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Arancia meccanica

film del 1971 diretto da Stanley Kubrick / Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Arancia meccanica (A Clockwork Orange) è un film del 1971 scritto, prodotto e diretto da Stanley Kubrick.

Quick facts: Arancia meccanica, Titolo originale, Lingua o...
Arancia meccanica
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Alex insieme ai suoi drughi in una scena del film
Titolo originaleA Clockwork Orange
Lingua originaleinglese, nadsat
Paese di produzioneStati Uniti d'America, Regno Unito
Anno1971
Durata136 min
Rapporto1,37:1 (negativo)
1,66:1 (cinema europei e Blu-ray)
1,33:1 (home video)
Generegrottesco, drammatico
RegiaStanley Kubrick
SoggettoAnthony Burgess (romanzo)
SceneggiaturaStanley Kubrick
ProduttoreStanley Kubrick
Produttore esecutivoMax L. Raab, Si Litvinoff
Casa di produzioneWarner Bros.
Distribuzione in italianoWarner Bros.
FotografiaJohn Alcott
MontaggioBill Butler
Effetti specialiSandy DellaMarie, Mark Freund
MusicheWalter Carlos, AA.VV.
ScenografiaJohn Barry
CostumiMilena Canonero
TruccoFred Williamson, George Partleton, Barbara Daly
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
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Logo ufficiale del film
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Tratto dall'omonimo romanzo distopico scritto da Anthony Burgess nel 1962, la pellicola prefigura, appoggiandosi a uno stile sociologico e politico, una società votata a un'esasperata violenza, soprattutto nei giovani, e a un sistematico condizionamento del pensiero.

Forte di quattro candidature agli Oscar del 1972 come miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio, e presentato lo stesso anno alla Mostra di Venezia, il film ottenne un buon successo di pubblico oltre a un grande impatto culturale.[1] Decisivo per la riuscita del film fu anche l'apporto di Malcolm McDowell, che interpretò il capo-drugo Alex, pronto e disponibile a tutto, al punto che s'incrinò una costola e subì l'abrasione delle cornee durante le riprese del film.[2]

Quando fu distribuita sul circuito cinematografico, all'inizio degli anni settanta, la pellicola destò scalpore, generando una schiera di ammiratori pronti a gridare al capolavoro ma anche una forte corrente di parere contrario, per il taglio originale e visionario adottato nella narrazione, che faceva ricorso in maniera iperrealistica a scene di violenza.

Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al quarantaseiesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi,[3] mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è sceso al settantesimo posto.[4] Nel 1999, compare nella classifica BFI 100 stilata dal British Film Institute all'81º posto.[5] Nel 2020 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.[6]

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