The Dictators – Recensione: Go Girl Crazy!

The Dictators – Recensione: Go Girl Crazy!

Qualora ci fossero dubbi sulla supremazia della scena punk newyorchese, oggi rendiamo omaggio a un album additato tra gli iniziatori del genere. Il gruppo si forma nel 1973 nei sobborghi della grande mela e annovera tra le proprie fila l’eclettico Andy Shernoff alla voce/basso, Ross “The Boss” Funicello alla chitarra solista (si, proprio lui), Scott Kempner in qualità di chitarra ritmica e Stu Boy King alle pelli. Questa formazione, alla quale si aggiungerà il roadie Richard Manitoba alla seconda voce solista, andrà a incidere nel 1975 il debut album per la Epic, un anno in anticipo rispetto alla storica opera prima dei Ramones. Manitoba venne da subito eletto a mascotte della band (è lui difatti il soggetto ritratto nella copertina in tenuta da wrestler) e parteciperà alle future incisioni. La produzione è affidata a Sandy Pearlman e Murray Krugman, già noti per i servigi resi ai Blue Oyster Cult.

Ai tempi il gruppo si era distinto per un’attitudine gretta, nichilista e provocatoria, particolarmente evidente nei testi irriverenti e scanzonati; se a questo si aggiunge un sound selvaggio e schietto come pochi, non è difficile comprendere per quali motivi i cinque svitati attirarono a sé le critiche di parte della comunità musicale, che troppo frettolosamente li liquidò quale mero fenomeno demenziale.

Il platter si apre alla grande con l’anthemica “The Next Big Thing”, nella quale si può percepire un vago retaggio alla The Kinks, cui si uniscono elementi melodici, fino a lambire il garage, che denotano una direzione sonora del tutto imprevista e personale, sulla quale svetta il lavoro di Ross. Si prosegue con la cover “I Got You Babe” (Sonny & Cher) direttamente dagli anni ‘60, ma è soprattutto con “Back to Africa” e “Master Race Rock”, che chiudono la prima facciata, che si apprezzano svariati passaggi e stacchi che giustificano la collocazione quale principale ensemble proto-punk. Su quest’ultima, specificamente, brilla un gran lavoro solista del “Boss” ed un ripetuto coro “let’s go” che un anno dopo, con “Blitzkrieg Bop”,diverrà marchio di fabbrica dei citati Ramones.

Un’altra chicca apre la b side, “Teengenerate“, un pezzo talmente avvincente e ricco di sfumature da dover essere udito piuttosto che descritto. Segue la seconda cover del disco, “California Sun”(The Riverias), resa in maniera scoppiettante e con un con un basso in pompa magna che “gratta” mirabilmente. Peraltro, della serie nulla è per caso, la canzone verrà in seguito ripresa anche dai Ramones. Nel proseguo si incappa nel sontuoso riff d’apertura di “Two Tub Man“, con un Funicello sempre più scatenato negli intermezzi solistici; troviamo poi la coerente “Weekend”, per poi arrivare a conclusione con un altro anthem, “(I Live For) Cars and Girls“, dal titolo eloquente e con cori degni dei migliori Beach Boys, da inquadrare tra i migliori episodi di un album che rapisce e ammalia dal primo all’ultimo solco.

Incredibilmente, il riscontro in termini di vendite fu poco lusinghiero, circostanza che portò a un primo scioglimento nel tardo 1975. Tornarono dopo pochi mesi con in squadra, al posto del dimissionario Andy Shernoff (che tra gli altri, in pena coerenza artistica, andrà a collaborare con Joey Ramone), il bassista Mark “The Animal” Mendoza, che diverrà in seguito celeberrimo per la sua militanza nei Twisted Sister. Shernoff tornerà successivamente nei ranghi e parteciperà pure al progetto Manitoba’s Wild Kingdom con i vecchi compagni dei Dictators.

Pionieri che non ottennero il meritato riconoscimento, a discapito di flebili rimandi ai The 13th Floor Elevators, New York Dolls, Stooges e Beach Boys,i The Dictators seppero sviluppare una propria identità sonora che andrà a influenzare centinaia di gruppi a venire, ma questo superbo esordio è senz’altro da eleggere tra i classici di tutti i tempi.

In definitiva “Go Girl Crazy!” è un disco che emoziona, diverte e a distanza di quasi cinquant’anni si riascolta sempre con rinnovata deferenza e piacere.

Per i fans dei Manowar, può rappresentare curiosità il fatto che questo sia stato il primo disco di Ross The Boss, mentre per chi idolatra i Ramones l’ascolto è pressoché obbligato!

Ultimo curioso aneddoto che quasi pregiudicò l’uscita del disco: una sera Manitoba entrò negli studi di registrazione completamente ubriaco e inondò la consolle con un estintore. In un primo momento si temette che tutte le registrazioni fossero andate perse ma fortunatamente non andò così!

Etichetta: Epic

Anno: 1975

Tracklist: 01. The Next Big Thing 02. I Got You Babe 03. Back to Africa 04. Master Race Rock 05. Teengenerate 06. California Sun 07. Two Tub Man 08. Weekend 09. (I Live For) Cars and Girls

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