L'amara parabola di Sal Mineo: giovane divo e amico di James Dean - HuffPost Italia

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L'amara parabola di Sal Mineo: giovane divo e amico di James Dean

Silver Screen Collection via Getty Images
Silver Screen Collection via Getty Images 

Il mondo dello spettacolo sa essere crudele con chi ottiene il successo da giovanissimo. Lo ha provato sulla sua pelle Sal Mineo, che a soli 16 raggiunge lo status di stella hollywoodiana per l’interpretazione di Plato in “Gioventù bruciata” accanto al divo James Dean di cui sarà grande amico anche nella realtà. Di origini italiane, una vita difficile nel Bronx a New York, Mineo comincia fin da bambino a recitare a Broadway in spettacoli importanti come il primo allestimento de “La rosa tatuata” di Tennessee Williams. A 15 anni è già nel giro di Hollywood e a 16 ottiene la sua prima candidatura all’Oscar per il migliore attore non protagonista.

Nel film di Nicholas Ray che nel 1955 fotografa un’intera generazione di “ribelli senza causa” (come da titolo originale di “Gioventù bruciata”), Mineo è il giovane amico di Jimmy Dean che in lui vede quasi un padre perché quello vero lo ha abbandonato quando era ancora in fasce. Ed è proprio Mineo/Plato che viene ucciso dalla polizia mentre tiene in mano una pistola scarica. Una morte senza senso. Indimenticabile l’urlo disperato di Dean che dice agli agenti “Ho io le pallottole, ho io le pallottole!”.

Dean muore solo due settimane dopo l’uscita del film, mentre Mineo continua a essere chiamato a interpretare ruoli forse un po’ troppo legati all’eccellente prova data in “Gioventù bruciata”, ma in cui non sfigura mai. Le recitazioni fornite in “Lassù qualcuno mi ama” con Paul Newman e in “Delitto nella strada” con John Cassavetes sono ottime. Ma è con “Exodus” di Otto Preminger che dà il meglio di sé vincendo un Golden globe e ricevendo un’altra nomination all’Oscar nel ruolo di un terrorista israeliano. Ma la statuetta non arriva nemmeno stavolta e il mondo di Hollywood pare non perdonargli la grande popolarità che si porta dietro fin da teenager. Popolarità immortalata sulla copertina di “Life” con la giovane moglie Jill Haworth, conosciuta proprio sul set di “Exodus”.

 

Hulton Archive via Getty Images
Hulton Archive via Getty Images 

 

Siamo nel 1960 e la carriera da divo di Mineo sta per finire. Il critico e futuro regista Peter Bogdanovich incontra Mineo sul set de “Il grande sentiero” di John Ford. L’attore interpreta un giovane indiano americano. I due diventano amici. Tanto che Bogdanovich chiede al direttore della rivista “Esquire” di scrivere un lungo articolo su di lui. Richiesta accettata. Ma quando tutto è pronto, tra bozze e fotografie, il pezzo non viene pubblicato. Il direttore ha cambiato idea e ammetterà che non sopportava l’idea di avere Mineo sul suo giornale. Questo perché, dopo l’omicidio di Kennedy e i cambiamenti sociali che gli Usa stanno attraversando, Mineo è visto come un simbolo di un’America e di un mondo che non esiste più.

Nonostante tutto, in tanti lo ricordano come una persona sempre allegra e piena di voglia di scherzare anche quando il successo ormai era svanito. Mineo non è tipo da abbattersi e infatti, anche se al cinema non c’è più posto per lui, continua a recitare a teatro. Ma nel febbraio del 1976, proprio mentre sta per debuttare a Los Angeles con un nuovo spettacolo “P.S. Your Cat Is Dead!”, Mineo viene ucciso con una coltellata al cuore proprio davanti a casa sua. Si pensa a una rapina, ma il fatto che all’attore non sia stato portato via nulla scatena alcune illazioni sul movente. Dal momento che Mineo aveva reso pubblica la sua bisessualità, in molti infatti pensano si tratti di un omicidio a sfondo sessuale. Ma prove non ce ne sono. Tanto che il killer, un fattorino che portava pizze a domicilio, dice di non conoscere la vittima. Sal Mineo, l’ex giovane attore prodigio, aveva solo 37 anni.

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