La storia di Louise Dahl-Wolfe, la prima fotografa a immortalare una donna libera e indipendente

La storia di Louise Dahl-Wolfe, la prima fotografa a immortalare una donna libera e indipendente

Da allora, con lei, la fotografia di moda non è stata mai più la stessa

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Photo courtesy of the Louise Dahl-Wolfe Archive, © Center for Creative Photography, Arizona Board of Regents, 1989

Coraggiose, glamorous, osannate, sconosciute, avventurose. Sempre vigili e pronte a cogliere l’attimo più fuggevole, oppure estremamente riflessive, alla ricerca dell’inquadratura perfetta. Sono le donne fotografe, coloro che sono riuscite, attraverso l’obbiettivo, ad abbattere i pregiudizi di una pratica considerata “maschile”. Ma non solo: hanno lavorato in situazioni di pericolo, mettendo spesso a rischio la loro stessa vita. Si tratta di donne che hanno contribuito a cambiare i costumi, a far uscire le donne dalla loro posizione di "angeli del focolare", per conquistare, finalmente anche se faticosamente, il loro posto nel mondo.

Per anni dimenticata sia dal mondo della fotografia che da quello della moda, Louise Dahl-Wolfe è ciò che di più rivoluzionario ci sia stato negli anni Venti e Trenta. Nata a San Francisco alla fine dell'Ottocento da una famiglia di immigrati norvegesi, studiò arte e design prima di rimanere folgorata dal mondo della fotografia: fu grazie all'incontro con un'altra donna, la fotografa Anne Wardrope Brigman, che la giovane Louise scoprì i segreti della camera oscura, anche se la scelta di lavorare nel settore fu presa grazie alla conoscenza con un'altra fotografa (e scrittrice), Consuelo Kanaga. Con la collega, famosa soprattutto per i suoi ritratti della comunità afro-americana, Louise cominciò a viaggiare in cerca di ispirazione e di soggetti interessanti da ritrarre. Nacquero così le sue prime foto, tra cui la celebre Tennessee Mountain Woman, che la fece conoscere al grande pubblico. Cominciò così la sua carriera: i suoi ritratti spaziavano dalla fotografia di moda ai ritratti di celebrità, dalle foto di gente comune a quelle che immortalavano i vasti orizzonti americani. Louise amava scattare all'aperto, immergendo i personaggi nella natura, all'aria aperta. Utilizzò lo stesso modus operandi sia per la fotografia di moda che per i ritratti di personaggi celebri, tra cui Mae West, Cecil Beaton, Orson Welles, Colette, Josephine Baker e molti altri ancora.

Louise Dahl-Wolfe, Carson McCullers, 1940; Gelatin silver print, 14 x 11 in.; National Museum of Women in the Arts, Gift of Helen Cumming Ziegler; © 1989 Center for Creative Photography, Arizona Board of Regents
© 1989 Center for Creative Photography, Arizona Board of Regents

Tra i suoi soggetti preferiti c'era la modella Mary Jane Russell, di cui seppe valorizzare la bellezza elegante caratterizzata dalla figura esile e sinuosa e dal collo lungo. Ma non solo: contribuì a scoprire e lanciare una giovanissima Lauren Bacall che apparve in tutta la sua bellezza su una copertina della rivista Harper's Bazaar. Proprio grazie alla rivista Louise divenne un'affermata e celebre fotografa di moda: negli anni realizzò ben 86 copertine, oltre a un incalcolabile numero di servizi e scatti, a colori e in bianco e nero. Determinata e infaticabile, con il suo personalissimo stile influenzò fotografi del calibro di Richard Avedon e Irving Penn, oltre al suo allievo preferito, Milton H. Greene, che più tardi diventarà famoso per i suoi scatti a una giovanissima e ancora acerba Marilyn Monroe.

Louise Dahl-Wolfe - Jean Patchett.
Louise Dahl-Wolfe

Negli anni Cinquanta fu celebre la sua collaborazione con la fashion editor Diana Vreeland, con la quale viaggiò in lungo e in largo per gli Stati Uniti e l'Europa. Libera e indipendente (rifiutò spesso i contratti di esclusiva con le riviste per non essere troppo vincolata dal punto di vista creativo), Dahl-Wolfe rivoluzionò la fotografia di moda: le sue modelle non erano più "manichini" all'interno di uno studio, ma si muovevano liberamente all'aria aperta, nei deserti della Tunisia, nei paesaggi del Messico, nelle città del Sud America. Le sue donne sono moderne, fresche, disinvolte, bellissime nella luce naturale dei luoghi in cui sono immortalate. Spesso non sono sole, ma sono accompagnate dalla gente del luogo, vestita con abiti tradizionali, intenta a svolgere lavori quotidiani: segno che la fotografa non metteva al centro la moda, ma anche tutto ciò che la circondava. E non è poco. Quella di Louise Dahl-Wolfe fu una vera e propria rivoluzione e fu una rivoluzione che portava il nome di una donna. Peccato che poi siano stati proprio coloro che a lei si erano ispirati ad avere maggiori riconoscimenti, ma ormai la storia era stata già scritta.

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