Con il cielo negli occhi e l'inferno in bocca, la storia dell'Universale rivive al cinema
Il 14 aprile esce il film "L'Universale" di Federico Micali
martedì 05 aprile 2016 18:21
Chi c'è stato, non lo dimenticherà, e chi non c'è mai stato non smetterà mai di sentirne parlare. Ha abbassato il bandone nel 1989, e ora, a 27 anni di distanza, si può rivivere, o scoprire, la storia dell'Universale seduti al cinema. Le poltroncine non saranno quelle della storica sala di via Pisana, ma il film vi farà sembrare di essere seduti proprio lì. Uscirà nelle sale giovedì 14 aprile (a Firenze allo Spazio Alfieri e allo Stensen) L'Universale, la pellicola firmata da Federico Micali che ripercorre uno spaccato di storia italiana, e fiorentina, ruotando intorno alla sala del cinema di San Frediano.
A chiamarlo solo cinema gli si fa un torto, perchè lì in via Pisana succedeva di tutto. Chi non ha mai sentito parlare della vespa entrata in sala? Le urla, i commenti, le battute spinte (rivive sullo schermo l'“abburracciugagnene”), i balli... Tutto lì dentro. "Spettatore pagante spettatore parlante", sembra essere questo il motto del cinema, e anche chi si sente disturbato dalla chiacchiere dopo poco entra in quello spirito.
Un ritrovo più che un cinema, un luogo dove incontrarsi, dove ridere e scherzare, innamorarsi e baciare, dove bere qualcosa e fumare. Succedeva tutto lì, in quella sala di San Frediano dove si svolgevano le vite di Tommaso, il figlio del proiezionista della sala (interpretato da Francesco Turbanti) e dei suoi amici Alice (Matilda Lutz) e Marcello (Robin Mugnaini). Nel cast anche Claudio Bigagli, Paolo Hendel, Vauro, Maurizio Lombardi, Anna Meacci, Roberto Gioffré, Ilaria Cristini e Francesco Mancini. A firmare la colonna sonora è la fiorentinissima Bandabardò.
"E' un film complesso, con molti attori e tre epoche da rappresentare - afferma il regista - abbiamo girato in poco tempo, in 4 settimane, e con un budget ridotto. Ci sono stati momenti difficili ma li abbiamo superati grazie alla condivisione del progetto con i tanti che ci sostenevano.
Volevo raccontare un periodo che, mannaggia ,non ho vissuto, gli anni 80 a Firenze". Un film nato da uno stretto rapporto con Firenze, e dall'amore per quelle piccole sale resistenti, a cui è dedicata la pellicola. "Sarebbe più facile andare a Roma a fare questo lavoro ma ho scelto di restare a Firenze perché penso che sia ancora una città estremamente interessante da vivere, ed è necessario ravvivare dibattito culturale dall'interno. Non ho voluto ricostruire l'Universale a Cinecittà perché era importante girare questo film qui".
Tommaso, Marcello e Alice sono tre amici che crescono giocando a ruba bandiera tra le poltroncine dell'Universale. E prendono strade diverse, vivendo 30 anni di storia italiana. Ruba bandiera e pane burro e acciuga lasciano il posto alle manifestazioni, ad Aldo Moro, alla morte di John Lennon, all'eroina... In 88 minuti passano sullo schermo vicende e personaggi tipici del cinema di San Frediano, ricostruito nel vecchio cinema Italia di Pontassieve, fino alla sua chiusura nel 1989. Punto di forza del film sono i suoi personaggi, una carrellata che ricorda l'aria di Ovosodo di Paolo Virzì. "Gente col Cielo negli occhi e l'inferno in bocca", da Buio che con un pugno ti spegne, al Parrucca che si veste in tema con il film.
Sono quelli che incarnavano lo spirito dell'Universale, che anche a non averlo vissuto, lo capirete bene. E vi mancherà un po'. Come dice Tommaso, "è una questione di ironia".