“Io e mia moglie siamo i campioni mondiali di sesso” - La Stampa

«Io e mia moglie abbiamo imparato a fidarci l’uno dell’altra e a distinguere il piano sentimentale dalle performance porno». Enrico D’Avascio, in arte “Capitano Eric”, 46 anni, è il neocampione del mondo di sesso e Mariagiovanna Ferrante, “Mary Rider”, 45, la sua partner sul set nonché compagna di vita da ventun anni, da quando si sposarono.

Titolare di un porno shop in città, “La bottega dei desideri” in via Villa Giusti, grazie al suo talento hard si è appena classificato primo al concorso internazionale indetto dalla Sweden Sex Federation. Sua moglie era con lui, anche stavolta, come avviene da quando, sedici anni fa, lasciarono un mestiere normale - lui programmatore e lei giornalista - per darsi al porno.

D’Avascio, come si è svolta la gara?
«Con la formula del reality, in una casa in Spagna. Partecipavano diciotto concorrenti da tutto il mondo. C’erano sedici categorie, dalla seduzione al bacio, ai preliminari, alla penetrazione e alle altre posizioni, fino alla prestazione più artistica. Io l’ho fatto con mia moglie. Il vincitore è stato stabilito dal voto di una giuria e da quello online, da casa».

Lei prima di fare l’attore hard era programmatore, cosa l’ha spinta a cambiare lavoro?
«E avevo anche un ottimo stipendio, ma l’informatica mi ha deluso, perché si è un po’ degli operai del computer. Ha avuto un ruolo il mio estremo esibizionismo ma soprattutto, cosa che ho scoperto col tempo, il fatto che le produzioni hard mi permettono di essere creativo e di realizzare qualcosa di veramente mio».

E sua moglie?
«Mariagiovanna era delusa dal suo lavoro, prima da giornalista e poi negli uffici stampa, dove ha lavorato anche per Di Pietro. E poi prima eravamo spesso lontani a causa del mio vecchio impiego, mentre ora siamo sempre vicini, questo per lei ha contato parecchio».

Come vi siete avvicinati al mondo dell’hard?
«Gradualmente, prima con piccole produzioni qui a Torino, poi frequentando le fiere internazionali del porno. Dieci anni fa ho proposto i miei prodotti a Rocco Siffredi, appena prima che aprisse la sua Academy. Ho girato video con mia moglie e ci siamo resi conto che le nostre competenze ci avrebbero permesso questa attività, così abbiamo unito le rispettive conoscenze per realizzare un prodotto nostro. Oggi abbiamo un migliaio di scene da trenta minuti, la durata media nel porno, e venti film con una trama da due ore di lunghezza. In tutto hanno collaborato con noi un centinaio di ragazze e una cinquantina di ragazzi».

Ma come avete fatto a resistere come coppia?
«Il nostro è un lavoro fisico in cui bisogna separare il piano professionale da quello sentimentale. Di certo non proviamo le stesse cose che proviamo fra noi in privato».

Cioè?
«Il fatto che stiamo insieme e ci amiamo è del tutto diverso da quello che proviamo sul set, dove il lavoro è impegnativo e molto faticoso, soprattutto per gli uomini. Voglio dire che ci vuole una grande capacità di estraniarsi da quello che si sta facendo, in modo da riuscire a concentrarsi per realizzare la migliore performance possibile».

Le è successo che sul set si creasse qualcosa di diverso, con una vera partecipazione emotiva?
«Mi è capitato pochissime volte di avere a che fare con colleghe che cercassero qualcosa di diverso rispetto all’atto “tecnico” che stavano facendo. È molto difficile che le esperienze sul set lascino un segno dopo».

Il riconoscimento di campione mondiale sta già avendo effetti sulla vostra attività?
«Sì molto positivi, soprattutto per l’attenzione mediatica anche internazionale che ne è derivata».

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