Un'ombra sulla verità - Film (2021) | il Davinotti

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

Location LE LOCATIONLE LOCATION

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il film di Philippe Le Guay fonde due spunti diversi: singolarmente avrebbero potuto fornire materiale per lungometraggi un po' poveri e scontati, insieme si sperava riuscissero invece ad animare un dramma teso, intrigante e insolito. Se la prima idea, quella dell'uomo che compra una cantina per andarci a vivere creando imbarazzo in chi gliel'ha venduta e negli altri condomini, deriva dai tanti "stranger in the house" sui quali soprattutto negli Ottanta il cinema ha costruito quasi un sottogenere (l'intruso dapprima cortese e amichevole che in breve diventa un autentico nemico), la seconda aveva le potenzialità per dare maggiore carattere al film e arricchire la componente...Leggi tutto thriller con un po' di sostanza. Jacques Fonzic (Cluzet), infatti, l'uomo che si stabilisce in cantina, è un insegnante cacciato dal posto di lavoro per aver espresso in classe pericolose teorie negazioniste. Ha una visione molto personale del mondo, si sente discriminato, avversa chi pensa non abbia i mezzi per capire quanto le domande che si pone abbiano basi reali. E' un reietto, vive in miseria e pensa alla cantina appena acquistata come a un semplice rifugio in cui sopravvivere.

Simon (Renier), architetto e padre di famiglia dalle idee molto più ortodosse, non poteva immaginare di avere di fronte una persona simile, quando gli ha venduto la cantina credendo che all'uomo servisse come magazzino; una volta consegnatagli la chiave e accettati i soldi, stracciare il contratto diventa difficilissimo. In aggiunta la sua figlia adolescente (Eber) stringe una sorta di obliqua amicizia con l'ex professore e sua moglie apre a una serie di confronti domiciliari che hanno il sapore dei duri contrasti destinati a dividere gravemente. Il fratello (Zaccai) di Simon, invece, pensa soprattutto a trovare un bravo avvocato che possa chiudere la pratica legalmente.

La carne al fuoco non è poca, in verità, ma è cucinata con scarsa fantasia, senza insistere a dovere sull'unica figura interessante del lotto: Fonzic - anche grazie alla valida interpretazione di Cluzet - meritava spazio maggiore, mentre qui l'attenzione si concentra molto di più sulla famiglia e sulla gran quantità di problemi che si trova ad affrontare alle prese con una situazione del tutto imprevedibile. Mantenendo un rigore formale che garantisce dialoghi sommariamente apprezzabili, il film patisce soprattutto una durata ingiustificatamente elevata (sfiora le due ore) a fronte di intuizioni solo accennate che non portano da nessuna parte (il rapporto tra giovani cugini ne è un chiaro esempio) e una cura psicologica approfondita solo in apparenza: Renier non dà al suo Simon uno spessore apprezzabile, sua moglie sa farsi interessante solo a tratti (quando comincia a indagare sul negazionismo, magari), al punto che a emergere maggiormente è la figlia, cui gli occhi magnetici della giovane Victoria Eber danno la giusta, interrogativa vivacità dei ragazzini.

Il resto della famiglia si consuma tra scambi banali e scaramucce con "l'intruso" che nel finale lambiscono il ridicolo prima di concludere senza la necessaria decisione. Quello che si può leggere scorrendo la sinossi è quello che si vede, senza sorprese né grandi exploit del cast che ce lo possano far amare. In definitiva un dramma dalle sfumature thriller correttamente realizzato, con qualche buon momento ma trascurabile, in cui l'ebraismo da cui discende Simon e l'antisemitismo di Fonzic si scontrano banalmente sullo sfondo di una Parigi piuttosto invisibile.

Chiudi
TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/09/22 DAL DAVINOTTI
Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
ORDINA COMMENTI PER: BENIAMINI GERARCHIA DATA

Markus 3/09/22 10:07 - 3684 commenti

I gusti di Markus

Dramma parigino con nuance da thriller contemporaneo. Le Guay dà prova di mettere in scena una vicenda nel complesso coinvolgente, alquanto ben interpretata - d'altronde il parterre è di quelli che contano, nel "cinéma français" - e con il supplemento di snodi narrativi a tratti persino spiritosi (Cluzet davvero ottimo, in tal senso). La pellicola pecca di una durata sovrabbondante, con una prolungata parte centrale che sovraccarica il racconto senza che questo erompa in un reale sviluppo nella storia. Nel complesso un film che vale la visione in forza di una buona realizzazione.
MEMORABILE: Fonzic: "Tutti parlano della Shoah, ma dei dodici milioni di indiani d'America ammazzati non ne parla nessuno. Silenzio stampa".

