione reale e la dimensione onirica, sono i gatti del museo, di cui il custode si prende cura. I felini possono avere un doppio aspetto: sono animali quando interagiscono con i personaggi umani, mente assumono una forma antropomorfa quando vivono la loro comunità.

La piccola società dei gatti, composta da una manciata di individui, si muove mestamente tra le mura del Louvre, uscendo di notte per prendere aria. Vivono in una gabbia bellissima, ma pur sempre una gabbia: non si sentono di poter avere una possibilità di sopravvivenza al di fuori di quell’edificio. Ognuno di loro è disegnato con caratteristiche fisiche specifiche, sia nei tratti anatomici sia nei colori che li caratterizzano, che richiamano anche la personalità, il vissuto, che possiamo intuire per ognuno di loro in qualche modo. Le loro interazioni hanno quasi esclusivamente l’obiettivo di preservare la sopravvivenza del gruppo: solo Fiocco di Neve, piccolo gattino bianco, mostra insofferenza per quella condizione, ed è proprio attraversando il mondo onirico dei quadri che riesce a crescere ed emanciparsi da quella situazione di costrizione.

I funerali di Cupido

I funerali di Cupido (Henri Lerambert, 1580) è l’opera del museo che fa da passaggio tra le linee spaziali che si incontrano: quella della persone, quella della comunità di gatti, e quella del mondo dei quadri. Viene riprodotto da Matsumoto in varie tavole ed è la porta verso il mondo dei sogni, dell’irrealtà, del tempo arrestato. E’ come se attraverso gli avvenimenti attorno a quel quadro specifico, il mangaka volesse sottolineare quanto l’arte possa restare immutabile nel tempo e nello spazio, o addirittura al di fuori del tempo e dello spazio; le persone possono interagire con essa, sentirne il richiamo, riceverne messaggi interpretabili in base al proprio vissuto. E’ questa stessa immutabilità che restutuisce all’arte eternità e significatività, per ogni generazione che si sussegue.

Matsumoto I Gatti Del Louvre

Procendendo nella lettura de I gatti del Louvre, capita di frequente di ripensare all’opera di qualche anno precedente I guardiani del Louvre di Jirō Taniguchi (Rizzoli Lizard, 2016), anch’essa pubblicata in Francia nelle Editions Musée di Louvre. Similmente a Matsumoto, Taniguchi propone un breve viaggio del sé protagonista attraverso alcune delle opere presenti nella galleria parigina. I gatti del Louvre tuttavia si distungue per un approccio surrealista originale e meno lapalissiano rispetto a quanto l’opera di Taniguchi propone. Se per Taniguchi il racconto dell’arte era l’obiettivo dell’opera, al contrario per il fumetto di Matsumoto l’arte è solo uno strumento, un ponte da attraversare, utile alla storia che si propone di narrare.

Ad ogni modo, verso la fine del secondo volume l’impressione che Matsumoto possa aver tratto ispirazione, tra le altre opere, anche da I guardiani del Louvre si tramuta in certezza, con una vignetta nella quale troviamo rappresentato il maestro Taniguchi in una sessione di firme del suo volume proprio all’interno del museo: un omaggio al collega che strizza anche un po’ l’occhio a chi sta leggendo.

Matsumoto si conferma anche con questa opera uno dei mangaka contemporanei più interessanti: dell’ultimo suo fumetto, Tokyo Higoro, è stata annunciata la pubblicazione nel 2024 sempre da J-pop.

Abbiamo parlato di:
I gatti del Louvre, voll. 1/2
Taiyō Matsumoto
Traduzione di Valentina Vignola
200 pagine/volume, cartonato, colore – € 20,00/volume
ISBN Vol. 1: 9788832757064
ISBN Vol. 2: 9788832757415

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