Giunta trentina, tessera di un puzzle nazionale

Giunta trentina, tessera di un puzzle nazionale

I destini del Fugatti Bis si decidono a Roma. E per l'ex presidente Lorenzo Dellai questa è la prova del declino della politica trentina

Ormai i destini del Trentino si decidono a Roma, in un complicato sistema di equilibri e rapporti tra Lega e Fratelli d'Italia.

Lo ammettono i diretti interessati e lo confermano interventi come quello del ministro Lollobrigida, sebbene nel Carroccio il segretario Matteo Salvini non abbia voluto pronunciarsi sulla questione, ritenendola territoriale.

Nel 2024 andranno al voto regionale Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Sardegna, Umbria, tutte a guida centrodestra con Salvini che punta alla conferma degli uscenti e Giorgia Meloni che rivendica più spazi e il ruolo di primo partito.

In questa partita, si innesta anche la crisi della giunta Fugatti Bis, con i meloniani, numericamente determinanti per la maggioranza, pronti a passare all'appoggio esterno, se entro venerdì non verrà assegnata loro la vicepresidenza.

Uno scenario inedito per l'Autonomia trentina e non solo per le frizioni nell'esecutivo, iniziate ben prima dell'approdo in aula.

Non ha precedenti nemmeno il fatto che le sorti del governo provinciali dipendano così apertamente dagli equilibri centrali.

Un punto su cui si interroga anche Lorenzo Dellai, che spiega di intravedere un declino della vita politica del Trentino, al di là di chi abbia vinto le elezioni.

L'ex presidente della Provincia rileva come vi sia una mancata reazione dell'opinione pubblica, delle forze sociali, dei corpi intermedi.

Segno per Dellai di una disaffezione alla partecipazione, ulteriore cartina al tornasole dopo il calo dell'affluenza alle urne.