“Non so se esista la redenzione, ma esiste certamente qualcosa chiamato cercare di fare la cosa giusta”. In questa citazione, presa da un’intervista rilasciata al New York Times durante la promozione di Silence, c'è bla formula con cui in mezzo secolo Martin Scorsese ha riscritto le regole del cinema americano e mondiale.

Cattolicesimo, Violenza, Comunità, Bene e Male sono i temi portanti dei suoi film, messi solitamente in scena nella cornice della città di New York, luogo-simbolo e protagonista delle pellicole del regista italo-americano. Da Gangs of New York (2002), passando per L’Età dell’Innocenza (1993), Taxi Driver(1976), Mean Streets (1973), Quei Bravi Ragazzi (1990), New York, New York (1977) e The Wolf of Wall Street (2013) si può quasi affermare che i film di Scorsese traccino una storia dell'immaginario della Grande Mela.

Dall’esordio nel 1967 con Chi Sta Bussando alla Mia Porta?, al trittico Mean Streets (1973), Alice non Abita più Qui (1974) e Taxi Driver (1976) che lo consolidarono come pioniere della New Wave Americana, al sodalizio degli anni 2000 con Di Caprio fino a a The Irishman, ultima fatica in uscita questo ottobre su Netflix con la coppia De Niro-Al Pacino, Scorsese è sempre stato un autore di rottura, che ha rappresentato il sacro e violenza come due facce della stessa medaglia.

Nonostante il grande successo di pubblico e critica e le scene entrate di diritto nella storia del cinema, non è mai stato particolarmente amato dall’Academy, tanto che il primo e unico Oscar come Miglior Regista l’ha ricevuto solo nel 2006 con The Departed, che vinse anche il premio come Miglior Film.

Rimanere fedeli a sé stessi e alla propria poetica e allo stesso tempo indagare la natura più profonda dell'essere umano, questo è stato probabilmente uno dei segreti della longevità di Scorsese, i cui film assomigliano a quelle ballatone di Dylan o degli Stones che tanto ama e ai quali ha dedicato svariati documentari - esce proprio in questi giorni su Netflix Rolling Thunder Revue, su Dylan - oppure, riprendendo le parole del regista Paolo Taviani, il segreto sta nel fatto che “ Martin è uno di quegli autori che con i suoi film ci aiuta a capire chi siamo."

Di seguito abbiamo provato a stilare una classifica dei 10 film più significativi di Scorsese, in ordine rigorosamente random.

Gangs of New York (2002)

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Courtesy 20th Century Fox//Esquire

Gangs Of New York è la storia della città stessa e dell’eredità di violenza che porta da sempre con sé. Leonardo Di Caprio e Daniel Day-Lewis offrono due performance indimenticabili come capi banda nella guerra fra immigrati Irlandesi e Nativi nella seconda parte del 1800. Il film è stato spesso descritto come il capostipite dei moderni new-gangster-movies e ha segnato la prima di numerose collaborazioni fra Scorsese e Di Caprio.

Mean Streets (1973)

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Courtesy WARNER BROS//Esquire

Il primo capolavoro di Scorsese e forse il film che gli ha cambiato la vita, oltre a lanciare le carriere di Keitel e De Niro. Il film, fortemente autobiografico, racconta della vita di alcuni piccoli gangster a Little Italy e presenta per la prima volta elementi che diventeranno marchi di fabbrica del regista, come l’uso di canzoni pop-rock alternate a pezzi d’opera; oltre a presentare una delle battute più famose di sempre: “I peccati non si scontano in chiesa. Si scontano per le strade.”

L’età dell'innocenza (1993)

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Courtesy COLUMBIA TRI STAR FILM//Esquire


Uno dei film apparentemente più atipici di Scorsese è in realtà uno spaccato crudele dell’alta società newyorkese del 1800 e una delle vette espressive di quanto l’ambiente determini il singolo, tema tanto caro al regista. Il triangolo amoroso fra Daniel Day-Lewis, Michelle Pfeiffer e Winona Ryder è tanto spietato quanto pieno di simboli e dettagli indimenticabili, con un finale che è un affresco di una società rigidamente attaccata ai suoi codici.

