Jean-Baptiste Jules Bernadotte: dalla Rivoluzione Francese al Trono di Svezia – Vanilla Magazine

Jean-Baptiste Jules Bernadotte: dalla Rivoluzione Francese al Trono di Svezia

La monarchia svedese è molto antica, il primo re fu Erik il Vittorioso, della dinastia dei Munsö, che regnò dal 970 al 995, e poi le dinastie si erano susseguite con frequenti cambiamenti. La più famosa, la Vasa, regnò dal 1523 al 1654 quando si estinse con la regina Cristina, che non si volle mai sposare, e abdicò in favore del cugino Carlo Gustavo.

L’attuale dinastia è quella dei Bernadotte.

Nel 1818 Jean-Baptiste Jules Bernadotte salì al trono come Carlo XIV Giovanni di Svezia e Carlo III di Norvegia. I re di Svezia regnarono anche sulla Norvegia dal 1814, quando la Danimarca l’aveva ceduta alla Svezia, e fino al 1905

Jean-Baptiste Jules Bernadotte, Re Carlo XIV Giovanni di Svezia:

Bernadotte era francese, era nato a Pau nel 1763. Era un bell’uomo, alto e prestante, soprannominato in seguito Sergente Belle-Jambe.

A 14 anni aveva cominciato l’apprendistato legale ma, dopo la morte del padre avvocato, a 17 anni aveva deciso di abbracciare la carriera militare. Non essendo nobile non aveva possibilità di diventare ufficiale, ed era soltanto un sergente allo scoppio della rivoluzione francese. Grande sostenitore della repubblica, aderì alla rivoluzione, che cambiò tutto anche nelle gerarchie militari.

Grazie alle sue capacità divenne ufficiale, peraltro molto benvoluto dai suoi soldati che sapeva spronare e incoraggiare. Bernadotte era apprezzato anche dai comandanti e così, già nel 1794, divenne Generale di Divisione fino ad arrivare a divenire Maresciallo di Francia.

Bernadotte Maresciallo di Francia:

Partecipò a innumerevoli guerre e battaglie, distinguendosi per il suo valore, ma non fu mai veramente apprezzato da Napoleone, un sentimento di disprezzo ricambiato dallo stesso Bernadotte.

I due si incontrarono per la prima volta durante la campagna d’Italia, dove Bernadotte arrivò fino a Trieste, e dopo il trattato di Campoformio del 1797, che metteva fine alla Repubblica di Venezia, ceduta all’Austria insieme all’Istria e la Dalmazia, mentre la Francia di prendeva Lombardia ed Emilia Romagna con il riconoscimento della Repubblica Cisalpina. Per il suo valore venne ricompensato con il titolo di Principe di Pontecorvo e nominato ambasciatore di Francia a Vienna. A Vienna però restò meno di un anno, a causa della sua scarsa vena diplomatica e dei disordini provocati dal tricolore francese, che egli volle esporre sull’ambasciata, protagonista di un’azione di propaganda non gradita ai viennesi.

Nel 1798 sposò Desirèe Clary, la prima fidanzata di Napoleone che il generale aveva poi lasciata (dopo tre mesi di fidanzamento) per sposare Giuseppina Beauharnais. Desirèe era la sorella di Julie, moglie di Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone.

Il film Desirèe con Marlon Brando e Jean Simmons è ispirato a lei.

L’anno dopo nacque il loro unico figlio, Oscar.

Desirèe Clary nel 1807, ritratto di Robert Lefevre:

In un paio di battaglie napoleoniche Bernadotte ebbe comportamenti giudicati dubbi, per incomprensioni o ordini arrivati in ritardo, ma dopo la Battaglia di Wagram del 1809, quando disobbedì agli ordini di Napoleone, gli venne tolto il comando delle sue truppe.

Napoleone a 23 anni:

Bernadotte ammirava Napoleone per le sue capacità ma, da repubblicano della prima ora, non ne approvava la mania di grandezza, il colpo di stato del 18 brumaio, la carica di Console e poi di Imperatore, molto simili a quella di una monarca assoluto o, meglio, di un dittatore.

La famiglia Bernadotte: la regina Desirèe, la nuora Giuseppina di Leuchtenberg, il figlio Oscar, il re Carlo Giovanni e i nipoti nel 1835:

Napoleone pretendeva obbedienza e fedeltà assoluta, non accettava critiche al suo operato mentre con Bernadotte era sempre stato in polemica. Un altro uomo sarebbe stato probabilmente arrestato e forse fucilato, ma con Bernadotte Napoleone si comportò in modo stranamente ‘tenero’.

Bernadotte conservò il grado di Maresciallo di Francia, il titolo di Principe di Pontecorvo e soprattutto Napoleone appoggiò la sua nomina ad erede del trono di Svezia fatta dal re Carlo XIII, che non aveva figli maschi.

Promoveatur ut amoveatur? Senso di famiglia dato che era il cognato di suo fratello? Senso di colpa verso Desirèe Clary per averla abbandonata? Oggi è difficile da stabilire, ma sia come sia Bernadotte venne ‘adottato’ dal re Carlo nel 1810, e ne divenne l’erede come principe ereditario Carlo Giovanni.

