Mario Draghi: chi è e cosa ha fatto | Studenti.it

Mario Draghi: carriera e attività dell'ex premier italiano

Tutto quello che devi sapere su Mario Draghi, dalle origini al suo impegno con il governo italiano e la sua lotta a sostegno delle politiche europee

Mario Draghi: carriera e attività dell'ex premier italiano
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Mario Draghi: chi è e cosa ha fatto

Fonte: ansa

Mario Draghi è una figura politica di spicco nella politica italiana e in quella dell’Unione Europea. Non è improbabile che in futuro il suo nome comparirà nei libri di storia Occidentale, e per una serie di buoni motivi legati soprattutto alla sua capacità di formulare piani e strategie in termini di crescita economica.

Scopriamo tutto su Mario Draghi, economista, dirigente di Bankitalia, ex presidente della BCE, ex Premier italiano e non solo un “banchiere” o un “tecnico”, come spesso è stato etichettato dalla politica italiana di tutte le coalizioni.

Le origini

Draghi è sempre stato parco di dettagli in materia della sua vita privata. Nel 2015, parlando con die Zeit, giornale tedesco, ha raccontato di essere rimasto orfano all’età di 15 anni circa. I suoi genitori, prima di scomparire, gli hanno inculcato un senso profondo del duro lavoro e del dovere.

Ha studiato all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, conseguendo il titolo di Ph.D. in Scienze economiche poi presso il celebre MIT (Massachusetts Institute of Technology) nel 1971.

La sua tesi di laurea a La Sapienza fa quasi sorridere, al giorno d’oggi. Intitolata “Integrazione economica e variazione dei tassi di cambio”, la tesi sosteneva l’insussistenza delle condizioni per una moneta unica europea per la quale invece al giorno d’oggi si batte.

Al MIT invece si è laureato sotto la supervisione di Franco Modigliani, unico premio Nobel per l’economia di origine italiane, e ha scritto “Essays on Economic Theory and Applications”.

Prima dei suoi incarichi istituzionali, Mario Draghi ha lavorato tra le altre cose anche in Italia, come professore universitario a Trento, alla Ca’ Foscari di Venezia, a Padova e alla facoltà di Scienze Politiche di Firenze “Cesare Alfieri”.

Carriera pubblica di Mario Draghi

Il suo primo incarico istituzionale lo ricopre dal 1984 al 1990: viene infatti nominato Direttore esecutivo presso il Consiglio di amministrazione della Banca Mondiale. Dal 1991 al 2001 è poi Direttore Generale del Tesoro, Presidente dello European Economic and Financial Committee e Presidente del Working Party 3 dell’OCSE. Nel 1993 è stato anche capo del Comitato OCSE per le privatizzazioni.

Tanti nomi, tanti acronimi: che cosa significano di fatto queste parole complicate? Innanzitutto, la Banca Mondiale, o World Bank, è una banca che si prefigge l’obiettivo di combattere la povertà e organizzare finanziamenti alle nazioni in difficoltà. Si tratta di un’agenzia specializzata dell’ONU, ovvero le Nazioni Unite.

L’OCSE è invece l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico: un’organizzazione internazionale di studi economici per i Paesi che condividono un’unica economia di mercato.

Carriera nel settore privato

Dal 2002 al 2008, Mario Draghi è stato anche vicepresidente di Goldman Sachs International, una delle più grandi banche d’affari del mondo che si occupa, tra le altre cose, di investimenti bancari e azionari, oltre che di risparmio gestito e altri servizi finanziari destinati a investitori istituzionali (come per esempio multinazionali e governi).

Mario Draghi alla Banca centrale europea: “Whatever it takes”

A partire dal 2011 e fino al 2019, Mario Draghi è diventato presidente della BCE, ovvero della Banca Centrale Europea. È questo il suo salto “pubblico” per definizione, e il suo nome comincia davvero a diffondersi non solo tra gli specialisti, ma anche nella vita quotidiana delle persone. È stato Draghi a presiedere la commissione durante la crisi del debito sovrano europeo.