Ira72 7/03/23 17:40 - 1309 commenti

I gusti di Ira72

Il potenziale resta mediocremente inespresso. Se, infatti, nel complesso questo dramma è discretamente realizzato avvalendosi soprattutto di bravi interpreti, è anche vero che si traccheggia in lungaggini familiari senza soffermarsi e approfondire la figura dell’ex professore ridotto in miseria (il valido Cluzet). La parte thriller è appena accennata ma, se fosse stata più presente, la sceneggiatura avrebbe potuto essere maggiormente coinvolgente, anche in considerazione di una lunghezza eccessiva della pellicola.

Galbo 21/03/23 08:59 - 12382 commenti

I gusti di Galbo

Va dato atto al regista di questo film di avere scelto un argomento ostico come quello del revisionismo storico, applicato a un thriller che mostra la disgregazione di un nucleo familiare di fronte a un elemento estraneo. La sceneggiatura è ben scritta e caratterizza bene i personaggi principali, ammantando della necessaria ambiguità quello del professore negazionista (ma il finale in questo senso è rivelatore e riabilita il suo "antagonista"). Ottima la prova del cast. Ennesimo esempio della bontà e della capacità di cavalcare l'attualità da parte del cinema francese.

Daniela 15/04/23 15:58 - 12635 commenti

I gusti di Daniela

Borghese parigino di origini ebree vende una cantina nel palazzo in cui abita a un brav'uomo in difficoltà, scoprendo poi che si tratta di un insegnante licenziato per le sue idee negazioniste... Film interessante ma non pienamente riuscito: il soggetto, rinnovando il topoi dell'ntruso pericoloso in casa con l'innesto di tematiche più attuali legate al relativismo storico proliferante grazie alla rete, aveva buone potenzialità ma è compromesso da da scrittura incerta e poco incisiva che rischia di rendere commiserevole un personaggio ributtante come quello interpretato da Cluzet.

Kinodrop 20/05/23 19:29 - 2926 commenti

I gusti di Kinodrop

Un po' frettolosamente un architetto di origine ebraica vende una cantina a un signore trascurato e dall'apparenza innocua che si rivela poi un negazionista incallito e che non vorrà più schiodarsi dallo stabile. Le Guay non riesce a tenere in primo piano e ad approfondire la tematica antisemita, per lasciare spazio a una serie di situazioni parallele che prendono il sopravvento allungando oltremisura la durata del dramma tra azioni legali, battibecchi familiari e inutili riunioni di condominio. Un film un po' deludente rispetto alla più che valida cinematografia del regista.

Medicinema 15/08/23 18:38 - 122 commenti

I gusti di Medicinema

Riuscire nell'impresa di rendere visibile sullo schermo l'irritazione suscitata dal negazionismo, a volte così subdolo e accattivante da insinuarsi ovunque, è un punto di merito per Le Guay, che gli dà un volto grazie al sempre ottimo Cluzet, inserendolo in un contesto di intensità crescente da manuale. Tutti gli interpreti (non uno fuori posto, buona prova di Renier) contribuiscono a una prova corale verosimile e disturbante, in cui i toni scuri la fanno da padrone potenziando il climax. L'ormai nota qualità della produzione filmica francese non delude neanche stavolta.
MEMORABILE: "Torneremo".

Pinhead80 4/09/23 09:29 - 4722 commenti

I gusti di Pinhead80

Una famiglia della borghesia parigina affitta a un uomo apparentemente innocuo e indifeso una cantina. Quello che sembrava un affare si dimostrerà essere l'inizio di un incubo senza via d'uscita. Bravissimo Le Guay a mescolare il dramma con il thriller imbastendo una storia che fa del suo cavallo di battaglia il revisionismo storico e in generale in negazionismo. L'ombra del dubbio aleggia sull'ottimo Cluzet fino alla fine del film, in un crescendo di rancore e rabbia repressa che sfocia in violenza prima psicologica e poi fisica. Non ci sono brave persone ma solo "mostri".

NELLO STESSO GENERE PUOI TROVARE ANCHE...

Spazio vuotoLocandina The lunaticsSpazio vuotoLocandina Una ragazza piuttosto complicataSpazio vuotoLocandina TradimentoSpazio vuotoLocandina Assunta Spina
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.

In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.


DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.

HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.

CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.

MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.