Burn After Reading - A prova di spia Recensione

Burn After Reading - recensione del nuovo film dei fratelli Coen

27 agosto 2008
3.5 di 5

Dopo i toni cupi dello splendido Non è un paese per vecchi, fratelli Coen tornano per una commedia caustica e coenianamente demenziale. Burn After Reading è un film dal ritmo e dalla brillantezza invidiabili, ma nel quale a volte l'ironia non è graffiante come ci si aspetterebbe.

Burn After Reading - recensione del nuovo film dei fratelli Coen

Burn After Reading - la recensione

Come quello di tutti i grandi autori della storia del cinema, quello dei fratelli Coen è un cinema che riesce ad essere sempre diverso e sempre uguale a sé stesso. Diverso perché Joel e Ethan ci hanno da tempo abituato ad un eclettismo che si applica a toni, generi e stile; uguale perché i due fratelli riescono ad imprimere ad ogni loro film un marchio di fabbrica inconfondibile, che si tratti di sfumature o di temi ricorrenti. E il tema ricorrente e onnipresente nelle storie dei Coen è il disordine. Un disordine, interiore o meno, che i loro protagonisti tentano – quasi sempre invano – di ricomporre.

Di disordine, in Burn After Reading - film che ha aperto Fuori concorso l’edizone numero 65 del Festival di Venezia – ce n’è parecchio: un disordine anarchico, incomprensibile e decisamente divertente, nel quale sguazzano, illudendosi di esserne in controllo, tutti i protagonisti di una storia che è molto più di una semplice parodia delle spy stories. Se è vero che i Coen giocano con gli stilemi del genere spionistico, lo è altrettanto che la trama di Burn After Reading travalica i confini della semplice satira sull’inettitudine dell’intelligence – pur presente in due divertentissimi siparietti di cui è protagonista J.K. Simmons. Il famoso cd di (supposti) documenti riservati con il quale la coppia Frances McDormand/Brad Pitt cercano di ricattare l’ex analista della CIA John Malkovich è infatti solo un pretesto per raccontare storie assai più private e quotidiane: storie di amori (veri o presunti), di coppie e di tradimenti. E appare allora chiaro che per i Coen ad essere top secret non sono tanto i file riservati di Langley quanto i pensieri e le azioni di coloro che abbiamo o vorremmo avere al nostro fianco.

Proprio come il primo e il secondo capitolo della cosiddetta “trilogia dell’idiota”, Fratello dove sei? e Prima ti sposo, poi ti rovino, Burn After Reading è quindi forse fondamentalmente un film sull’amore. O perlomeno sull’amore come lo raccontano i fratelli Coen. E solo successivamente è un racconto grottesco su paranoie tutte contemporanee come quella relativa al controllo occulto delle nostre vite e delle nostre azioni.

Nel declinare tutte queste tematiche, i Coen mantengono un ritmo esemplare, ma va detto che non sempre il loro personalissimo umorismo cinematografico ha smalto e verve a sufficienza da poter essere davvero incisivo e/o graffiante. L’impressione è che certe situazioni siano un po’ forzate, e che ci si sia affidati fin troppo alla carta della recitazione “idiota” di Clooney e Pitt.

Pur non sballato come un The Ladykillers, Burn After Reading non è quindi di certo uno dei titoli più memorabili dei due registi, che sembrano aver volutamente cercato un divertissement di estrema levità e di quasi analogo spessore. Si tratta di una commedia senza dubbio divertente e piacevole (averne, di film del genere...), che conferma, se ce ne fosse stato il bisogno, la classe dei fratelli del Minnesota, ma nella quale viene forse sottoutilizzata quella capacità tutta coeniana di mostrare il loro (e nostro) mondo attraverso una lente capace di caricarne i toni più grotteschi e bizzarri e di rivelarli come cartine al tornasole dell’assurdità della vita.



  • Critico e giornalista cinematografico
  • Programmatore di festival
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