Casino (1995)

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Courtesy CECCHI GORI GROUP//Esquire

L’ultimo capolavoro della gangster-era di Scorsese è stato a lungo bollato come una B-Side di Quei Bravi Ragazzi. La vicinanza di tematiche e casting non ha aiutato il film che, quasi 25 anni dopo la sua uscita, si mostra sempre di più per quello che è: una folle corsa fatta di tradimenti, colpi di scena e iper violenza in un superbo ritratto di Las Vegas prima che diventasse una specie di Disneyland per adulti.

The Departed - Il bene e il male (2006)

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Courtesy Medusa Film//Esquire

Il film che è valso l’unico Oscar come Miglior Regia a Scorsese è in realtà il remake dell’hard boiled hong konghese Infernal Affairs in salsa bostoniana. Le performance sopra le righe di Jack Nicholson e Mark Walhberg aggiungono prestigio ad una spy story dove Di Caprio è un poliziotto infiltrato nella mafia irlandese e Matt Damon l’opposto, in un film che non risparmia scene d’azioni e colpi di scena uno dopo l’altro.

Toro Scatenato (1980)

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Courtesy MGM HOME ENTERTAINMENT//Esquire

Robert De Niro con il volto tumefatto, in bianco e nero, è una delle imagini più iconiche del cinema moderno e una delle ragioni che hanno fatto di Toro Scatenato uno dei capolavori della Settima Arte. Per prepararsi al ruolo De Niro prese e perse chili infinite volte, per rappresentare al meglio tutte le fasi della vita disperata del boxer Jake LaMotta, in una sublime alternanza di violenza, fede e redenzione.

Taxi Driver (1976)

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Courtesy Ceiad//Esquire

Uno dei film più famosi della storia del cinema è una feroce critica sociale declamata attraverso la storia di un tassista paranoico (De Niro) e della sua alienazione che diventa universale. Rinchiuso nel suo taxi e rifiutato da gran parte della società, Travis Bickle è un uomo senza nulla da perdere convinto che New York sia una fogna e che tocchi a lui il compito di ripulirla.

L’Ultima tentazione di Cristo (1988)

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Courtesy CIC VIDEO//Esquire


Primo capitolo di una ideale trilogia sulla fede insieme a Kundun (1997) e Silence (2016), L’Ultima Tentazione di Cristo è forse il film più controverso e appassionato di Scorsese. Trasposizione cinematografica del libro di Nikos Kazantzakis, il film riscrive gli ultimi giorni di vita di Gesù in maniera sorprendente e straordinariamente umana, trasformandolo in un alter ego del regista stesso, diviso fra il bisogno di credere e il dubbio che la fede stessa instilla.

The Aviator (2004)

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Courtesy 01 Distribution//Esquire

Il biopic sull’aviatore/imprenditore/regista/produttore Howard Hughes è anche il film che ha portato più Oscar a Scorsese, 5 per l’esattezza, al pari di Hugo Cabret (2011). La seconda collaborazione con Di Caprio lo incorona come nuovo attore-feticcio del regista di New York in un film che indaga in maniera magistrale il confine labile fra sogno e follia.

Quei bravi ragazzi(1990)

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Courtesy WARNER BROS. ITALIA//Esquire

Uno dei film più visti, citati, parodiati e amati di sempre. Dalla battuta iniziale di Ray Liotta “Che io mi ricordi ho sempre voluto fare il Gangster”, ai monologhi polarizzanti di Joe Pesci e alle smorfie di Robert De Niro, Quei Bravi ragazzi è il ganster movie per eccellenza, che ha influenzato tutto il cinema a venire, dai Sopranos fino a Tarantino.