Le monete di Roma che valgono «oro»: dal ritratto di Bruto a Massenzio, i pezzi all’asta | Corriere.it
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Le monete di Roma che valgono «oro»: dal ritratto di Bruto a Massenzio, i pezzi all’asta

di Umberto Reano

Da martedì 7 a giovedì 9 maggio, Numismatica Ars Classica propone in asta a Zurigo una serie di pezzi pregiati

C’è una moneta, ed è il denario delle Idi di marzo, che in tre semplici ed essenziali elementi figurativi condensa un evento avvenuto a Roma nel 44 prima di Cristo che cambiò la storia del mondo. Ci sono due pugnali che rimandano all’assassinio di Giulio Cesare, al quale parteciparono più congiurati, anche se nell’immaginario collettivo sono ricordati solo Bruto e Cassio; al centro il pileus, simbolo della libertà conquistata, e sotto la data: Eid mar, le Idi di marzo. Il ritratto di Bruto, fedele, tenuto conto che la moneta venne fatta battere dallo stesso leader del colpo di stato, occupa a sua volta il diritto del conio. Un esemplare del quale, considerato il migliore in mani private, nella torna del 7/9 maggio di Numismatica Ars Classica (www.arsclassicacoins.com) partirà da 400 mila franchi.

Gli altri pezzi pregiati

L’incanto di Zurigo, che si articola in due cataloghi di Nac e tre in collaborazione con altre case d’asta elvetiche, è pieno di rarità. Quasi come le stelle nella notte di san Lorenzo. È il caso dell’aureo battuto a Ostia per ordine di Massenzio poco prima di essere sconfitto da Costantino. Splendido il ritratto del diritto, evocante una vittoria che non verrà, il rovescio. Partenza anche in questo caso da 400 mila franchi. Come l’affascinante statere con Artemide coniato intorno al 330 a Troas, importante porto dell’Asia Minore nordoccidentale. Non meno interessante la dracma calcidese di Naxos, valutata 220 mila franchi, con una curiosa testa di Dioniso, il dio dell’Olimpo greco cinta d’edera, con barba appuntita e capelli che cadono ad onde sul collo al diritto e al rovescio una grappolo d’uva tra foglie. Tra i copiosi lotti c’è la possibilità di trovare monete capaci di soddisfare ogni gusto e portafoglio. È il caso del denario di L. Iulius Bursio con figura maschile e attributi di alcune divinità e al rovescio la Vittoria in quadriga con redini in una mano e corona nell’altro, proposta a 400 franchi.

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