Yasuke, il samurai di origine africana protagonista del nuovo episodio di Assassin’s Creed
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21 Maggio 2024
19:30

Yasuke, il samurai di origine africana protagonista del nuovo episodio di Assassin’s Creed

Un samurai nero nel Giappone del XVI secolo, protagonista del videogioco Assassin's Creed e di una serie TV Netflix. Sembra una storia incredibile, ma è accaduta davvero. Sulla vicenda, però, esistono poche notizie certe e i particolari sono in genere raccontati in maniera romanzata.

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Yasuke, il samurai di origine africana protagonista del nuovo episodio di Assassin’s Creed
yasuke samurai nero
Credits: Anthony Azekwoh, CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons.

Il samurai nero protagonista di Assassin's Creed si chiamava Yasuke, era originario con ogni probabilità del Mozambico e nel periodo Sengoku (corrispondente al nostro XVI secolo) fu elevato al rango di samurai da Oda Nobunaga. La sua data di nascita non è nota. Arrivò in Giappone nel 1579, quando aveva all’incirca 26 o 27 anni, al seguito di un missionario gesuita italiano, Alessandro Valignani, e suscitò molta curiosità nella popolazione locale. Dopo due anni fu ceduto a Oda Nobunaga, uno dei daimyo (signori feudali) che si contendevano il controllo del Giappone. Nobunaga, secondo alcuni studi, elevò Yasuke al rango di samurai e lo trattò con ogni riguardo. Nel 1582, quando il daimyo fu tradito da uno dei suoi vassalli, Yasuke fu catturato e consegnato ai gesuiti presenti in Giappone. Da allora non si ebbe più alcuna notizia di lui. La sua storia, però, è entrata nel mito ed è raccontata in numerosi libri, fumetti e videogiochi.

Chi era il samurai nero

Di Yasuke, il “samurai africano”, sappiamo poco, perché le fonti sono scarse e raccontano solo una piccola parte della sua vita. È noto che era un uomo di origine africana, alto circa 190 centimetri, e che arrivò in Giappone al seguito di un missionario italiano, il gesuita Alessandro Valignano (o Valignani), nel 1579. Secondo una delle ipotesi più accreditate, era originario dell’Africa orientale portoghese, l’attuale Mozambico, e apparteneva all’etnia macua.

Non è noto come fosse entrato in contatto con Valignano, responsabile dei gesuiti per le “Indie”, un vasto territorio che includeva l’Africa orientale e gran parte dell’Asia. Forse il missionario aveva incontrato Yasuke in Mozambico in occasione di un viaggio o forse lo aveva conosciuto in India (ipotizzando che il giovane africano vi fosse stato condotto precedentemente). Fatto sta che Yasuke, allora chiamato Yussuf (Giuseppe), divenne un suo servitore e nel 1579, quando Valignano raggiunse il Giappone per proseguire le sue missioni di evangelizzazione, lo seguì.

Yasuke nel Giappone del periodo Sengoku

Valignani e il suo servitore arrivarono in Giappone nel pieno del periodo Sengoku, o periodo degli Stati combattenti, compreso tra il 1467 e il 1603. Il controllo del Paese era conteso da numerosi daimyo, una sorta di signori feudali, ognuno dei quali controllava una porzione di territorio. I daimyo erano costantemente in guerra tra loro ed erano dotati di potenti eserciti privati. Per questo, il periodo Sengoku fu l’epoca d’oro dei samurai, cioè guerrieri che combattevano al servizio dei daimyo, e dei ninja, soldati speciali specializzati in operazioni segrete.

Maggiori clan giapponesi intorno al 1570 (Credits Ro4444)
Principali clan giapponesi intorno al 1570. Credits: Ro4444.

Quando Valignano giunse in Giappone, il suo servitore suscitò subito curiosità. Probabilmente non era la prima persona con la pelle nera a raggiungere il territorio giapponese, perché già nei decenni precedenti gli europei avevano portato con loro alcuni schiavi catturati in Africa, ma destò ugualmente grande interesse.

Un samurai nero: Yasuke al servizio di Oda Nobunaga

Nel 1581 Valignano decise di visitare la capitale, Kyoto, dove incontrò Oda Nobunaga, uno dei daimyo più potenti. Nobunaga restò impressionato dall’aspetto fisico e dalla forza del servitore, ormai chiamato Yasuke. In origine, però, non credette che fosse davvero nero: poiché aveva la pelle molto scura, il daimyo e gli uomini del suo entourage sospettarono che fosse tinto con inchiostro. Perciò lo costrinsero a spogliarsi e lo lavarono con dell’acqua per controllare che fosse davvero nero.

Accertatosi del suo colore, Nobunaga volle tenere con sé Yasuke gli assegnò un ruolo importante. Lo nominò "kosho" (grosso modo traducibile come paggio) e, secondo alcuni studi lo elevò alla dignità di samurai. Oggi l’ipotesi che fosse stato un samurai, pur accettata da molti studiosi, non trova consenso unanime e di recente ha provocato alcune polemiche.

Oda Nobunaga
Oda Nobunaga

La cattura e la fine di Yasuke

Nel 1582 uno dei vassalli di Nobunaga, Akechi Mitsuhide, si ribellò contro il suo padrone, lo sconfisse e lo indusse al suicidio. Yasuke fu catturato, ma non fu giustiziato: Akechi dichiarò che uno schiavo nero era «come una bestia» e non valeva la pena metterlo a morte. Perciò il giovane africano fu consegnato ai gesuiti. Da quel momento, di lui non si sa più nulla: gli anni successivi e la morte sono avvolti dal mistero.

Il mito del “samurai” nero

Il “samurai” nero non poteva non suscitare interesse e curiosità. Probabilmente fu raffigurato in disegni e opere pittoriche sin dal ‘600, ma nessuna identificazione è stata mai provata.

Dipinto del 1605. Secondo alcune interpretazioni, Yasuke è raffigurato al centro mentre lotta con un altro uomo
Dipinto giapponese del 1605. Secondo alcune interpretazioni, uno dei due uomini che lottano al centro è Yasuke.

È invece certo che, in tempi più recenti, la storia di Yasuke è stata raccontata da molti libri e articoli. Il samurai nero è inoltre protagonista di alcuni manga, come Afro Samurai del 1999, di una serie animata su Netflix e di vari videogiochi. Yasuke sarà anche uno dei due protagonisti di Assassin’s creed Shadows, un episodio della popolare serie di videogiochi, il cui rilascio è previsto il 15 novembre 2024.

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