Pornocrazia - Film (2003) - MYmovies.it

Pornocrazia

Film 2003 | Drammatico 80 min.

Titolo originaleAnatomie de l'enfer
Anno2003
GenereDrammatico
ProduzioneFrancia
Durata80 minuti
Regia diCatherine Breillat
AttoriAmira Casar, Rocco Siffredi, Alexandre Belin, Manuel Taglang .
MYmonetro 1,86 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Catherine Breillat. Un film con Amira Casar, Rocco Siffredi, Alexandre Belin, Manuel Taglang. Titolo originale: Anatomie de l'enfer. Genere Drammatico - Francia, 2003, durata 80 minuti. - MYmonetro 1,86 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Un film troppo `scritto` per essere 'detto`. Destinato a fare scandalo tanto che l`attrice ha voluto una controfigura per alcune scene.

Consigliato no!
1,86/5
MYMOVIES 1,00
CRITICA
PUBBLICO 2,72
CONSIGLIATO NO
Rocco Siffredi rinuncia al machismo per la Breillat..
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Una giovane donna in un locale per gay. Un incontro fuggevole con un uno di loro al quale fare una proposta indecente: verra` pagato per vedere cio` che lei non ha mai mostrato a nessuno e per dirle quali sono le sue sensazioni dinanzi al corpo femminile esposto: L'uomo accetta e da` cosi` il via a una serie di visite nella casa isolata di lei. Catherine Breillat continua la sua esplorazione dell`universo sessuale che (ormai si puo` dire con certezza) l`attrae e le ripugna al contempo. Torna a mettere in scena Rocco Siffredi che rinuncia al suo machismo per interpretare il ruolo di un gay che prova paura e schifo nei confronti del corpo femminile, delle sue secrezioni, della sua inconoscibilita`. La regista afferma di voler mostrare cio` che tutti conoscono ma in qualche modo rimuovono. lo fa con uno stile e una determinazione degni di miglior causa. Perchè` se i suoi testi letti possono anche avere una tensione che rimanda a Celine (ad esempio) sentire un uomo che infila in primissimo piano un dito in una vagina mentre teorizza ad alta voce su sesso e repulsione sfiora il ridicolo.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 15 luglio 2010
dario

Prurigini e grattamenti con gaudio, schifo e senso di colpa insieme. La Breillat non è in grado di gestire quello che ha messo in piedi. La noia regna sovrana e la stupidità viene ben riassunta dalle espressioni di Rocco. Lei è bella, è nuda, ma non prende e neppure respinge. Sta lì, spesso con le gambe aperte, e non si sa perchè. Ritmo da Hiroshima mon amour (o l'Avventura, a scelta), il peggiore. [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Antonello Catacchio
Il Manifesto

Quando un film firmato da Catherine Breillat vanta Rocco Siffredi come protagonista le battute si sprecano. E’il caso di Pornocrazia, seconda prova del divo hard al servizio della regista francese (era già successo con Romance). Ma, a dispetto del titolo e del protagonista maschile (la protagonista femminile è invece Amira Casar), non siamo di fronte a un film hard.

Roberto Nepoti
La Repubblica

Dopo un tentativo di suicidio, una ragazza paga un uomo (che non ama le donne: lo ha incontrato in un locale gay) perché la contempli là dove è proibito guardare: nella sua nudità e soprattutto tra le gambe, all'"origine del mondo", per dirla col titolo del celebre quadro di Courbet (ma anche Goya è presente all'appello). In questo strano contratto si riassume per intero il soggetto; svolto nel tempo [...] Vai alla recensione »

Mauro Gervasini
Film TV

Catherine Breillat si è “incartata”. Dopo una serie di film più o meno interessanti e uno che ci è piaciuto parecchio (Sale comme un ange, inedito in Italia), ha cominciato a girare su se stessa attorcigliandosi alle stesse tematiche, viste e vissute con occhio che qualcuno ha definito “post-femminista”. Dopo il cerebrale Romance e il presuntuoso Sex Is Comedy, si tocca il fondo con questo Pornocrazia, [...] Vai alla recensione »

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Federica sta proprio male. La protagonista di È più facile per un cammello..., diretto e interpretato da Valeria Bruni Tedeschi, vive oppressa da un profondo senso di colpa. Un problema che a prima vista può farci sorridere: si sente troppo ricca (beata lei!, ci permetta di dire...), viziata, insicura, incapace di uscire dal suo guscio dorato. Di origine italiana, abita a Parigi, dopo che tutta la [...] Vai alla recensione »

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

In lutto e però quasi sorridenti, i Camerasca assistono da lontano all’imbarco su un jet privato della bara del capofamiglia (Roberto Herlitzka). Sulla pista c’è un altro jet, anch’esso privato. Ci saliranno tutti insieme, appena i facchini avranno terminato di sistemare il “carico” sul primo. Ma le cose si complicano. Per quanto la si giri, per quanto la si metta in piedi o di traverso, la bara non [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Sesso parlato. Sesso filmato. Sesso interrogato, nel senso in cui un filosofo “interroga” un problema, lo analizza, lo esamina, lo sviscera (metafora appropriata, è il caso di dire). E’l’ultima frontiera di un certo cinema francese. Abbiamo appena visto Ma mère , il film di Christophe Honoré tratto da Bataille, che esce venerdì dopo essere passato a Taormina.

Roberta Bottari
Il Messaggero

Peli, sudore e poi sangue mestruale, zoomate che invece di puntare sulle solite schiene arcuate ad arte, vanno dritte al sodo. Il sesso non è soltanto plastico. Ce lo ricorda Catherine Breillat, a Roma per presentare Pornocrazia , che lei stessa ha diretto e che Rocco Siffredi ha interpretato insieme con Amira Casar. «Ho girato - dice la regista - una specie di teorema di Pitagora sull’oscenità.

Mauro Gervasini
Film TV

Viene distribuito anche in Italia il nuovo film di Catherine Breillat, Pornocrazia, che dopo Romance ci riprova con Rocco Siffredi. Spiazzando il suo pubblico abituale, quello delle luci rosse, e trasfigurandolo da stallone italiano eterosessuale ad amante gay sfidato da una donna a una tenzone non soltanto concettuale. Anche in questo caso, Rocco e la controfigura che prende il posto dell’interprete [...] Vai alla recensione »

Fulvia Caprara
La Stampa

Provocatrice lucida e appassionata, Catherine Breillat spiega che il suo ultimo film Pornocrazia «è come un teorema di Pitagora sull’oscenità», un manifesto sulla conoscenza che si oppone «all’oscurantismo religioso» o almeno all’ottica limitata con cui la nostra società intende la religione: «Si dice sempre che bisogna rispettare la religione, ma nessuno la conosce veramente».

Alessandra Levantesi
La Stampa

Pornocrazia è uno di quei film che è facile stroncare con l'arma dell'ironia, basta raccontarlo. Una giovane donna, Amira Casar, si aggira con aria mesta in un night frequentato da gay e, visto il disinteresse nei suoi confronti, decide di suicidarsi là per là tagliandosi le vene. Salvata da un aitante omosessuale, Amira gli propone un singolare contratto: lo pagherà per guardarla «dove non si può [...] Vai alla recensione »

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