Il Principe di Pontecorvo non smise certo di fare guerre, ma ora a favore della Svezia. Occupò la Finlandia, in passato ceduta alla Russia, riportandola a far parte della Svezia.

Bernadotte erede al trono, ritratto di Frederic Westin:

Per la concessione dei titoli nobiliari Napoleone aveva chiesto a Bernadotte la promessa di non combattere mai contro la Francia, ma questi non aveva accettato. In un primo tempo Francia e Svezia furono comunque alleati, ma l’ormai principe ereditario Carlo Giovanni si alleò in seguito con Inghilterra, Prussia e Russia quando nel 1812 Napoleone, sulla via della campagna di Russia, occupò alcuni territori svedesi. A causa della mossa di Napoleone Bernadotte si ritenne libero di rompere l’accordo con la Francia

Nel 1813, dopo aver inutilmente tentato di convincere Bonaparte e farlo desistere dai suoi piani, insieme ai nuovi alleati sconfisse Napoleone a Lipsia. Battendo in seguito i danesi costrinse la Danimarca a cedere la Norvegia alla Svezia. Nel 1814 la penisola scandinava era tutta sotto la corona svedese e la Svezia proclamò la sua neutralità che continua tuttora.

Con il Congresso di Vienna venne perfino ventilata la possibilità di dargli il trono di Francia, poi scartata a favore dei legittimi eredi Borbone.

Desirèe Clary Bernadotte nel 1818, ritratto di Francois Gerard:

Nel 1815 dopo la fuga di Napoleone dall’Elba e il suo rientro in Francia, Bernadotte si rifiutò di far parte dell’alleanza anglo-prussiana contro di lui e di combattere in quella che sarà la disfatta definitiva di Waterloo.

Nel 1818, alla morte del re Carlo XIII, Bernadotte venne incoronato Re di Svezia. Nel suo discorso salendo al trono disse:

”Separati come siamo dal resto dell’Europa, la nostra politica, così come il nostro interesse, ci farà accuratamente astenere dall’immischiarci in ogni discussione estranea alla popolazione dei nostri paesi, ma il mio dovere e il vostro onore saranno sempre lo scopo del nostro comportamento ed entrambi non ci permetteranno di accettare interferenze nei nostri affari interni”.

Con il tempo si era affievolito il suo radicalismo repubblicano, e ora il suo primo pensiero era il benessere del suo nuovo regno. Nonostante il suo modo autocratico di governare, criticato soprattutto dalla stampa dopo l’introduzione della censura, la popolazione grazie al nuovo benessere era quasi raddoppiata, godevano della pace e di un re forte che teneva testa alle altre potenze. L’economia e il commercio furono velocemente sviluppati. In quegli anni si concluse la costruzione del Canale di Göta, che collega il Mar del Nord al Mar Baltico e va da Göteborg a Stoccolma, iniziato nel 1810 e inaugurato nel 1832, il quale portò molti vantaggi nel trasporto e nel commercio, sia economici, evitando il pagamento della tassa alla Danimarca per il passaggio nello stretto di Öresund, sia di rapidità nel raggiungere la capitale. La stessa Norvegia, in un primo tempo contraria alla cessione alla Svezia, apprezzò i cambiamenti portati da Bernadotte, che concesse più poteri al parlamento norvegese.

La regina Desideria, ritratto di Frederic Westin:

Storicamente non rimangono grandi tracce della moglie. La Regina Desideria, così venne chiamata, contò molto poco alla corte svedese. Non le piaceva il clima eccessivamente freddo e non le piacevano gli svedesi. Nel 1810 seguì il marito ma nel 1811 se ne tornò in Francia lasciandolo a Stoccolma con il figlio, anche se fu sempre lieta di utilizzare il titolo di Regina di Svezia con le sue amicizie francesi. Ritornò in Svezia solo nel 1822, per accompagnare la futura moglie del figlio Oscar, Giuseppina di Leuchtenberg, nipote di Giuseppina Bauharnais. Esaurito il suo compito di accompagnatrice la Regina sarebbe voluta tornare immediatamente in Francia, ma il marito non glielo permise.

Desideria nel 1829 volle essere incoronata regina di Svezia (ma non di Norvegia perché di fede cattolica) e gli anni seguenti furono un periodo di balli e feste a corte come non se ne erano mai visti. Anche questo la stancò presto, il pensiero fisso era soltanto quello di tornare in Francia. Non parlò mai svedese, mantenne solo ed esclusivamente personale francese e si disinteressò totalmente del suo nuovo paese. Inutile specificare che la regina non fu molto amata dal popolo.

Bernadotte morì nel 1844, probabilmente di ictus. Si dice che non si sia mai fatto visitare spogliato perché aveva sul petto un tatuaggio che diceva ‘Morte al re’, ricordo dell’epoca giovanile della rivoluzione francese, ma forse è solo una diceria. Vero è che nel 1797 scrisse ”essendo un repubblicano, per principio e convinzione, voglio combattere tutti i monarchici fino alla morte”.

Alla morte di Bernadotte il trono passava al suo unico figlio Oscar.


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