Giulietta Masina, i cento anni di un’antidiva - la Repubblica

Cultura

Giulietta Masina, i cento anni di un’antidiva

(agf)
La biografia scritta da Gianfranco Angelucci racconta i successi e i misteri di una vita in simbiosi con Federico Fellini 
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Il 22 febbraio, Giulietta Masina avrebbe compiuto 100 anni se un male incurabile non l’avesse stroncata nel 1994. Il suo amato Federico Fellini si era spento pochi mesi prima, giusto in tempo per festeggiare i 50 anni di matrimonio. Un legame indissolubile che viene ripercorso nella biografia “ Giulietta Masina”, scritta da Gianfranco Angelucci e pubblicata da Edizioni Sabinae e Centro Sperimentale di Cinematografia. È il racconto di una vita, anzi due, riproposta dall’autore che, poco più che ventenne, ebbe la fortuna di iniziare a collaborare con il regista riminese e a frequentare la coppia anche fuori dai set.

 

« Il libro cerca di far rivivere un personaggio bello, affascinante e complicato » , spiega Angelucci. Donna di carattere, nata a San Giorgio di Piano, a due passi da Bologna, da un violinista e una maestra, fu affidata piccolissima a una zia materna che viveva a Roma: a quattro anni lasciò la famiglia e quel trauma fu l’inizio di fatto della sua carriera. La capitale e i buoni salotti le forgeranno il carattere, ma lei non avrà problemi ad avvicinarsi alle prostitute che ispirarono il personaggio di Cabiria. E il libro parte proprio da lì, dall’incontro con le meretrici romane che si riconobbero in lei.

 

«Giulietta era più legata al personaggio di Cabiria che a quello di Gelsomina della “ Strada”. – spiega Angelucci -. Da sempre c’è il tentativo dei parenti e della cultura cinematografica di identificarla come una santina da sventolare in chiesa, ma lei era una donna, ha vissuto le sue esperienze, si è innamorata di Richard Basehart. Poi, certo, era legata al marito in maniera totale. La forza di Cabiria può essere da monito alle donne di oggi a lottare, a essere forti. Giulietta nel film cade e si rialza, cade e si rialza, e alla fine, in questa sorta di sgrammaticatura cinematografica, tra le lacrime, ci guarda e ci invita ad andare avanti».

 

La biografia si srotola e segue l’attrice tra i set e le mura domestiche, tra passioni e gelosie. «Federico, che pure viveva nell’Olimpo, non poteva fare a meno di Giulietta, nella maniera più assoluta. Lo racconta lui stesso quando dice che è stato sposato da sempre, che il loro rapporto è sancito dal fato. Alla fine lo tradurrà in tutte le sue opere».

 

Anche nella “ Strada” che, come rivela Angelucci, nasce da un segreto: Giulietta non sarebbe la figlia naturale di sua madre e per questo sarebbe stata allontanata dalla famiglia. «La cosa mi è stata raccontata da una persona molto vicina a Federico. Che sia vera o no, in ogni caso l’allontanamento dalla famiglia corrisponde alla vendita di Gelsomina a Zampanò. Quando Giulietta viene ripresa mentre sta per salire sul furgone mostra uno sgomento che va al di là di una grande recitazione. È lo sgomento di una bambina che perde gli affetti e la casa». E dire che Giulietta rimarrà legata alle sue origini. Farà molte donazioni a favore della Casa di riposo per gli artisti Lyda Borrelli a Bologna, porterà la famiglia a Roma.

 

«Con i familiari aveva un rapporto di totale protezione come se si dovesse far perdonare qualcosa, lei che è stata allontanata dalla famiglia – aggiunge l’autore -. Era legata agli odori dei maceri della campagna bolognese, in cui ritrovava l’infanzia, la gioia, il ritorno a casa».