L’allarme della presidente Covelli: “Mille processi di criminalità organizzata” - la Repubblica

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L’allarme della presidente Covelli: “Mille processi di criminalità organizzata”

L’allarme della presidente Covelli: “Mille processi di criminalità organizzata”
Il nuovo vertice della Corte d’Appello fotografa lo stato della giustizia lanciando l’allarme su arretrati e organici. In sala Nordio e Gratteri Il ministro rassicura il procuratore sulle riforme: “Mai il pm assoggettato al governo”
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«Negli ultimi tre anni sono pervenuti a questa Corte 1079 processi sulla criminalità organizzata. Sono numeri che non hanno eguali in nessun altro distretto del Paese».

Prende di petto la realtà, la neo presidente della Corte d’Appello di Napoli, Maria Rosaria Covelli. E se c’è un tribunale dove si misurano speranze e velleità di riforma della giustizia, quello di Napoli è quasi un girone dantesco.

Lo sa bene il ministro Carlo Nordio che partecipa all’insediamento di Covelli, «una amica» - sottolinea - dopo l’anno insieme al ministero dove lei ricopriva l’incarico di capo dell’ispettorato generale. Nella sala Arengario, piena per l’occasione, l’ex ministro Marta Cartabia, il prefetto Michele Di Bari, i vertici delle forze dell’ordine, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri.

È l’incontro tra ministro e procuratore il momento atteso, dopo le critiche del capo dei pm alle norme caldeggiate dal governo. Si consuma in un siparietto. Stretta di mano, foto di rito e Gratteri che scherza con Nordio: «Non penso che ci compromettiamo» . Poi quando sale sul palco il Guardasigilli dedica al procuratore una citazione di Terenzio: “L’ira degli amanti a integrazione dell’amore”.

Nordio tende la mano: « Saluto l’amico Gratteri, possiamo avere idee diverse ma su una cosa siamo concordi: l’alto valore della giurisdizione, l’indipendenza della magistratura e l’autonomia del pm. Per 40 anni ho fatto il pm, per primo sento l’esigenza di affermare che mai e poi mai il pm sarà soggetto al potere esecutivo quali che siano le riforme che l’elettorato ci ha imposto di fare » . È la risposta in diretta al procuratore che nei giorni scorsi aveva paventato «il tentativo di far passare i pm sotto il controllo del governo».

Nordio rende omaggio a Covelli. E va via di fretta per altri impegni: «Avrei preferito da buon veneto festeggiare alla fine della cerimonia con un brindisi e uno spritz, ma non posso». A lumeggiare il contesto in cui sarà impegnata la presidente, ci pensa il procuratore generale Antonio Gialanella. Che lancia l’allarme sulla «profonda contaminazione dell’economia napoletana da parte dell’illegalità. Una parte dell’imprenditoria qui adopera un modo opaco di fare impresa - sottolinea Gialanella -. L’impresa camorristica trova connivenza e occasioni di sviluppo. E ciò si lega a fatti sistematici di corruzione nella pubblica amministrazione».

Quadro desolante. Che fa il paio con le criticità della giustizia. Vedi alla voce: “in attesa di giudizio”, nei dati elencati dal presidente uscente della Corte Eugenio Forgillo: «Riduzione da57.293 processi penali pendenti nel 2021 a 38.171 a fine 2023. E nel civile da 23.146 al 30 giugno 2018 a 20.473 al 30 giugno 2023» . Nella sua terra di origine «per parte di madre e di padre», Covelli usa parole d’ordine: «Aggredire l’arretrato» . Che «nella giustizia civile - aggiunge - deprime l’economia e vanifica la tutela dei diritti fondamentali».

Per questo, la neo presidente lancia l’appello: «Abbiamo la sicura attenzione del ministero e del Csm per coprire le carenze di magistrati e personale amministrativo». Prima di abbandonare la sala, Nordio si concede una promessa: «Per la prima volta, dopo 50 anni, colmiamo gli organici dei magistrati entro il 2026. Mancano 1500 magistrati ma sono in corso tre concorsi e altri due sono in via di inizio. Soprattutto nella giustizia civile la lunghezza dei processi ci costa un paio di punti di Pil».

Il programma della presidente Covelli è di più ampio respiro: «Pnrr occasione unica», rieducazione nelle carceri perché «i detenuti vanno aiutati», «accordi con le università per coinvolgere i giovani negli uffici giudiziari» . E la «piaga della criminalità minorile». Su cui ieri il procuratore Gratteri, in una intervista su Skuola. net, serve una delle sue ricette di buonsenso: «Non è il caso di andare a scuola e fare un processo agli insegnanti. Anche i dirigenti scolastici devono essere più duri, non devono farsi intimidire dai genitori potenti» .

Con l’sos del procuratore sull’utilizzo dei social: « TikTok è più invasivo sulla rilevazione dati. Le mafie lo sanno ed è lì che adescano i giovani. I social diventano così una grande trappola. Ecco perché insisto sulla scuola a tempo pieno».

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