Perché la Russia ha sequestrato 463 milioni a Unicredit
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Martedì, 4 Giugno 2024
Farnesina in allerta

Perché la Russia ha sequestrato 463 milioni a Unicredit

Cosa è successo in Russia e perché c'è stato questo maxi-sequestro. Il ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, convoca una riunione

Sotto sequestro in Russia i conti di Unicredit per un valore di 463 milioni di euro. La notizia ha messo subito in allarme la Farnesina, con il ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, che ha già fissato una riunione per la settimana prossima. In allerta anche i mercati finanziari, ma andiamo per ordine.

Il caso Unicredit in Russia

Una Corte di San Pietroburgo ha posto sotto sequestro conti e proprietà di Unicredit in Russia per un valore di quasi 463 milioni di euro. La decisione è stata presa nell’ambito di un contenzioso, su istanza della Ruskhimalyans, un'impresa per la produzione di gas liquido partecipata di Gazprom. Per essere precisi la misura sembrerebbe riguardare Unicredit Russia e Unicredit Ag, la banca tedesca del gruppo che controlla la filiale russa. L’istanza presentata dalla Ruskhimalyans riguarda anche altre banche europee, tra cui Deutsche Bank e Commerzbank AG rispettivamente per 210 e 7,5 milioni di euro.

Come le banche europee stanno pagando la guerra di Putin

Tutto parte da un contratto firmato nel 2021 per la costruzione di un impianto dell'impresa russa per il trattamento di gas nella regione di Leningrado e dal fatto che nel maggio 2022 la società appaltatrice, la tedesca Linde, ha notificato alla società russa la sospensione dei lavori a causa delle sanzioni adottate dall’Ue per la guerra in Ucraina. In particolare, la Ruskhimalyans contesta agli istituti di credito di non avere onorato le loro garanzie. Le banche garanti, infatti, avevano fatto sapere che non intendevano effettuare i pagamenti perché questi avrebbero potuto violare le misure restrittive decise da Bruxelles. 

La Farnesina segue il caso

La notizia ha messo in allarme il governo italiano visto che stiamo parlando della banca più grande del Paese. Fonti della Farnesina hanno fatto sapere che il ministero degli Affari Esteri, Antonio Tajani, sta seguendo il caso. La questione verrà affrontata nel corso di una riunione immediatamente convocata lunedì prossimo, 20 maggio, del 'tavolo Russia', attivato dal ministro Antonio Tajani con le aziende e le istituzioni impegnate nel mercato russo.

Sembra che la disputa riguardi in particolar modo un "performance bond" emesso da Unicredit e da altre banche su un contratto stipulato tra RusChemAlliance e il consorzio Linde per la costruzione di un impianto di trattamento del gas. Dopo il dietrofront del consorzio Linde la società russa ha preteso il pagamento delle garanzie da parte delle banche. Di fronte a un rifiuto per evitare di violare le sanzioni Ue alla Russia si è andati per le vie legali, che hanno portato appunto a questo maxi sequestro conservativo di asset Unicredit del valore di 463 milioni di euro.

La reazione di Unicredit

Unicredit "è stata informata dei recenti sviluppi del contenzioso pendente presso il tribunale russo fra RusKhimAlyans contro Uc GmbH ed AO Uc Bank (la banca russa del gruppo, ndr) chiamata in causa dalla parte attrice: il provvedimento cautelare ha ad oggetto solo alcuni beni sufficienti a soddisfare le pretese della parte attrice in caso di vittoria e non toccano quindi Uc AO Bank nella sua totalità". Afferma Unicredit in una nota, concludendo: "La vicenda sarà oggetto di ulteriori analisi e monitorata con attenzione".

Il titolo Unicredit ha retto bene alla notizia. A Piazza Affari le azioni della banca italiana hanno chiuso le contrattazioni con un -0,08%, recuperando terreno dopo un primissimo sbandamento.

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