Rai: nuove fiction, nuove stagioni e... Montalbano | TV Sorrisi e Canzoni

Rai: nuove fiction, nuove stagioni e… Montalbano

Abbiamo incontrato la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati che ci anticipa novità, produzioni e grandi ritorni

25 Aprile 2024 alle 08:03

La prima volta ci siamo incontrate a Napoli, sul set di “Mina Settembre”. Avevo di fronte la direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati, e, da grandissima appassionata di serie, avrei voluto chiederle tutto: novità, produzioni, sequel... Ma non c’era tempo. Le mie curiosità (e credo anche le vostre), però, sono state presto soddisfatte con questa lunga, piacevolissima e generosa chiacchierata.

Partirei da “Il commissario Montalbano”: non tutti i libri della saga di Andrea Camilleri sono stati trasformati in episodi tv. Si faranno?
«Stiamo ragionando col produttore (la Palomar, ndr) se girare un ultimo capitolo. Bisogna valutare tante cose e, tra queste, gli impegni degli attori. Io ci conto».

E a che punto sono i sequel di altri titoli di successo, come “Le indagini di Lolita Lobosco”, “Studio Battaglia”, “I bastardi di Pizzofalcone”? Continui lei...
«Per quanto riguarda Lolita, è una serie di grande successo. Il personaggio di Luisa Ranieri è riuscitissimo. Vediamo... E stiamo facendo delle valutazioni anche su una terza stagione di “Studio Battaglia”. È una bellissima storia, un racconto femminile e familiare corale, a me piace molto e ne sono soddisfatta. Per quanto riguarda “I bastardi di Pizzofalcone”, invece, quest’anno non saranno messi in produzione».

Che serie vedremo in autunno?
«La seconda stagione del giallo “Black out - Vite sospese” con Alessandro Preziosi. I nuovi episodi di “Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso” con Massimiliano Gallo. Il suo è un personaggio imperfetto, il vinto che si trasforma, e per questo mi piace ancora di più. Poi vedremo “Don Matteo” con Raoul Bova e le nuove indagini di Teresa Battaglia, la detective interpretata da Elena Sofia Ricci, tratte dal libro di Ilaria Tuti “Ninfa dormiente”. E arriverà anche la quarta e ultima stagione di “L’amica geniale”. Per il 2025, invece, posso già anticiparvi i sequel di “Un professore”, “Cuori”, “Mina Settembre” e “Il commissario Ricciardi”».

Parliamo dei set aperti.
«Stiamo per girare i nuovi episodi di “Rocco Schiavone”, che andranno in onda nel gennaio del 2025, e di “Un passo dal cielo”. Giusy Buscemi sarà sempre la grande protagonista e in primo piano, oltre ai casi gialli, ci saranno sempre i temi “green” legati alla salvaguardia della natura. A giugno a Napoli si apre il set di “Mare fuori 5”, dove ci saranno molte novità, e a fine agosto in Sicilia quello di “Màkari 4”. Trovo che la coppia Lamanna-Piccionello (Claudio Gioè e Domenico Centamore, ndr) sia una delle meglio riuscite del nostro panorama. In autunno, poi, a Matera aprirà il set di “Imma Tataranni Sostituto procuratore 4”».

Non abbiamo parlato di “Che Dio ci aiuti 8”...
«Lo vedremo nel 2025, come le altre serie di cui abbiamo appena parlato. Elena Sofia Ricci comparirà in qualche episodio e Francesca Chillemi rappresenterà il cuore del racconto. Cambia la location: da Assisi ci si sposterà a Roma e non saremo più in un convento ma in una casa di accoglienza per ragazze in difficoltà. La serie continuerà a stare al passo coi tempi raccontando un Paese che sta cambiando. Attingendo sempre dai temi di attualità».

Per quanto riguarda le novità, invece?
«Lunetta Savino sarà la protagonista di “Libera”, una nuova serie che stiamo girando a Trieste in cui veste i panni di una giudice integerrima. In produzione abbiamo diversi titoli con protagoniste femminili: in alcuni casi stiamo ancora facendo i casting, quindi non posso svelare i loro nomi. In autunno a Sorrento gireremo una serie su una donna notaio, Roberta. Stiamo trattando con tre grandi nomi per una nuova fiction che vede delle amiche mature ritrovarsi per la scomparsa di una di loro. Un mix di mistero, giallo e romanticismo. Abbiamo poi “La ragazza dietro al banco”, titolo provvisorio di una serie su due donne che lavorano in un autogrill: una storia ricca di colpi di scena, che parte da una tranquilla routine e sfocia in mille misteri».

Nuove produzioni con protagonisti maschili?
«Alessandro Gassmann sarà l’avvocato Guerrieri nella nuova fiction che gireremo a Roma e dintorni. Stiamo cesellandone la figura: sarà un latin lover, un uomo fuori dai canoni, simpatico e ruvido. Flavio Insinna, invece, sarà il protagonista di “L’altro ispettore”, una fiction che parla delle morti sul lavoro. Insinna interpreterà un personaggio vittima di un incidente sul lavoro e saprà quindi affrontare il tema con saggezza e strappandoci pure un sorriso. Mentre Carmine Recano in “Noi del Rione Sanità” interpreta don Antonio, un prete anticamorra a Napoli. In Calabria si sta girando il remake di “Sandokan” con Can Yaman, e Claudio Gioè sarà Mike Bongiorno. Infine, stiamo lavorando a un grande film che racconti il Carosello».

Mi tolga una curiosità: in un anno quanti progetti di fiction arrivano sulla sua scrivania?
«Ah, io sono una patita di numerologia! Direi almeno 500. Di questi, 150-200 già strutturati e alla fine scegliamo una trentina di titoli. A Rai Fiction ci sono 70 persone, di un progetto si fanno almeno tre-quattro letture. Poi, se l’idea ci convince, si avvia la sceneggiatura e da lì parte tutta la “macchina produttiva”. Una serie ha una durata di cinque, sei ore almeno, molto più di un film. E deve catturare lo spettatore dall’inizio alla fine».

Una mole enorme di proposte. Come fa a scegliere? Ha un metodo?
«È la parte più complicata, eccitante e difficile. Anche perché quello che scegli oggi può ipotecare il domani, avendo le serie più stagioni. Il principio-guida è sempre il rispetto per il pubblico e la qualità. Anche la storia più semplice deve esprimere il meglio. Poi si deve fare i conti col mercato e gli ascolti, individuare i gusti dei telespettatori e dare una lettura del presente e del mondo. Vogliamo raccontare come stanno cambiando la società e la famiglia italiana. E questo richiede approfondimento, ma anche leggerezza e semplicità. Non esiste quindi un metodo, ma un mix tra intuito e tutte queste cose».

Spesso le serie hanno un finale aperto. Lei cosa ne pensa?
«Io chiedo di chiudere più storie possibili, perché capisco che possa infastidire lo spettatore. Ma il colpo di scena e un finale-non finale è anche l’escamotage per avviare un seguito».

Le viene mai voglia di cambiare un finale?
«Sì, e ancora di più un inizio, che deve essere forte. Nei primi cinque minuti deve succedere qualcosa».

C’è una fiction che non rifarebbe?
«Qualche errore di valutazione si può fare, ma vale sempre la pena sperimentare. E poi dagli errori si impara. Accettare il fallimento è la mia regola di vita migliore»