Montecarlo, l'avventura degli affreschi del principe sarà svelata nel 2026 con un summit al Museo Oceanografico | Corriere.it

Montecarlo, l'avventura degli affreschi del principe sarà svelata nel 2026 con un summit al Museo Oceanografico

diEnrica Roddolo

Da dieci anni la reggia dei principi è un cantiere  per svelare inediti  tesori rinascimentali. Il direttore dei restauri, Christian Gautier al Corriere: "Abbiamo impiegato solo colori naturali con l'eccezione del blu"

Montecarlo, l'avventura degli affreschi del principe sarà svelata nel 2026 con un summit al Museo Oceanografico

Il direttore dei restauri a Palazzo, Christian Gautier nella Sala del trono (foto Roddolo)

Quando nel 2019 arrivò alla corte di Monaco il presidente cinese Xi Jinping con la First Lady cinese Peng Liyuan, la scalinata d’onore del Palais sul Rocher che dal 1297 è il simbolo del Principato, gli affreschi della Galleria d’Ercole della reggia dei principi erano coperti da teli per i lavori di restauro in corso. E qualcuno nell’entourage del presidente cinese provò a farli svelare per l’occasione. Invano. Tutti i grandi eventi di corte – a partire dalla festa nazionale di Monaco ogni anno il 19 novembre con il ritrovo della famiglia Grimaldi proprio qui nella corte d’onore dove fu celebrato nel 2011 il matrimonio del principe Alberto con Charlène – hanno dovuto convivere per anni con i cantieri di restauro dentro al palazzo dei Grimaldi. 


La scoperta fortuita, nel 2015, degli affreschi rinascimentali al Palais dove oggi abitano Alberto e Charlène ha permesso di riscoprire sotto le pitture ottocentesche un tesoro di affreschi rinascimentali che il principe Alberto ha deciso di riportare alla luce”, racconta al Corriere il direttore dei restauri, professor Christian Gautier mentre fa strada per i Grandi appartamenti del palazzo dove ancora sono in corso gli ultimi restauri. A partire dalla sala del trono con lo storico tavolo in marmo sul quale sono stati firmati gli atti dei Royal wedding a corte (Ranieri e Grace e poi Alberto e Charlène), e lungo la Galleria d’Ercole dove gli affreschi con le fatiche mitologiche si possono invece già ammirare nello splendore del lavoro ultimato. Come avrebbe voluto Xi Jinping, ma i tempi non erano maturi. 


“Il palazzo dei principi a Monaco è la reggia abitata dalla famiglia Grimaldi oltreché quartier generale della casa reale, dunque la convivenza con i cantieri di restauro non è sempre stata facile ma il principe Alberto ha fortemente creduto nel progetto di restauro che adesso fa entrare il Palais di Monaco nel grande circuito delle grandi regge storiche d’Europa”. 


Il cantiere di restauro nelle stanze dove in oltre 700 anni di storia di casa Grimaldi hanno vissuto la bellissima Charlotte de Gramont, moglie di Luigi I Grimaldi che fece capitolare il Re Sole per la sua bellezza e il principe Alberto I (detto il navigatore che fonderà il Museo Oceanografico) e il figlio Luigi II (il principe della Legione Straniera) fino a Ranieri III, è un’avventura lunga dieci anni ormai come hanno potuto scoprire i lettori del Corriere della Sera (con il nostro Viaggio nella Monaco Royal) guidati dai restauratori nei dettagli degli affreschi che raffigurano le fatiche di Ercole, l’avventura di Ulisse e di Europa. Non solo, ma i lettori del quotidiano hanno potuto entrare anche nella cappella dei principi dentro le mura della fortezza, dove tutti i momenti privati di famiglia sono stati celebrati. Poi la visita alla collezione di bolidi dei principi e allo Yacht Club firmato da Lord Norman Foster guidati dall'imprenditrice Lia Riva con Claudia Batthyany, l'esperta di sostenibilità dello YCM presieduto dal principe Alberto II. 


E a proposito di sostenibilità il cantiere di corte è stato un cantiere sostenibile che ha privilegiato i pigmenti in minerali naturali per la tavolozza dei colori. “Abbiamo utilizzato solo pigmenti naturali per restaurare gli affreschi, con l’unica eccezione per il blu – spiega il direttore dei restauri -. L’azzurrite, il lapis viene da Afghanistan e India e per la sostenibilità abbiamo fatto scelta di non utilizzarli per una valutazione di sostenibilità sociale, legata alle condizioni di scavo del minerale. Così abbiamo scelto di usare invece un color oltremare sintetico. Per tutti gli altri colori abbiamo lavorato con i Musei Vaticani per elaborare una tavolozza di pigmenti minerali naturali, prodotti appositamente per il nostro cantiere. E nel 2026, passata la boa del decennio dopo l’inizio del cantiere degli affreschi, al Museo Oceanografico di Monaco sarà convocato un grande summit internazionale per raccontare la straordinaria avventura degli affreschi principeschi”.

26 aprile 2024