La crisi del debito sovrano europeo, conosciuta anche come crisi della zona euro, ha cominciato a manifestare i suoi effetti intorno al 2010, ma si portava avanti già da prima, con la crisi dei mutui subprime negli USA che ha portato a conseguenze catastrofiche per l’economia non solo locale, ma mondiale.

Nel 2010 le banche si sono rese conto che il debito pubblico delle Nazioni avanzate non era mai stato così alto. Gli operatori di mercato, preoccupati dai livelli altissimi di debito, si sono messi in allarme sulla possibilità di default di alcuni degli Stati più vulnerabili, come per esempio Grecia, Irlanda, Italia, Spagna e Portogallo.

Tutte le volte che richiedi un prestito, contrai un debito. Il prestito viene ripagato in piccole rate a scadenza. La società che ti eroga un prestito vuole guadagnare dal farlo, e dunque applica un tasso d’interesse: al momento della restituzione del prestito, avrai dato alla società erogatrice (es: la banca) il capitale che ti ha prestato, più una percentuale di interessi che dipende da tanti fattori.

Quando il prodotto interno lordo (PIL) di uno Stato non riesce a sostenere gli interessi sul debito pubblico, ovvero sui soldi che lo stato stesso chiede in prestito alle banche per finanziare le attività di crescita o di mantenimento della Cosa Pubblica, iniziano i problemi. Dichiarare bancarotta per uno Stato comporta conseguenze molto gravi sulla vita quotidiana delle persone, e anche sulla salute della valuta comunitaria, ovvero l’euro, il quale è sempre stato una moneta forte che poteva competere col dollaro.

E dunque Mario Draghi è stato chiamato a risolvere il problema. Durante il suo mandato ha pronunciato la celebre frase “Whatever it takes”, ovvero “costi quel che costi”, per spiegare che durante la sua permanenza alla BCE avrebbe fatto tutto il necessario per preservare l’euro.

È stato lui a mettere in atto l’adozione di tassi d’interesse bassi o negativi e a favorire l’applicazione del quantitative easing per stimolare la ripresa e la crescita dell’Eurozona.

Il quantitative easing è un metodo con cui una banca centrale (in questo caso quella europea) interviene sul sistema finanziario per aumentare la moneta a debito.

Mario Draghi al governo in Italia

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato Mario Draghi il 2 febbraio 2021 per conferirgli l’incarico di formare un governo in seguito alle dimissioni dell’esecutivo di Conte II. Il 13 febbraio 2021 Draghi era diventato premier italiano.

Sotto il governo Draghi, l’Italia ha affrontato la crisi economica e sanitaria legata al Covid-19, e in seguito l’invasione russa dell’Ucraina.

Nel luglio 2022 ha rassegnato le dimissioni, venendo sostituito, in ottobre, dal governo Meloni.

  • Sul fronte della politica interna, il governo Draghi ha desecretato il segreto di Stato su documenti fondamentali in merito all’organizzazione Gladio e la loggia P2 in riferimento agli attentati durante gli anni di piombo. È anche famoso per una manovra finanziaria da 23 miliardi di euro che ha riformato le pensioni con la famosa “Quota 102”. Ha inoltre varato un pacchetto da 8 miliardi di euro per far fronte alla crisi energetica globale causata dalle sanzioni alla Russia in guerra. Ha anche ridotto l’IVA al 10% sui prodotti per l’igiene femminile.
  • Il 24 febbraio 2022 la Russia ha invaso l’Ucraina e Draghi ha condannato l’attacco, chiedendo il cessate il fuoco e promettendo di fare il necessario per ripristinare la sovranità dell’Ucraina. Ha inoltre accettato, dopo una riluttanza iniziale, a escludere la Russia dalla rete SWIFT per le transazioni finanziarie internazionali. Nel 2021, invece, ha inviato i miliari italiani in Afghanistan, durante l’offensiva talebana, per evacuare Kabul.

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