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‘Closer’ – La Recensione

Nel teatro che si fa verità filmica, Mike Nichols frammenta l’amore nel tempo. Dandone una natura tossica, di attaccamento e di ripetizione.

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Closer

Su Paramount +  Closer, dramma romantico tratto dall’omonima opera teatrale di Patrick Marber. Diretto da Mike Nickols, cineasta di quel capolavoro della New Hollywood che è Il laureato, il film è interpretato da Julia Roberts, Jude Law, Natalie Portman e Clive Owen. Prodotto dalla Columbia Pictures e Scott Rudin,  venne candidato ai Premi Oscar 2005 nella categoria Miglior attore e attrice non protagonista per l’interpretazione di Owen e della Portman.

IL TRAILER – Closer

 

 Eterno ritorno

L’opera di Nichols rappresenta indubbiamente una delle migliori trasposizioni dal palcoscenico della finzione teatrale a quella del grande schermo. Closer si apre tra la folla di Londra mentre i due personaggi della Portman e Law, rispettivamente Dan e Alice, si incontrano come due anime gemelle per le quali vale l’amore a prima vista sempre e comunque. Ed è la musica extra-diegetica dei Damien Rice, The Blower’s Daughter, centrale in apertura e in chiusura del film, che sottolinea la tragicità romantica dei due personaggi, e di quelli della Roberts e di Owen, alias Larry e Anna. La storia di Closer è un plot che segue una narrazione di chiusura, di cambi di fronte e di partner per ognuno dei quattro personaggi.

 

THE RETURN OF THE EX

Nel cinema ci sono tre atti che dividono immaginariamente la storia; nel teatro invece questi si suddividono nel passaggio da uno stato d’animo o punto di svolta all’altro, che nel cinema chiamiamo fine sequenza o raccordo tra una scena all’altra. La particolarità del film risiede proprio in quanto Nichols decida di aderire alla forma teatrale e alla composizione dell’opera originale. Anna, Dan, Larry e Alice, sono quattro personaggi in cerca e combattuti dalla verità dell’amore. Si affannano a individuarla, e quando la cercano puntualmente Nichols fraziona questi mutamenti di ruolo. Sottolineando la fragilità di un sentimento romantico che è istintivo, folle, tossico, senza freni inibitori, una ruota di scorta, e la ricerca della felicità amorosa.

Parafrasando Pirandello, in Closer ci sono quattro personaggi in cerca d’amore. Personalità altalenanti che hanno bisogno di un riparo per amare. Di sentirsi utili per riuscire a definirsi in una relazione. Su questa base Nichols e Marber sviluppano l’eterno ritorno di Dan, Larry, Alice e Anna. È un tavolo da ping-pong quello di Closer. Dove lo scrittore di belle e perdute speranze, la fotografa indecisa, il dermatologo scurrile, e la spogliarellista persa nel mondo, si rimbalzano da una parte all’altra. Provandosi, ricercandosi, lasciandosi e riprendendosi. Anteponendo le loro ossessioni al significato reale del termine “amare”.

Eroi romantici: subdoli, aggressivi e in bilico

In questo quadrilatero amoroso le due personalità maschili sono la faccia della stessa medaglia. Tossici, al limite dell’esercizio della sudditanza psicologica. Disperati di fronte ad una perdita d’amore identificata con il timore di non essere più il centro del quadrilatero. Il Larry di Clive Owen è grossolano, rude, eccessivamente patriarcale e a tratti misogino. Mentre il Dan di Jude Law è l’egocentrico per definizione. Da quest’ultimo dipendono le decisioni della Roberts e il travaglio della Portman. È dettato da una gelosia morbosa, accentuato dalla possibilità di non poter ottenere ciò che vuole, ossia Anna. Lasciandosi consumare dalla cattiveria fino a simulare del sesso in chat con l’ignaro Larry, motore che fa scatenare la conoscenza tra questi e il personaggio della Roberts.

 

Entrambi sono dilaniati da aver perso l’oggetto del proprio desiderio, e quindi si scambiano la depressione e il travaglio umano. Facendo un po’ per uno per i cambiamenti di rotta che riguardano Anna. Closer è puro teatro applicato al cinema. Ce ne accorgiamo da come Nichols cambia bruscamente le scene attraverso il tempo, il quale ha funzione di sipario e non sipario nella vita del quadrilatero. E nello spostamento del tempo, il regista de Il laureato è abile a imbastire un racconto filmico che tende al thriller senza mai esserlo. Mirando cioè a trasformare l’intreccio tragico in un genere romantico che esitando è sempre lì per cambiare prospettiva e indirizzo estetico.

Alice e Anna, ritratto di donna

Se le caratterizzazioni maschili sono il frutto dell’oggettificazione tossicamente padronale di ciò che provano, Alice e Anna sono il segno dell’astrattezza del loro ti amo. Non è un caso che l’unica rivisitazione che Marber fa della sua opera d’origine, tocca ad Alice. Facendo morire un’identità che arriva alla vera Jane. Libera di amare solo quando si è finalmente svincolata da quel quadrilatero e dalla possessione/ossessione di Dan. Anna invece è il ritratto di una donna insicura ma nel contempo manipolatrice nel suo essere attaccata al materialismo dei suoi due partner, Larry e Dan. Ben rappresentato dall’interpretazione della Roberts. Indecisamente romantica e candida femme fatale che a sua volta fa del sesso la cifra della denominazione fisica ed emozionale che subiscono Owen e Law.

 

La verità a tutti i costi

Il quadrilatero di Closer, per citare Ingmar Bergman, rincorre un sogno disperato e tormentato. Essere e non sembrare d’essere. Trasportato nell’amare e non sembrare d’amare. Anna, Dan, Larry e Alice/Jane, sono diretti ad una forma di verità a cui aspirano dall’inizio del loro quadrilatero. La ricerca morbosa del vero e di cosa è avvenuto, serve al duo Nichols/Marber, non solo per riattivare la struttura rivitalizzante del mito romantico, ma per dare un significato alla materialità dell’amore. Quest’ultima intesa come violenza delle emozioni, in una gara che mira ad esplorare l’onestà come meccanismo di analisi. Legami incentrati sul sesso e su una risposta di verità come reazione al desiderio carnale.

 

Natalie Portman Reflects on 8 Memorable Roles

 

Tutti e quattro i protagonisti sanno in cuor loro di essere stati traditi, certo a fasi alterne, ma vogliono sentirselo dire in faccia. Per porsi di fronte alla verità inviolabile, e capire quanto sono disposti a soprassedere o a mollare. E anche qui c’è un diverso metro di giudizio. Da una parte Anna, Larry e Dan sono disposti a superare la verità facendo predominare questa forma d’amore tossica e ossessiva. Dall’altra Alice, attraverso il suo ultimo rifiuto nei confronti di Dan, si riappropria della propria morale romantica. Ponendo la parola fine all’ambiguità del monomito ripetitivo del quadrilatero. Scegliendo di fuggire dalla gabbia verso la sua vera identità. Riappropriandosi di se stessa.

Closer , a quasi vent’anni dalla sua uscita, testimonia una delle pagine migliori dell’amore sul grande schermo. Disfunzionale come un romanzo di Ernest Hemingway, tragico come un’opera di William Shakespeare. Dimostrando nel suo quadrilatero frammentato la ripetizione dell’amore, e la sua ricerca di verità.

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  • Anno: 2004
  • Durata: 104
  • Distribuzione: Paramount +
  • Genere: dramma sentimentale
  • Nazionalita: Usa
  • Regia: Mike Nichols
  • Data di uscita: 03-December-2004